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Differenza tra revoca, sospensione e ritiro patente

Il ritiro, la sospensione e la revoca della patente non sono esattamente la stessa cosa: vediamo nel dettaglio quali sono le differenze, in cosa consistono e quando è possibile fare ricorso.

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Redazione deQuo
04 Dicembre 2020

Si sente spesso parlare di revoca, sospensione e ritiro della patente, ma a volte capita di fare confusione tra i tre termine e si finisce a utilizzarli come sinonimi. 

Per questo motivo, in questa guida abbia scelto di prendere in esame le differenze che intercorrono tra la revoca, la sospensione e il ritiro della patente, le quali possono verificarsi per motivazioni differenti.

La sospensione della patente

Gli automobilisti che violano le norme del Codice della strada non possono rischiare soltanto il pagamento di una multa e la decurtazione dei punti della patente.

Tra le varie sanzioni accessorie che possono essere applicate qualora si commettessero delle gravi infrazioni rientra anche la sospensione della patente

La sospensione consiste nel fatto che la patente venga messa in stand-by per un determinato periodo di tempo: si tratta sempre di una sanzione amministrativa accessoria che accompagna una sanzione amministrativa penale

I casi più frequenti nei quali si può verificare la sospensione della patente sono:

  • la guida in stato di ebbrezza;
  • il superamento del limite di velocità di almeno oltre 40 chilometri orari oltre a quanto consentito in una data strada. 

Quanto dura la sospensione

La sospensione della patente può avere una durata minima di 15 giorni fino a una massima di 5 anni, a seconda della gravità dell’infrazione che è stata commessa.

Può essere disposta:

  1. dal Prefetto;
  2. dall’Autorità Giudiziaria;
  3. dalla Motorizzazione Civile

La sospensione può essere applicata per un periodo che va da 1 a 3 mesi nei casi di recidiva, ovvero qualora vengano commesse due violazioni identiche nel corso di due anni, quali per esempio il mancato rispetto del divieto di sorpasso, oppure della distanza di sicurezza o della precedenza. 

In caso di infrazione di una delle norme del Codice della strada che comportino la sospensione della patente, l’agente che la accerta procede con il ritiro della patente, lasciando al conducente un permesso provvisorio che gli permetterà di depositare il veicolo in un luogo ben preciso. 

Il Prefetto avrà a sua disposizione 15 giorni di tempo per emanare l’ordinanza di sospensione della patente, decretandone la durata. La patente sarà restituita al termine del periodo di sospensione.

Qualora, invece, si ritenesse di aver subito una sospensione ingiusta, si potrà procedere presentando un ricorso:

  • al Prefetto, entro 60 giorni di tempo;
  • al Giudice di Pace, entro 30 giorni di tempo. 
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Cos’è il ritiro della patente

Come anticipato nelle righe precedenti, il ritiro della patente avviene in modo immediato nel momento in cui vengano riscontrate delle irregolarità per le quali è prevista la sospensione della patente

In questa ipotesi, il ritiro del documento di guida continuerà fino al momento in cui sarà emanato il provvedimento di sospensione della patente da parte dell’autorità competente.

Il ritiro, dunque, non è una sanzione ma un provvedimento amministrativo che ha la funzione di salvaguardare gli altri automobilisti

Il ritiro può anche avvenire quando si becca una persona con la patente scaduta: in questo caso si potrà tornare a guidare soltanto dopo aver provveduto al suo rinnovo. 

Leggi anche: “Guidare senza patente è un reato?“.

In cosa consiste la revoca della patente

Ancora diverso è il caso della revoca della patente, la quale consiste in un provvedimento che ha carattere permanente e può essere sia sanzionatorio sia non sanzionatorio: la regola comporta il fatto che l’utente non possa più guidare

Può verificarsi:

  • come sanzione amministrativa che si applica nel caso in cui vengano commessi reati alla guida particolarmente gravi, come per esempio l’omicidio stradale colposo;
  • qualora si continui a guidare nonostante sia stato emesso il provvedimento di sospensione della patente. 

La revoca non sanzionatoria è quella che avviene nel momento in cui si perdono i requisiti fisici e psichici necessari per potersi mettere alla guida: in questa evenienza, la patente si può recuperare tornando in possesso dei suddetti requisiti, ovvero sottoponendosi a una visita psicofisica. 

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Nel caso in cui abbia invece carattere sanzionatorio, come per esempio quello in cui la patente venga revocata perché si perdono tutti i punti a causa delle continue infrazioni, si dovrà sostenere nuovamente l’esame di abilitazione alla guida al fine di poter riavere la patente

Ciò sarà possibile solo al termine del periodo di revoca, che è pari a 2 anni e che aumenta a 3 anni nel caso in cui la revoca derivi da guida in stato di ebbrezza o sotto effetto di stupefacenti. 

La revoca della patente può avvenire anche:

  • quando è stata ottenuta una nuova patente rilasciata da uno Stato estero;
  • qualora il titolare sia stato dichiarato socialmente pericoloso

Fare ricorso contro la revoca

Qualora si ritenesse che di aver subito la revoca della patente in modo ingiusto è possibile fare ricorso: ecco qual è la procedura da seguire a seconda dei casi. 

Tipologia di ricorsoTempistiche
Ricorso al ministero dell’Interno se la revoca è stata disposta dalla Motorizzazione civileentro 20 giorni di tempo
Ricorso al Giudice di Pace se la revoca è derivata dalla presunta perdita dei requisiti psicofisicientro 30 giorni di tempo
Ricorso al Tar nel caso di revoca per violazioni del Codice della Stradaentro 60 giorni di tempo

Cosa cambia tra ritiro, sospensione e revoca in sintesi

Alla luce di quanto esposto fin qui, è possibile sintetizzare che le differenze tra ritiro, sospensione e patente siano le seguenti:

  • il ritiro è il provvedimento meno grave e rappresenta l’atto materiale per mezzo del quale le Forze dell’Ordine trattengono il documento di abilitazione alla guida;
  • la sospensione è una sanzione accessoria provvisoria, al termine della quale si potrà riottenere la patente;
  • la revoca è il provvedimento più grave, per il quale potrebbe essere necessario dover rifare una seconda volta l’esame di guida se si vuole riavere la patente. 

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