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Le ore di straordinario fanno parte dei contributi?

Qual è l'incidenza delle ore di straordinario sul calcolo della pensione? Permettono di aumentarne l'importo o di anticipare l'età pensionabile? Ecco tutto quello che c'è da sapere in merito.

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Redazione deQuo
03 Agosto 2021
straordinari e contributi

Fare straordinari conviene per la pensione? E quante ore di straordinario conviene fare in un mese?

Si tratta di domande lecite, che sono legate al modo in cui funziona la tassazione per gli straordinari e ai contributi INPS. Sarà capitato, infatti, a tutti la prima volta che sono state fatte delle ore aggiuntive di chiedersi “le ore straordinarie sono contributive?”. 

In questo articolo approfondiremo l’argomento, analizzando il modo in cui gli straordinari possano incidere ai fini pensionistici

Cos’è il lavoro straordinario

Quando si parla di ore di straordinario, si fa riferimento a tutte le ore in più che vengono svolte da un lavoratore rispetto a quello che è il suo consueto orario di lavoro, il quale può essere pari a 40 ore settimanali o meno a seconda della tipologia di contratto (come nel caso del contratto part-time). 

Il lavoro straordinario prevede dei limiti in quanto il lavoro totale che si potrà svolgere nel corso di una settimana non potrà essere superiore alle 48 ore. Inoltre, a meno che non sia stato disposto diversamente sul proprio contratto di lavoro, le ore di straordinario che si possono svolgere in un anno non possono superare le 250

Lo straordinario viene compensato:

  • con una maggiorazione della retribuzione nelle ore extra svolte;
  • oppure con l’integrazione di riposi, i quali potranno essere alternativi o aggiuntivi. 
straordinari e contributi

Cosa rientra nell’imponibile previdenziale

Di base, tutto quello che viene percepito dal lavoratore dipendente fa parte della base imponibile previdenziale, quindi è assoggettato all’imposizione contributiva. 

Nello specifico, i contributi si pagano sulle seguenti voci dello stipendio:

  • paga base, o minimo tabellare, o minimo-retribuzione o contrattuale;
  • contingenza;
  • elemento distinto della retribuzione (Edr);
  • terzo elemento;
  • scatti di anzianità;
  • indennità di varia tipologia, come per esempio quelle di reperibilità, di trasferta, di presenza, chilometrica, e così via;
  • retribuzione per ferie godute o permessi goduti;
  • indennità per ferie o permessi non goduti

Vi rientrano anche la retribuzione per festività non godute e godute, i ratei o la corresponsione delle mensilità aggiuntive, ovvero tredicesima e quattordicesima, i compensi e le maggiorazioni per lavoro straordinario o supplementare, i premi di produzione e gli incentivi di diverso tipo. 

Alla luce di quanto detto fin qui si può affermare che le ore di straordinario non sono esenti dai contributi INPS, ma che, a seconda della tipologia di lavoratore, il calcolo della quota retributiva di pensione può subire delle variazioni.

Dipendenti iscritti alla Cassa Stato: Quota A

Il calcolo della Quota A retributiva di pensione per i dipendenti iscritti presso la Cassa Stato Ctps (Gestione separata dei trattamenti pensionistici ai dipendenti dello Stato) prende in considerazione il trattamento economico che spetta su 12 mensilità alla cessazione del servizio

Si considerano alcuni elementi dell’ultima busta paga, quali in particolare:

  • lo stipendio tabellare;
  • gli scatti di anzianità;
  • il maturato economico;
  • l’indennità integrativa speciale o di contingenza.

Viene considerato anche il 18% di stipendio, scatti di anzianità e maturato economico: in questo caso, dato che lo straordinario non è previsto dalla legge come compenso imputabile, non sarà incluso nella base pensionabile.

In questa ipotesi, lo straordinario non è considerato utile:

  1. né ai fini del Tfs, ovvero il trattamento di fine servizio;
  2. né ai fini del Tfr, ovvero il trattamento di fine rapporto

Straordinario e Quota B

La seconda base pensionabile (Quota B)  per i lavoratori iscritti alla Ctps è formata dalla media delle retribuzioni annue calcolata su 12 mesi, in riferimento ai 10 anni precedenti la pensione

Dal 1° gennaio 1996, la retribuzione imponibile comprende tutto quello che il lavoratore riceve nel corso del suo rapporto di lavoro, ivi compresi gli straordinari

Nel caso dei dipendenti statali, gli elementi accessori – quindi anche gli straordinari – vengono considerati solo nel caso in cui la quota sia superiore al conteggio del valore virtuale del 18%. 

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Pensione per i dipendenti degli enti locali

La Quota A retributiva dei dipendenti degli enti locali, quindi degli iscritti alla Cpdel, si riferisce al trattamento economico relativo all’ultima busta paga, in relazione al momento in cui avviene la cessazione del servizio. 

Rientrano in tale retribuzione:

  • lo stipendio tabellare;
  • gli scatti di anzianità;
  • il maturato economico;
  • la tredicesima mensilità e le eventuali mensilità aggiuntive previste dal contratto di categoria;
  • l’indennità integrativa speciale (o di contingenza), oltre che tutte le indennità o gli assegni fissi corrisposti per l’attività svolta.

Gli straordinari vengono definitivi componenti accessori, quindi non vengono incluso nel calcolo

Nel caso della Quota B, invece, si considera la media delle retribuzioni annue moltiplicate per 13 mesi, in relazione agli ultimi 10 anni precedenti la pensione – oppure su tutte le annualità fino alla pensione per coloro i quali, al 31 dicembre 1992, avessero maturato meno di 15 anni di contributi. 

Anche in questa ipotesi, a partire dal 1° gennaio 1996, la retribuzione imponibile è composta anche dagli straordinari

Ore di straordinario – Domande frequenti

Quanto incidono gli straordinari sul calcolo della pensione?

Fare più ore di straordinario non influisce sull’età di pensionamento e gli straordinari non incidono sull’importo finale della pensione. 

Quante ore di straordinario non bisogna superare?

Nel caso di un lavoro da 40 ore a settimana, si possono fare soltanto 8 ore di straordinario. Nel corso di un anno, non si dovranno superare le 250 ore. 

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