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A quanto ammonta la pensione minima INPS: rivalutazione importi e calcolo assegno mensile

Quali sono i requisiti per ottenere la pensione minima INPS, l'importo che si può ricevere, i limiti di età e gli anni di contributi previsti dalla Legge per averne diritto.

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Redazione deQuo
23 Novembre 2022
pensione di anzianità

Il termine pensione minima, che è stata introdotta nel nostro Paese con la legge 638/1983, indica la pensione che si ha il diritto di ricevere al fine di poter condurre una vita dignitosa.

Ci sono, infatti, diverse situazioni reddituali che non consentono alle famiglie di arrivare a fine mese e per le quali è previsto un aumento della pensione al fine di raggiungere la quota minima fissata per legge.

A quanto ammonta l’importo della pensione minima INPS? Quali sono i requisiti per accedervi? A chi spetta, che età si deve raggiungere e quanti anni di contributi? Quali sono i redditi da escludere per il calcolo dell’integrazione minima?

In questa guida troverai le risposte tutte queste domande e informazioni sulle novità introdotte per quanto riguarda la pensione minima INPS 2023.

Cos’è e come funziona la pensione minima

I titolari di una pensione molto bassa, ovvero coloro i quali hanno difficoltà ad arrivare a fine mese e a sostenere tutte le spese previste, possono usufruire del trattamento previdenziale che viene erogato dall’INPS.

La pensione minima è, nella pratica, un assegno sociale che si rivolge ai pensionati i quali ricevono, al momento, importi mensili inferiori rispetto ai limiti che sono stati fissati dalla legge.

L’importo relativo al trattamento minimo INPS varia di anno in anno, poiché è direttamente collegato alla variazione dell’indice ISTAT che mette in relazione la soglia minima e il costo della vita.

Tutti coloro che si ritrovano in pensione, ma hanno a propria disposizione una cifra inferiore al limite attuale riceveranno dall’INPS un assegnato integrativo in modo tale da raggiungere la soglia minima prevista dalla pensione minima INPS. Il calcolo dell’importo dipende dal proprio reddito e dallo stato personale – varia infatti in relazione all’essere single o coniugati.

pensione minima

Aumento pensione minima INPS

La legge di Bilancio 2023 ha previsto un bonus che comporterà l’incremento delle pensioni minime, dato che si aggiungerà all’importo già rivalutato. L’aumento ammonta a poco più di 8 euro: siamo dunque molto lontani dall’importo di 1.000 euro del quale si parlava in campagna elettorale.

Il tasso di rivalutazione che sarà applicato per il 2023 in relazione all’andamento dell’indice dei prezzi nei 12 mesi precedenti è del 7,3%, previsto integralmente per i trattamenti di 4 volte inferiori rispetto a quello minimo, quindi anche sulla pensione minima.

La pensione minima INPS passerà dunque da 525,38 euro a 563,73, con un aumento totale mensile di 38,35 euro. Il totale annuale è pari a 7.328,49 euro.

Integrazione pensione minima INPS

Chi ha una pensione inferiore a 563,73 euro potrà ricevere l’integrazione per raggiungere tale importo se almeno una parte della sua pensione è stata calcolata con il sistema retributivo: l’integrazione al trattamento minimo non è infatti dovuta per i contributivi puri, ovvero chi ha iniziato a versare i contributi dopo il 1° gennaio 1996.

Non tutte le pensioni potranno essere integrate al minimo. Vi rientrano:

Non sono invece incluse le pensioni interamente calcolate con il sistema contributivo, fatta eccezione per Opzione donna.

Per chi ha un reddito pari a il doppio del trattamento, quindi di 14.656,98 euro, l’integrazione è prevista solo in misura parziale, e viene calcolata con la formula Due volte la pensione minima annua – reddito del pensionato/13.

LEGGI ANCHE Cos’è la pensione di cittadinanza

Chi ha diritto alla pensione minima

Per capire a quanto ammonta l’integrazione prevista per la pensione minima, bisogna considerare che un pensionato single può avere diritto all’integrazione totale della pensione fino a 563,73 euro se non supera il reddito annuale di 7.328,49.

I pensionati single con un reddito compreso tra i 7.328,49 e i 14.656,98 euro hanno diritto a un’integrazione parziale. Chi supera i 14.656,98 euro l’anno non ha diritto all’assegno sociale. Come funziona il calcolo dell’integrazione parziale?

Supponiamo che un pensionato riceva una pensione di 300 euro ogni mese, ma abbia poi altri redditi per un valore di 10.700 euro annui. In totale disporrà di un reddito annuo di 11.000 euro. L’integrazione si calcola sottraendo dalla soglia massima fissata dall’INPS il reddito percepito, e dividendo il risultato per tredici mensilità.

In questo caso si avrà: 14.656,98 – 11.000 = 3.656,98 euro. Dividendo tale cifra per 13 mensilità si avrà la somma di 281,31 euro, che sono quelli da aggiungere ai 300 euro di pensione mensile. Il totale corrisponderà a 581,31 euro al mese.

pensione minima

Bonus pensione minima 2023

La novità introdotta dalla Legge di Bilancio 2023 consiste in un aumento dell’1,5% dell’importo per le pensioni inferiori a 563,73 euro, percentuale che, nel 2024, si alzerà al 2,7%. In questo modo, ci sarà un aumento di 8,45 euro, che porterà la soglia della pensione minima a 572,18 euro.

Chi ha invece una pensione di importo compreso tra 563,73 euro e 572,18 euro, riceverà un incremento parziale, ottenuto dalla differenza tra 572,18 euro e la pensione effettivamente percepita.

I nuovi requisiti di accesso alla pensione minima penalizzano i contributivi puri i quali, per poter andare in pensione con 67 anni di età e 20 anni di contributi, dovranno anche rispettare il seguente requisito: l’assegno pensionistico maturato dovrà essere almeno uguale a 1,5 volte l’importo della pensione minima – ovvero alla soglia di 10.992,73 euro.

Discorso simile vale per l’accesso alla pensione anticipata contributiva, per la quale, si dovranno avere:

  • 64 anni di età;
  • 20 anni di contributi;
  • un assegno pensionistico almeno pari a 20.519,77 euro, ovvero a 2,8 volte il trattamento minimo.

LEGGI ANCHE Pensione anticipata per invalidità

Pensione minima: quanti anni di contributi?

La pensione minima INPS non è legata al numero di anni di contributi versati né al lavoro che si faceva prima di andare in pensione: a prescindere che i contributi versati siano pari a 10, 15 o 20 anni, l’integrazione al minimo si riceve se si è titolari di pensione, ma non si raggiungono i valori minimi che sono stati fissati dalla legge.

Chi non ha versato contributi e non può ricevere né la pensione né l’integrazione, ha diritto all’assegno sociale, così come tutti i cittadini stranieri che sono legalmente residenti in Italia da almeno 10 anni.

LEGGI ANCHE 10 anni di contributi, ho diritto alla pensione?

Pensione minima: redditi da escludere

Quali sono i redditi da escludere nel calcolo del reddito previsto per richiedere la pensione minima? Si tratta:

  • dei redditi esenti da IRPEF, come per esempio le pensioni di guerra, le rendite INAIL, le pensioni di invalidità civile;
  • dei redditi della casa in cui si vive;
  • delle pensioni da integrare al minimo;
  • degli arretrati soggetti a tassazione separata.

LEGGI ANCHE Chi ha versato pochi contributi ha diritto alla pensione

Pensioni minima INPS – Domande frequenti

Qual è l’importo della pensione minima?

La pensione minima INPS viene stabilita di anno in anno: scopri a quanto ammonta nel 2023.

A chi spetta la pensione minima INPS?

La pensione minima è un importo che viene riconosciuto ai pensionati che hanno un reddito da pensione inferiore a un importo minimo stabilito dalla legge.

Chi non può fare domanda all’INPS per la pensione minima?

Tutti coloro che hanno un reddito individuale o un reddito coniugale superiore ad alcuni importi: scopri quali sono.

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