Contributo perequativo: cos’è, a chi spetta, come si calcola
Qual è il significato di perequativo, chi sono i soggetti ai quali spetta il contributo a fondo perduto, come funziona e quando arriva.
Il contributo perequativo è stato introdotto dal decreto Sostegni bis – decreto legge n. 73/2021 – al fine di sostenere le attività economiche che sono state danneggiate dall’emergenza coronavirus.
Il contributo spetta in presenza di determinati requisiti, come stabilito dal Ministero dell’economia e delle finanze. Nello specifico, è stata fissata una percentuale minima di peggioramento del risultato economico, per la quale si potrà accedere al contributo.
Nelle prossime righe presenteremo maggiori dettagli sul contributo perequativo a fondo perduto (cfd perequativo): dal significato alle modalità di trasmissione dell’istanza per ricevere gli aiuti di Stato, in base a quanto stabilito dal provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate del 29 novembre 2021.
Che cos’è il contributo perequativo?
Il contributo perequativo è una somma di denaro che viene corrisposta dall’Agenzia delle entrate ai soggetti che presentano apposita domanda, perché rientranti nei requisiti fissati dalla normativa in vigore.
L’importo previsto dipende dal peggioramento del risultato economico d’esercizio per l’anno d’imposta 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019, al netto di eventuali contributi a fondo perduto che sono stati già percepiti per l’emergenza covid-19.
Il contributo perequativo viene erogato direttamente dall’Agenzia delle entrate:
- direttamente sul conto corrente del richiedente, tramite bonifico;
- tramite l’attribuzione di un credito d’imposta che potrà essere utilizzato in compensazione tramite modello F24, quindi sotto forma di contributo compensativo.
L’importo che si riceverà sarà escluso da tassazione, sia per le imposte sui redditi sia per l’IRAP. Inoltre, non incide sul calcolo per la deducibilità di spese e altri componenti negativi del reddito.
Chi rientra nel contributo perequativo?
Chi ha diritto all’elemento perequativo? Il contributo a fondo perduto potrà essere richiesto:
- dai soggetti titolari di partita IVA;
- che svolgano attività di impresa o di lavoro autonomo oppure siano titolari di reddito agrario;
- residenti o stabiliti in Italia.
Contributo perequativo Agenzia entrate: requisiti
Primo requisito | Aver conseguito, nell’anno 2019, un totale di ricavi o compensi non superiore a 10 milioni di euro |
Secondo requisito | L’ammontare del risultato economico d’esercizio relativo al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2020 deve essere inferiore almeno del 30% rispetto all’ammontare del risultato economico d’esercizio relativo al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2019 La dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2020 deve essere stata presentata entro il 30 settembre 2021 |
Il contributo perequativo non si potrà richiedere, invece, nei casi in cui non vi sia stato un peggioramento della propria attività.
Quando non spetta l’elemento perequativo?
Il contributo perequativo non spetta nei seguenti casi:
- soggetti che hanno attivato la partita IVA successivamente al 26 maggio 2021, tranne per gli eredi che hanno attivato la partita IVA dopo tale data per la prosecuzione dell’attività di un soggetto deceduto e i soggetti che hanno posto in essere un’operazione di trasformazione aziendale e che proseguono quindi l’attività del soggetto confluito;
- soggetti la cui attività è cessata e quindi la partita IVA è stata chiusa al 26 maggio 2021;
- enti pubblici;
- intermediari finanziari e società di partecipazione.
Contributo perequativo: calcolo
Come viene calcolato il perequativo? Si dovrà in primo luogo conoscere la differenza tra il risultato economico d’esercizio al 31 dicembre 2019 e quello relativo al periodo d’imposta al 31 dicembre 2020.
Per farlo, bisogna considerare che:
- il risultato economico d’esercizio che esprime un utile deve essere preceduto dal segno positivo;
- il risultato economico d’esercizio che esprime una perdita deve essere preceduto dal segno negativo.
La differenza così ottenuta si dovrà diminuire dell’importo complessivo dei contributi a fondo perduto ottenuti dal richiedente e dall’eventuale soggetto deceduto o confluito alla data di presentazione dell’istanza.
Il contributo non spetta se il totale dei contributi a fondo perduto già ottenuti è uguale o maggiore al peggioramento del risultato economico d’esercizio.
Tra i contributi a fondo perduto già erogati, si annoverano i seguenti:
- “contributo Rilancio” (articolo 25 del decreto legge n. 34/2020);
- “contributo centri storici” e “contributo santuari” (articolo 59 del decreto legge n. 104/2020;
- “contributo Comuni montani” (articolo 60 del decreto legge n. 104/2020;
- “contributo Ristori”, “contributo Ristori bis” e “contributo maggiorazione 50% zone rosse” (articoli 1, 1-bis e 1-ter del decreto legge n. 137/2020;
- “contributo Natale” (articolo 2 del decreto legge n. 172/2020);
- “contributo Sostegni” (articolo 1 del decreto legge n. 41/2021);
- “contributo Sostegni bis automatico” (articolo 1, commi da 1 a 3 del decreto legge n. 73/2021);
- “contributo Sostegni bis attività stagionali” (articolo 1, commi da 5 a 13, del decreto legge n. 73/2021).
Quanto è il premio perequativo?
Percentuale | Ricavi e compensi dell’anno 2019 |
30% | inferiori o pari a 100.000 euro |
20% | superano i 100.000 euro ma non i 400.000 euro |
15% | superano i 400.000 euro ma non 1 milione di euro |
10% | tra 1 milione e 5 milioni |
5% | tra 5 milioni e 10 milioni |
L’importo massimo del contributo è pari a 150.000 euro. La domanda per ricevere il bonus perequativo poteva essere inviata nel periodo compreso tra il 29 novembre 2021 e il 28 dicembre 2021.
Restituzione contributo perequativo e sanzioni
L’Agenzia delle entrate ha il compito di controllare i dati presentati tramite le istanze inoltrate, in modo tale da verificare la presenza di eventuali anomalie e dichiarazioni false. Tali dati vengono anche trasmessi alla Guardia di Finanza, per le attività di polizia economico-finanziaria.
In presenza di informazioni non conformi alle disposizioni in vigore e ai requisiti del fondo perduto perequativo, si procede con il recupero del contributo, tramite l’applicazione di una sanzione che va dal 100% al 200% di quanto ricevuto indebitamente.
In aggiunta, in base alla pena prevista dall’articolo 316-ter del Codice penale in materia di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato, è possibile anche rischiare:
- la reclusione da 6 mesi a 3 anni;
- nel caso di contributo erogato di importo inferiore a 4.000 euro, la sanzione amministrativa da 5.164 euro a 25.822 euro, con un massimo di tre volte il contributo indebitamente percepito.
In caso di avvenuta erogazione del contributo, viene invece applicato l’articolo 322-ter del Codice penale (confisca).
Contributo perequativo – Domande frequenti
Il termine perequativo è sinonimo di equiparatore, livellatore, pareggiatore, parificatore. Il contributo perequativo ha, nei fatti, la funzione di pareggiare quanto perso a causa dell’emergenza coronavirus.
I requisiti per accedere al contributo perequativo per l’emergenza covid-19 sono stati definiti da apposito decreto ministeriale: clicca per saperne di più.