Bonus ristorazione: ci sarà una proroga?
Cos'è il bonus ristorazione, quali sono i soggetti ai quali è destinato, le possibili proroghe per il 2021 e le sanzioni previste nel caso in cui si accedesse al contributo senza possedere i requisiti richiesti.
- Sono ben 46.000 le domande relative al bonus ristorazione che sono state ricevute entro il 15 dicembre 2020.
- Il contributo è stato previsto dal decreto Agosto e finanziato con ben 600 milioni di euro.
- Vediamo di seguito come funzionerà l’erogazione dei pagamenti per i beneficiari e quali sono le eventuali sanzioni previste.
Cos’è il bonus ristorazione
Il bonus ristorazione consiste in un contributo a fondo perduto creato per sostenere l’acquisto di prodotti alimentali e virivinicoli, della pesca e dell’acquacoltura (anche DOP e IGP), che valorizzino la materia prima del territorio. La sua gestione è stata affidata dal Ministero delle Politiche agricole e alimentari a Poste Italiane.
Si rivolge non solo ai ristoranti, ma anche agli agriturismi, le mense, i catering per eventi e gli alberghi. Tra il 15 novembre e il 15 dicembre 2020 sono state presentate 46.692 domande per ottenere il bonus, delle quali:
- 31.086 sono state inviate telematicamente;
- 15.606 sono state inoltrate tramite gli uffici postali.
Come funziona
L’importo del bonus ristorazione è compreso tra i 1.000 e i 10.000 euro. I prodotti che rientrano nel contributo a fondo perduto dovranno essere comprati:
- tramite la vendita diretta;
- da una filiera che sia del tutto italiana, dalla materia prima al prodotto finale.
I prodotti dovranno essere comprati dopo il 14 agosto 2020 e:
- si dovrà dimostrare l’acquisto tramite la relativa documentazione fiscale;
- la spesa dovrà essere relativa ad almeno 3 diverse tipologie di prodotti agroalimentari;
- il prodotto principale non dovrà superare il 50% del totale ammissibile (non dovrà, dunque, superare i 5.000 euro).
Beneficiari
I codici ATECO appartenenti al settore della ristorazione ai quali è destinato il contributo sono stati riportati nella tabella che segue.
Codice ATECO | Settore |
56.10.11 | ristorazione con somministrazione |
59.29.10 | mense |
56.29.20 | catering continuativo su base contrattuale |
56.10.12 | attività di ristorazione connesse alle aziende agricole |
56.21.00 | catering per eventi |
55.10 | alberghi, limitatamente alla somministrazione di cibo |
55.20.52 | attività di alloggio connesse alle aziende agricole |
La richiesta potrà essere inviata dalla imprese che erano in attività in data 15 agosto 2020 e che sono state avviate dal 1° gennaio 2019, oppure il cui fatturato medio dei mesi compresi tra marzo e giugno 2020 sia inferiore del 25% rispetto al totale del fatturato medio del periodo compreso tra marzo e giugno 2019.
L’erogazione dei pagamenti
Le domande per ottenere il bonus ristorazione si potevano inviare a Poste Italiane tra il 15 novembre e il 15 dicembre 2020:
- online, tramite il portale della ristorazione;
- recandosi presso un ufficio postale.
Le domande presentate corrispondono a un totale da erogare pari a 350 milioni di euro. Considerato, dunque, che il budget stanziato (600 milioni di euro) è ancora in parte disponibile, non si esclude una possibile riapertura dello strumento, a maggior ragione se si considera che il settore della ristorazione continua ancora oggi a subire le perdite peggiori.
Per verificare l’esito delle domande presentare online, si potrà consultare la propria pratica direttamente sul Portale della ristorazione, mentre per quanto riguarda le richieste tramesse tramite Poste Italiane, sarà possibile rivolgersi al numero verde 800 122 160, gratuito sia dai numeri fissi sia dai mobili, dal lunedì al sabato, dalle 8 alle 20.
I prodotti validi per richiedere il bonus ristorazione
I prodotti agevolabili previsti dal bonus ristorante comprendono anche i prodotti ad alto rischio di spreco alimentare, tra i quali si annoverano:
- il latte 100% italiano;
- il prosciutto crudo DOP;
- il prosciutto cotto 100% italiano;
- salumi vari da suino DOP e IGP da animali nati allevati e macellati in Italia;
- salumi non da carne suina prodotti da animali nati, allevati e macellati in Italia;
- i formaggi DOP o da latte 100% italiano:
- l’olio extra vergine di oliva100% prodotto da olive italiane/o DOP;
- la carne bianca da animali nati allevati e macellati in Italia;
- la carne bovina, suina, ovicaprina, cunicola da animali nati allevati e macellati in Italia;
- le zuppe di cerali con verdure filiera e materia prima italiana;
- il minestrone con verdure filiera e materia prima italiana;
- la pasta secca con grano 100% italiano;
- il riso da risotto con riso 100% italiano;
- i preparati per risotti da materia prima italiana;
- la passata di pomodoro 100% italiana;
- la polpa di pomodoro o pelati 100% italiana
- i sughi pronti da materia prima italiana
- le verdure fresche o conservate in scatola o in vetro filiera e materia prima italiana;
- le verdure conservate in scatola filiera e materia prima italiana formato per mense;
- i legumi in scatola filiera e materia prima italiana;
- la macedonia di frutta o la frutta sciroppata o frutta fresca da filiera e materia prima italiana;
- il succo di frutta e la purea di frutta filiera e materia prima italiana;
- crackers, pane e prodotti da forno da grano 100% italiano;
- i vini DOP e IGP;
- gli aceti balsamici DOP e IGP.
Cosa succede se si accede al contributo senza avere i requisiti
Oltre al recupero del contributo percepito indebitamente, è prevista una sanzione amministrativa pecuniaria il cui importo è pari al doppio del contributo non spettante, ai sensi dell’articolo 316-ter del Codice penale, che disciplina l’indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato.
La sanzione sarà irrogata dall’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF). La si dovrà pagare tramite modello F24 entro 60 giorni di tempo dalla notifica dell’atto di intimazione alla restituzione del contributo erogato.
Nell’ipotesi di mancato pagamento, si procederà con l’emissione dei ruoli di riscossione coattiva.