Riforma pensioni 2022: ipotesi, novità e ultime notizie
Quali dovrebbero essere i cambiamenti più importanti della riforma pensioni 2021: da Quota 41 alla doppia soglia per le pensioni anticipate.
La riforma pensioni 2022 si è basata su alcune novità che hanno portato:
- all’abolizione di Quota 100, momentaneamente sostituito da Quota 102;
- dalla proroga di Opzione Donna e di APE sociale, con l’ampliamento dei beneficiari che svolgono i cosiddetti lavori usuranti.
Si è trattato di misure di passaggio, alle quali si dovrà aggiungere una riforma più ampia che possa garantire una maggiore flessibilità in uscita.
Nella lista delle priorità del Governo, ci sono anche i giovani, ai quali si dovrebbe cercare di assicurare un inserimento più stabile nel momento del lavoro, in modo tale da riuscire a evitare carriere discontinue e stipendi bassi.
Il nostro Paese, in cui l’età pensionabile è tra le più alte di tutta Europa – si ricorda che l’età minima attuale è pari a 67 anni – ha un sistema previdenziale che si discosta molto da quelle che sono state le raccomandazioni dell’Unione europea sul tema pensioni. Tra le ipotesi in campo, ci potrebbe essere una possibilità uscita dal lavoro anticipata a 64 anni di età e 37 anni di contributi versati, più il pagamento di una penalità mensile.
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Riforma pensioni e legge di bilancio 2022
La legge di Bilancio 2022 ha trattato soltanto le questioni più urgenti relative al sistema pensionistico italiano, che hanno condotto alla fine di Quota 100 e alla proroga di alcuni agevolazioni in scadenza, quali Opzione Donna e Ape Sociale.
La situazione politica attuale e i problemi legati alla guerra tra Ucraina e Russia hanno rallentato i lavori e il confronto tra Governo e sindacati. Con la Direttiva n. 28 del 2022 per l’azione amministrativa e la gestione per l’anno 2022 del Ministero del Lavoro sono stati messi in chiaro gli obiettivi e le strategie per il prossimo futuro.
L’obiettivo principale sarà quello di puntare a un sistema previdenziale che sia equo e flessibile nell’uscita dal mercato del lavoro. Tra le misure che hanno trovato spazio nella legge di Bilancio 2022 si annoverano:
- la proroga di Ape sociale, con l’ampliamento della platea di lavoratori che svolgono mansioni gravose;
- la proroga di opzione donna;
- il passaggio da Quota 100 a Quota 102.
- un Fondo da 550 milioni per anticipi pensionistici nelle PMI in crisi.
È stata anche ampliato il Contratto di espansione con anticipo pensionistico previsto per i lavoratori ai quali manchino al massimo 5 anni alla pensione di vecchiaia o anticipata, che può oggi essere utilizzato anche dalle aziende sopra i 50 dipendenti, e non più 100.
Riforma pensioni: quota 41 e Quota 102
La riforma pensioni 2022 aveva ipotizzato la sostituzione di Quota 100 con Quota 41, una pensione anticipata unicamente contributiva.
L’opzione Quota 41 permetterebbe a tutti i lavoratori che hanno versato almeno 41 anni di contributi di andare in pensione, indipendentemente dalla loro età anagrafica. La riforma delle pensioni mira all’ampliamento della platea di beneficiari di Quota 41: i sindacati puntano all’estensione per tutti i lavoratori e le lavoratrici.
Ad oggi, questa forma di pensione anticipata può essere richiesta unicamente:
- dagli invalidi al 74%;
- dai caregiver;
- dai disoccupati di lunga data:
- dai lavoratori gravosi e usuranti, che abbiamo maturato almeno 1 anno di contributi prima del 19° anno di età.
Nella pratica, Quota 100 sarà per un primo momento sostituita da Quota 102, per la quale sono richiesti:
- un’età anagrafica di almeno 64 anni entro il 31 dicembre 2022;
- un’anzianità contributiva minima di 38 anni.
Proroga opzione donna
Tra le conferme della riforma pensioni 2022, troviamo la proroga di Opzione donna, tipologia di pensione anticipata riservata alle lavoratrici.
Opzione donna 2022 potrà essere richiesta dalle lavoratrici che entro il 31 dicembre 2022 abbiano:
- compiuto 58 anni di età, se lavoratrici dipendenti;
- compiuto 59 anni di età, se lavoratrici autonome;
- maturato il requisito contributivo di almeno 35 anni.
APE sociale
APE sociale è una forma di pensione anticipata a costo zero, riservata in questo momento:
- ai lavoratori in difficoltà, quali i disoccupati o i cassa integrati;
- ai lavoratori che svolgono lavori gravosi o usuranti, che abbiano almeno 63 anni di età e che abbiano versato tra i 30 e i 36 anni di contributi.
Tali lavoratori potranno andare in pensione 3 anni e 7 mesi prima rispetto all’età minima pensionabile prevista dalla legge Fornero. È stata prorogata per tutto il 2022, anche in risposta a una raccomandazione della Corte dei conti.
Riforma pensioni 2022: e Corte dei conti
Nel Rapporto annuale sul coordinamento della finanza pubblica del 28 maggio 2021, i magistrati della Corte dei Conti avevano proposto:
- la pensione a 64 anni e almeno 20 anni di contributi versati;
- il pensionamento anticipato per tutti, previsto oggi solo per i lavoratori interamente contributivi;
- un trattamento pari a 2,8 volte l’assegno sociale da 460 euro circa al mese.
Tali riforme sono state consigliate al fine di evitare problemi futuri di equità di trattamenti tra assicurati con gradi di anzianità simili e per mantenere per la componente retributiva dei trattamenti, quegli elementi di gradualità sulle pensioni calcolate con il metodo interamente contributivo».
Linee guida riforma pensioni 2022 del Ministero del lavoro
Il 17 febbraio 2022, il Ministero del Lavoro ha elaborato delle linee guida in cui è stata confermata l’intenzione di un “Intervento sul sistema pensionistico, attraverso il dialogo e il confronto con le parti sociali, volto a garantire un sistema equo e flessibile nell’uscita dal mercato del lavoro”.
Nella pratica, la direzione generale per le politiche previdenziali e assicurative interverrà per:
- promuovere la previdenza complementare e gli enti previdenziali e assicurativi;
- valutare le diverse ipotesi di uscita anticipata e flessibile dal mondo del lavoro, che possano essere in linea con la compatibilità del sistema previdenziale;
- rafforzare le politiche previdenziali;
- applicare in modo vigile la normativa internazionale;
- riorganizzare il sistema di governance, non solo degli enti pubblici di previdenza, ma anche degli enti di patronato e degli istituti previdenziali privati.
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Riforma pensioni 2022: sindacati e INPS
Tra le richieste arrivate da parte dei sindacati CGIL, CISL e UIL troviamo in primo luogo l’applicazione di maggiore flessibilità nell’accesso alla pensione, senza penalizzazioni per chi ha versato contributi prima del 1996, a partire da 62 anni di età, oppure con 41 anni di contributi a prescindere dall’età.
I sindacati auspicano anche:
- la riduzione dei vincoli che condizionano il diritto alla pensione nel sistema contributivo per quel che riguarda gli importi minimi;
- maggiore sostegno alle categorie più deboli, come i disoccupati, gli invalidi, i caregiver;
- il potenziamento dei contratti di espansione e isopensione;
- variazioni al sistema di adeguamento delle condizioni pensionistiche alla speranze di vita;
- il rafforzamento della previdenza complementare.
Tra i suggerimenti del presidente dell’INPS, invece, troviamo la pensione anticipata a 62-63 anni con almeno 20 anni di contributi versati e un assegno parziale per i primi 5 anni, relativo alla sola parte contributiva, con possibilità di ricevere anche la parte retributiva al compimento dei 67 anni di età.
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