Recesso anticipato Locazione: modalità, termini e facsimile
Finito il contratto di affitto è possibile rinnovarlo o dare disdetta. Cosa succede se si volesse lasciare l'appartamento prima? Vediamo come funziona la risoluzione anticipata del contratto di locazione, quali sono i costi e i vincoli di legge.
Quando si recede in via anticipata da un contratto di affitto si comunica al proprietario l’intenzione di porre fine alla locazione. In questo caso quali sono i canoni che l’inquilino è tenuto a pagare e come va esercitato il recesso? Quanto tempo prima si può recedere da un contratto di locazione?
Contratto di locazione: che diritti ha l’inquilino?
La locazione è un contratto che permette al proprietario di un immobile di concedere il godimento del bene ad un altro soggetto dietro pagamento di un canone mensile. La fattispecie più diffusa è la locazione ad uso abitativo dove l’inquilino utilizza l’alloggio per finalità abitative sue e della propria famiglia.
Si tratta del cosiddetto contratto di affitto 4 + 4: il contratto ha una durata di 4 anni, allo scadere dei quali, in mancanza di disdetta di una delle parti, il contratto si rinnova automaticamente per altri 4 anni.
La locazione ad uso abitativo è disciplinata dalla legge n. 431 del 1998 che ne prevede modalità e durata, oltre a riconoscere all’affittuario una serie di diritti.
Cosa si intende per recesso anticipato?
Uno dei più importanti diritti riconosciuti all’inquilino è il diritto di recesso anticipato. Si tratta del diritto a porre fine alla locazione, e quindi di lasciare l’immobile, prima della scadenza dei 4 anni, qualora ricorrono dei gravi motivi.
In questo modo, il recesso va tenuto distinto dalla disdetta che è la facoltà di non rinnovare il contratto alla scadenza dei 4 anni. Con la disdetta, quindi, si comunica al proprietario l’intenzione di non avvalersi del rinnovo automatico del contratto. Mentre il recesso è il diritto di risolvere il contratto in qualsiasi momento, quando ricorrono determinati presupposti. Clicca qui per conoscere Che differenza c’è tra recesso e disdetta.
Quando il conduttore può recedere anticipatamente dal contratto di locazione?
Il diritto di recesso può essere esercitato dall’inquilino in qualunque momento successivo alla stipula del contratto, a condizione che ci siano dei gravi motivi (che non si è tenuti a specificare).
Questa facoltà è prevista dall’art. 3 della legge n. 431/1998 che stabilisce il seguente principio: “il conduttore può recedere dalla locazione in qualsiasi momento, ricorrendone gravi motivi, comunicando al proprietario il recesso con preavviso di almeno 6 mesi“.
La volontà di recesso, quindi, deve essere comunicata al proprietario con un preavviso di almeno 6 mesi che precedono il rilascio effettivo dell’immobile. Ciò significa, ad esempio, che se si intende lasciare l’immobile il 5 luglio, occorre comunicare il recesso al proprietario entro il 5 gennaio.
Rispettare il termine di preavviso è molto importante per il conduttore, in quanto ha conseguenze ben precise sull’obbligazione di pagamento dei canoni.
Proprio per questo motivo è bene comunicare il recesso per iscritto, generalmente tramite lettera raccomandata con ricevuta di ritorno, che vi da la prova della data di invio e di quella di ricezione della comunicazione. E’ possibile anche utilizzare la pec (posta elettronica certificata) sempre che conduttore e proprietario ne siano provvisti.
Il contratto scadrà dopo sei mesi dalla comunicazione.
Modulo recesso anticipato locazione: Facsimile
Quali sono i gravi motivi per recesso anticipato?
I gravi motivi per i quali è possibile il recesso anticipato dal contratto di affitto, che sia commerciale, abitativo o transitorio, dovranno essere:
- imprevedibili;
- estranei alla volontà del conduttore;
- verificatisi in un momento successivo a quando è stato firmato il contratto;
- tali da rendere impossibile o eccessivamente gravoso il prolungamento del contratto.
Quale penale in caso di recesso anticipato di contratto d’affitto?
Dopo aver comunicato al proprietario l’intenzione di recedere dal contratto, occorre pagare tutti i canoni di locazione fino al giorno di effettivo rilascio dell’immobile. L’inquilino è obbligato a pagare tutte le mensilità fino al giorno in cui viene liberato l’immobile.
In ogni caso, dal giorno in cui è comunicato il recesso si è obbligati a pagare le sei mensilità successive, e ciò anche se il termine di preavviso non è rispettato. Questo significa che se il conduttore non ha comunicato il preavviso tempestivamente, il proprietario ha diritto a ricevere in ogni caso le sei mensilità di affitto. Ciò anche se l’immobile viene liberato prima.
Ecco perché è molto importante comunicare il preavviso nel rispetto del termine di legge di 6 mesi. Inoltre, nel caso di cessazione anticipata, a prescindere che a volerla sia il proprietario o l’inquilino, il locatore dovrà versare un’imposta di registro pari a 67 euro.
Risoluzione anticipata contratto di locazione – Domande frequenti
Il conduttore è obbligato a pagare tutte le restanti mensilità fino al giorno dell’uscita dall’immobile, oltre a un’imposta di bollo fissa pari a 67 euro per la risoluzione anticipata del contratto.
Il recesso anticipato è consentito dall’art. 3 della legge n. 431/1998 qualora sussistano dei gravi motivi. Con una domanda scritta, il conduttore può dare disdetta del contratto di locazione senza aspettare la scadenza dei 4 anni. L’avviso va dato al locatore almeno 6 mesi prima.
L’unico caso in cui si può dare disdetta del contratto di affitto senza preavviso è quello in cui si presenta una impossibilità oggettiva: in questa ipotesi, oltre al contratto si interrompe anche il pagamento dei canoni di locazione.