A quanti anni si va in pensione di vecchiaia?
Una guida aggiornata sulla pensione di vecchiaia contributiva: requisiti, novità, come si calcola la pensione e le altre norme INPS
La pensione di vecchiaia, o di anzianità, consiste nel trattamento pensionistico che si riceve dall’INPS quando si raggiunge l’età anagrafica fissata dalla legge e un determinato numero di anni di contributi.
Qual è l’importo previsto per la pensione di vecchiaia 2022? Che calcolo bisogna fare per sapere a quanto ammonterà la propria pensione? È possibile prendere una pensione di vecchiaia anticipata? Esiste, invece, una pensione di vecchiaia senza contributi? La pensione di vecchiaia per le donne è differente?
Facciamo chiarezza sui requisiti, contributi e sui principali dubbi che ruotano attorno al tema della pensione di vecchiaia.
Pensione di vecchiaia: cos’è
La pensione di vecchiaia ha come requisito anagrafico il raggiungimento di 67 anni di età (nel 2018 erano erano previsti 5 mesi in meno) e il versamento almeno 20 anni di contributi.
Posto che siano rispettati i due requisiti indicati, la pensione di vecchiaia si applica:
- su tutte le categorie professionali;
- sia sugli uomini, sia sulle donne;
- sia sui lavoratori autonomi sia su quelli dipendenti.
Accanto alla pensione di vecchiaia, esiste poi la formula della pensione di vecchiaia anticipata: quest’ultima consente al lavoratore di andare in pensione prima della soglia anagrafica richiesta di 67 anni, a patto che abbia versato un certo numero di contributi.
Requisiti di accesso ed età
Considerato che la speranza di vita della popolazione tende ad aumentare sempre più, il sistema anagrafico alla base dell’accesso alla pensione è basato su alcuni elementi di stabilizzazione. Nella pratica, accade che l’età pensionabile sia soggetta a cambiamenti legati alle principali oscillazioni demografiche.
Dal 2019 l’adeguamento della soglia anagrafica avviene su base biennale: tuttavia, è stato previsto che, in relazione agli ultimi dati, che sono stati influenzati dall’emergenza coronavirus, i requisiti già in vigore per accedere alla pensione di vecchiaia resteranno immutati fino al 2024.
Fino al 31 dicembre 2024, dunque, si dovranno rispettare le seguenti due condizioni:
- l’aver raggiunto 67 anni di età;
- l’aver versato i contributi per almeno 20 anni.
Esistono, tuttavia, alcune eccezioni a questa formula, che si legano casistiche differenti e che riducono l’età anagrafica da raggiungere o gli anni di contributi: ecco quali sono.
Le eccezioni
Riportiamo di seguito i casi nei quali i requisiti per avere accesso alla pensione di anzianità si discostano dallo standard dei 67 anni di età e 20 anni di contributi:
- per i lavoratori che svolgono attività particolarmente gravose, che potrebbero in qualche modo compromettere, limitare o accorciare la loro speranza di vita, l’accesso alla pensione di vecchiaia è di 66 anni e 7 mesi, e 20 anni di contributi;
- i contribuenti che non soddisfano il requisito dei 20 anni possono ottenere la cosiddetta pensione di vecchiaia contributiva, per la quale sono previsti almeno 5 anni di contributi e 71 anni di età;
- per i contributivi puri, ovvero coloro i quali hanno iniziato a versare i contributi dal 1 gennaio 1996, non basta aver raggiunto i 67 anni di età e aver versato i contributi per 20 anni. È necessario possedere un terzo requisito, ovvero che l’importo della pensione maturata sia pari o superiore di 1,5 volte all’assegno sociale. In caso contrario, bisognerà aver raggiunto i 71 anni di età;
- chi al 31 dicembre 1992 aveva versato almeno 15 anni di contributi, invece, può avere accesso alla pensione di anzianità se rispetta il requisito anagrafico previsto, di 67 anni.
Leggi anche: “Chi non ha mai lavorato ha diritto alla pensione?“.
Pensione di vecchiaia anticipata: cos’è
La pensione di vecchiaia anticipata, introdotta dalla riforma Monti-Fornero, permette di andare in pensione senza aver raggiunto il requisito anagrafico dei 67 anni, a patto di aver accumulato:
- 42 anni e 10 mesi di contributi, nel caso degli uomini;
- 41 anni e 10 mesi di contributi, nel caso delle donne.
Il requisito contributivo della pensione di vecchiaia anticipata è soggetto a periodiche modifiche in relazione all’adeguamento alle aspettative di vita. In fase attuale, in base alle novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2019, tali adeguamenti sono stati sospesi fino al 31 dicembre 2026.
Mentre la pensione di vecchiaia si riceve a partire dal giorno dopo in cui si ha accesso ai requisiti, nel caso nella pensione anticipata possono trascorrere fino a tre mesi tra il momento in cui è possibile fare richiesta di pensionamento e quello in cui si riceve effettivamente l’assegno pensionistico mensile.
Possono avere accesso alla pensione di vecchiaia contributiva anche:
- i lavoratori precoci, ovvero coloro i quali oltre ai 41 anni di contributi, hanno almeno 12 mesi di contribuzioni per lavori effettuati prima del diciannovesimo anno di età;
- anche i contributivi puri possono ricevere la pensione anticipata contributiva, al raggiungimento di 64 anni di età, nel caso in cui abbiano versato contributi per almeno 20 anni e abbiano maturato un assegno pensionistico mensile pari o superiore a 2,8 volte quello dell’assegno sociale.
APE sociale e APE volontaria
L’APE sociale è una sorta di sussidio di accompagnamento alla pensione che consente a particolari categorie di lavoratori che abbiano raggiunto 63 anni di età e 30 di contributi di godere di un assegno pre-pensione fino alla maturazione dei requisiti effettivi per ottenere la pensione di vecchiaia.
L’APE volontaria è una misura messa a disposizione dei lavoratori che abbiano 63 anni e 5 mesi e 20 anni di contributi, che si trovino a non più di 3 anni e 7 mesi dalla pensione di vecchiaia effettiva, di ricevere un anticipo finanziario della pensione. Si tratta di una sorta di prestito del quale il lavoratore può disporre da un minimo di 6 mesi fino a un massimo di 43 mesi.
Si possono ricevere da un minimo di 150 euro a una quota che oscilla tra il 75% e il 90% della pensione maturata nel momento in cui si fa la richiesta. L’APE volontaria spetta soltanto a chi ha maturato un assegno pensionistico di importo pari o maggiore a 1,4 volte il trattamento minimo INPS (che diventa 1,5 per i contributivi puri).
Pensione di vecchiaia: panoramica generale
Di seguito viene presentato un quadro riepilogativo rispetto ai requisiti di accesso alla pensione di vecchiaia.
Tipologia di pensione | Età anagrafica | Anni di contributi | Condizioni | Categorie agevolate |
Pensione di vecchiaia | 67 anni | 20 anni | Per i contributivi puri, l’importo della pensione deve essere 1,5 volte quello dell’assegno sociale | |
Pensione di vecchiaia anticipata | – | 42 e 10 mesi per gli uomini 41 e 10 mesi per le donne | 41 anni di contributi per i lavoratori precoci | |
Pensione di vecchiaia contributiva | 71 anni | 5 anni di contributi | Per i contributivi puri, l’importo della pensione deve essere 1,5 volte quello dell’assegno sociale | 66 anni e 7 mesi e almeno 30 anni di contributi per chi svolge lavori gravosi |
Pensione di vecchiaia contributiva anticipata | 64 anni | 20 anni | Per i contributivi puri, l’importo della pensione deve essere 2,8 volte quello dell’assegno sociale | |
Ape volontaria | 63 anni e 5 mesi | 20 anni | ||
Ape sociale | 63 anni | 30 anni | Chi ha maturato un assegno pensionistico di importo pari o maggiore a 1,4 volte il trattamento minimo INPS (che diventa 1,5 per i contributivi puri). | Per le lavoratrici madri, sconto di un anno per figlio, per massimo due anni |
Calcolo pensione di vecchiaia
La domanda per ottenere la pensione di vecchiaia va presentata all’INPS per via telematica. L’importo varia in relazione ad alcuni fattori, quali l’anzianità contributiva e il fatto di rientrare nel sistema di calcolo contributivo o retributivo.
Nello specifico:
- chi ha versato i contributi prima del 31 dicembre 1995, va in pensione con il calcolo di tipo retributivo, che si basa sul numero di contributi versati e la media degli importi degli stipendi ricevuti;
- per chi ha versato i contributi dopo il 31 dicembre 1995, il calcolo della pensione di vecchiaia è soggetto al sistema di tipo contributivo, nel quale vengono considerati i contributi versati ogni anno, ai quali si applica un coefficiente di trasformazione INPS.
Chi raggiunge i requisiti deve andare per forza in pensione?
La legge dà la possibilità ai lavoratori che hanno raggiunto i requisiti anagrafici di continuare a portare avanti la propria attività lavorativa, fino al raggiungimento di un’età anagrafica nella quale scatta invece il pensionamento forzato. Tale soglia corrisponde a 71 anni per i lavoratori del settore privato.
Nel settore pubblico, invece, le regole sono differenti nel senso che il lavoratore che abbia raggiunto i requisiti per ricevere la pensione di vecchiaia viene mandato in pensione in automatico e il rapporto di lavoro non può protrarsi in alcun modo.
Nella pubblica amministrazione esiste poi anche il cosiddetto pensionamento d’ufficio, per il quale scatta l’obbligo di porre fine all’attività di un dipendente raggiunti di 65 anni di età, nel caso in cui si soddisfino anche i requisiti di tipo contributivo.
Leggi anche: “Pensione casalinghe“.
Pensione di vecchiaia – Domande frequenti
Si tratta di una forma di prestazione economica erogata dall’INPS a tutti i lavoratori, uomini e donne: ecco quali sono i requisiti da possedere.
La pensione di vecchiaia dipende dal sistema di calcolo nel quale si rientra: clicca per sapere quali sono le regole in vigore.
La pensione di vecchiaia senza contributi corrisponde all’assegno social che l’INPS eroga ai cittadini che hanno compiuto 67 anni di età e si trovano in condizioni di difficoltà economica.