Pensione per esaurimento nervoso: cos’è e a chi spetta
L'esaurimento nervoso non è considerato una vera e propria malattia, tuttavia può provocare dei danni fisici e psicologici al lavoratore che lo vive: ecco quali sono i casi in cui si può avere diritto alla pensione.
L’esaurimento nervoso – conosciuto anche come nevrastenia – è una condizione caratterizzata da un forte turbamento emotivo, al quale si lega un senso di stanchezza fisica e psicologica non indifferente.
Se in alcuni casi l’esaurimento nervoso si esaurisce nel giro di poco tempo, senza conseguenze, ce ne sono altri nei quali può condurre all’invalidità e alla riduzione della propria capacità lavorativa.
A questo proposito, è lecito chiedersi se si possa ottenere la pensione per esaurimento nervoso e quali siano gli altri benefici ai quali è possibile avere accesso per legge.
Esaurimento nervoso: come si riconosce
L’esaurimento nervoso, noto anche come sindrome da burnout, può manifestarsi con sintomi di diverso tipo, quali per esempio:
- ansia e angoscia;
- senso di affaticamento;
- umore altalenante;
- tachicardia, gastrite, mal di testa, sfoghi cutanei.
I disturbi psico-fisici possono condurre alla depressione e a una vera e propria riduzione della propria capacità lavorativa.
Invalidità civile: patologie psichiche derivanti dall’esaurimento nervoso
Sebbene l’esaurimento nervoso non sia considerato una patologia dalla quale si possa ricevere direttamente l’invalidità civile, ci sono delle patologie psichiche che potrebbero manifestarsi nel caso in cui l’esaurimento si protragga.
Sono state raccolte nella tabella che segue, accompagnate dalla relativa percentuale d’invalidità civile.
Patologia | Percentuale di invalidità civile riconosciuta |
nevrosi fobica ossessiva e/o ipocondriaca di media entità | dal 21 al 30% |
nevrosi fobica ossessiva lieve | 15% |
nevrosi fobica ossessiva grave | dal 41 al 50% |
psicosi ossessiva | dal 71 all’80% |
nevrosi isterica lieve | 15% |
nevrosi isterica grave | dal 41 al 50% |
sindrome delirante cronica grave con necessità terapia continua | 100% |
sindrome schizofrenica cronica con riduzione della sfera istintivo-affettiva e diminuzione della attività pragmatica | dal 31 al 40% |
sindrome schizofrenica cronica grave con autismo delirio o profonda disorganizzazione della vita sociale | 100% |
sindrome schizofrenica cronica con disturbi del comportamento e delle relazioni sociali e limitata conservazione delle capacità intellettuali: | dal 71 all’80% |
sindrome delirante cronica | dal 71 all’80% |
disturbi ciclotimici con crisi subentranti o forme croniche gravi con necessità di terapia continua | 100% |
disturbi ciclotimici che consentono una limitata attività professionale e sociale | 36% |
disturbi ciclotimici con ripercussioni sulla vita sociale | dal 51 al 60% |
sindrome depressiva endoreattiva lieve | 10% |
sindrome depressiva endoreattiva media | 25% |
sindrome depressiva endoreattiva grave | dal 31 al 40% |
nevrosi ansiosa | 15% |
sindrome depressiva endogena lieve | 30% |
sindrome depressiva endogena media | dal 41 al 50% |
sindrome depressiva endogena grave | dal 71 all’80% |
Patologie depressive riconosciute dall’INPS
Le patologie depressive e le relative percentuali d’invalidità che vengono riconosciute dall’INPS sono, invece, le seguenti:
- sindrome depressiva endoreattiva lieve: 10%;
- sindrome depressiva endoreattiva media: 25%;
- sindrome depressiva endoreattiva grave: dal 31% al 40%;
- sindrome depressiva endogena lieve: 30%;
- sindrome depressiva endogena media: dal 41% al 50%;
- sindrome depressiva endogena grave: dal 71% all’80%;
- nevrosi fobico ossessiva e/o ipocondriaca di media entità: dal 21% al 30%;
- nevrosi fobico ossessiva lieve: 15%;
- nevrosi fobico ossessiva grave: dal 41% al 50%;
- nevrosi ansiosa: 15%;
- psicosi ossessiva: dal 71% all’80%.
Possono inoltre essere riconosciute ulteriori percentuali di invalidità nei casi in cui alle patologie psicologiche, se ne aggiungano altre di tipo fisico che riducano la propria capacità lavorativa.
Oltra all’invalidità civile, chi soffre di esaurimento nervoso potrà anche fare richiesta del riconoscimento dello stato di handicap e godere dei benefici della cosiddetta legge 104: si dovrà certificare di avere una minorazione nell’apprendimento, nelle relazioni e nell’integrazione lavorativa provocata dalla nevrastenia prolungata.
Si può avere accesso alla pensione per esaurimento nervoso?
Ci sono due casistiche che si possono verificare nel caso in cui un lavoratore sia affetto da esaurimento nervoso.
La prima è quella in cui ha versato un minimo di contributi e potrà dunque ricevere una prestazione di tipo previdenziale. La seconda è quella in cui potrà avere diritto a un trattamento assistenziale, quale la pensione di inabilità civile: in questo caso si dovrà raggiungere una determinata percentuale di invalidità.
Ecco quali sono i trattamenti pensionistici ai quali si potrà avere diritto.
Assegno ordinario di invalidità
Prevede un’invalidità lavorativa almeno superiore ai 2/3 e 5 anni di contributi versati, dei quali 3 versati negli ultimi 5 anni: è cumulabile con eventuali redditi di lavoro.
Assegno di invalidità civile
Si tratta di un contributo assistenziale riservato agli invalidi civili senza contributi con:
- un reddito inferiore a 4.906,72 euro;
- un’invalidità civile compresa tra il 74% e il 99%.
Pensione di inabilità civile
Riconosciuta con una percentuale di invalidità pari al 100%, a chi ha un reddito personale inferiore a 16 814,34 annui.
Nel rispetto di determinate condizioni, si potrà inoltre ricevere:
- la pensione o il reddito di cittadinanza;
- l’Ape sociale;
- la pensione anticipata per i lavoratori precoci;
- la pensione di vecchiaia anticipata;
- l’assegno di accompagnamento.
Assenza per malattia
Dal momento che l’esaurimento nervoso può provocare patologie fisiche e psichiche, il lavoratore potrà assentarsi dal lavoro per malattia, ma il medico curante dovrà produrre un certificato medico, da inviare telematicamente all’INPS.
Il lavoratore dovrà rispettare le fasce di disponibilità legate alla visita fiscale, ovvero farsi trovare in casa:
- dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19, nell’ipotesi di lavoratori dipendenti del settore privato;
- dalle 9 alle 13, e dalle 15 alle 18, nell’ipotesi di dipendenti pubblici.
Tuttavia, chi soffre di stress, esaurimento e depressione, potrebbe non trarre beneficio durante la sua permanenza nei luoghi chiusi: di conseguenza, non lo si potrà sanzionare nell’ipotesi in cui dovesse effettuare attività ludiche all’aperto durante il periodo di malattia.
Pensione per esaurimento nervoso – Domande frequenti
L’esaurimento nervoso dovrà essere certificato da un medico, che dovrà inviare il relativo certificato medico telematicamente all’INPS.
Ci sono diverse percentuali di invalidità dovuta alla depressione che vengono riconosciute dall’INPS: scopri di cosa si tratta.