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Malasanità: casi in Italia, a chi rivolgersi e tempi del risarcimento

Se si è vittime di un caso di malasanità è possibile richiedere il risarcimento dei danni subiti. Ecco come procedere, a chi rivolgersi e quali sono i tempi per concludere la pratica.

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Redazione deQuo
16 Gennaio 2020
malasanità

Il termine malasanità viene utilizzato per indicare quegli episodi nei quali un medico o la struttura ospedaliera sono responsabili di un errore che ha causato un danno, più o meno grave, al paziente, provocandone in alcuni casi addirittura la morte.

In Italia ci sono ogni anno 34.000 denunce e 300.000 cause per casi di malasanità che riguardano la responsabilità medica sanitaria. Come ci si comporta in queste evenienze? Quando è possibile chiedere il risarcimento danni? Quali sono i tempi che si hanno a disposizione per agire in caso di malasanità?

In questa guida troverai spiegazioni dettagliate che ti aiuteranno a fare la mossa giusta nel caso avessi subito un episodio di malasanità.

Malasanità: casi in Italia

Gli errori che possono essere commessi da un medico nel momento in cui si sta occupando di un paziente possono essere di diverso tipo, ma è possibile raggrupparli in due grandi categorie:

  1. sbagli relativi alla parte diagnostica;
  2. errori riguardanti la parte terapeutica.

Tra i casi di malasanità che si registrano con frequenza maggiore, si possono annoverare:

  • le diagnosi errate o tardive, che possono portare il paziente a uno stato di invalidità permanente;
  • le infezioni contratte in sala operatoria, per esempio in caso di dimenticanza di oggetti, come gli aghi, nel corpo del paziente;
  • malformazioni alla nascita a causa di un errore sanitario;
  • lesioni dovute a interventi ortopedici non eseguiti correttamente;
  • decesso per errore o negligenza da parte del medico;
  • trasfusioni di sangue infetto.
malasanità casi

Quali sono i diritti del paziente

Il paziente che deve subire un’operazione ha diritto al cosiddetto consenso informato: prima di entrare in sala operatoria ha diritto, in pratica, a leggere dei fogli informativi e conoscere, preventivamente, quelli che sono i possibili effetti collaterali derivanti da un trattamento medico e i rischi principali dell’operazione.

Il paziente deve, inoltre, informare in medici in merito a eventuali patologie pregresse, che potrebbero in qualche modo interferire o avere effetti sull’operazione. Il consenso informato del paziente ha un peso fondamentale nella valutazione della responsabilità medica.

La responsabilità medica

La responsabilità medica relativa a un episodio di malasanità non è esclusa in caso di consenso informato. La responsabilità del medico, che può essere di tipo civile o penale, viene stabilita in seguito a una perizia.

Uno dei timori più diffusi quando si parla di malasanità è quello di non riuscire a ottenere un risarcimento adeguato rispetto al danno subito a causa dell’errore sanitario.

Altre perplessità riguardano la scelta dell’avvocato e del medico legale che possano supportare il paziente nel denunciare l’accaduto. Cerchiamo di fare chiarezza in merito partendo dalle basi: a chi è necessario rivolgersi nei casi di malasanità?

A chi rivolgersi

Al fine di valutare un caso di malasanità e stabilire l’ammontare del risarcimento che spetta a chi ha subito un danno bisogna rivolgersi a un medico legale. Il compito di questo professionista sarà quello di valutare in modo preventivo l’esistenza di un nesso causale fra la condotta negligente o errata da parte del medico e il danno, che può essere di tipo biologico, morale o esistenziale, causato al paziente.

Oltre che a un medico legale, è necessario parlare con un avvocato:

  • la prima cosa da fare è quella di mettere a disposizione del legale il modulo di consenso informato che è stato letto e sottoscritto prima dell’intervento;
  • al suo interno sono spesso presenti clausole di non facile comprensione per chi non è esperto in materia: l’intervento dell’avvocato risulta pertanto indispensabile.
malasanità risarcimento

Tempi per querela nei casi di malasanità

Dimostrare il nesso causale tra la mancanza da parte del medico e il danno subito dal malato è fondamentale per poter denunciare l’episodio. Quando si hanno prove concrete della colpevolezza del medico, si può allora denunciare effettivamente l’accaduto alle autorità competenti: partiranno così le indagini investigative.

Oltre all’azione di tipo civile, che ha la funzione di far ottenere al paziente il risarcimento per il danno subito, è possibile anche un’azione di tipo penale qualora la responsabilità del medico fosse molto grave:

  1. a seconda della casistica, si consiglierà al paziente di agire per via civile, e ottenere un rimborso di tipo economico, oppure affidarsi a una causa penale qualora ci siano i presupposti di reato da parte del medico;
  2. se il reato non è procedibile d’ufficio, sarà necessario sporgere querela;
  3. i tempi per la querela corrispondono a tre mesi dal momento in cui il reato è stato commesso per i casi meno gravi. In caso di morte del paziente, invece, non ci sono limiti temporali da rispettare.

Come fare denuncia

La denuncia per un caso di malasanità può essere fatta sia in forma scritta sia in forma orale. Al suo interno, dovranno essere indicati i seguenti elementi:

  • il nome e il cognome del medico responsabile e della struttura sanitaria;
  • le generalità della vittima;
  • la descrizione di ciò che è accaduto;
  • eventuali prove in allegato, che possono consistere in certificati medici, fotografie, testimonianze, cartelle cliniche, il supporto di altri medici, le fatture di ulteriori esami che si è stati costretti a fare o di farmaci acquistati a causa dell’operazione.

Le prove sono importantissime per dimostrare il nesso di causalità tra l’azione del medico, che deve essere un errore di valutazione palese ed evidente oppure un comportamento negligente, e il danno subito dal malato. Le prove dovranno essere fornite alle autorità competenti che, con il supporto di esperti, si occuperanno della valutazione dell’effettività del rapporto di causa-effetto alla base del caso di malasanità.

Il numero verde di Codacons

L’associazione Codacons (Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori) ha messo a disposizione un numero verde dedicato a tutti i cittadini che hanno subito un episodio di malasanità e che hanno bisogno di supporto.

Si tratta del numero 800.582493, al quale è possibile rivolgersi nei casi di:

  1. errori commessi da un medico durante un intervento;
  2. diagnosi errate o tardive;
  3. tutti i casi che possono rientrare nella definizione di malasanità, a prescindere dal fatto che siano avvenuti in una struttura privata o presso un ospedale pubblico.

La consulenza del numero verde di Codacons ha la funzione di supportare il cittadino e di dirigerlo, qualora vi fossero i presupposti, verso un’azione di tipo civile. A quel punto, il danneggiato potrà rivolgersi al suo avvocato di fiducia e denunciare il medico e la struttura ospedaliera responsabili dell’errore che gli ha causato un danno specifico.

Risarcimento danno malasanità: tempi

Se la denuncia per malasanità dovesse avere esito positivo, chi ha subito il danno potrà fare domanda di risarcimento in sede civile, nel rispetto dei tempi previsti dalla legge.

La prescrizione per fare domanda di risarcimento danni per malasanità:

  • è pari a 10 anni nel caso in cui sia stata accertata la responsabilità della struttura sanitaria;
  • corrisponde a 10 anni nel caso in cui sia stata accertata la responsabilità del medico scelto dal paziente;
  • è di 5 anni qualora venga accertata la responsabilità di un medico che non è stato scelto dal paziente.

Per quanto riguarda l’ammontare del risarcimento, dipende dal tipo di danno subito: in caso di morte del paziente per malasanità, sono stati rimborsati nel nostro Paese fino a 2 milioni di euro ai familiari del danneggiato.

Come è stato ribadito nelle righe precedenti, la denuncia per malasanità può avere luogo quando si è nelle condizioni effettive per poterla fare, ovvero quando si hanno delle prove schiaccianti nei confronti del medico e della struttura ospedaliera. In caso contrario, si rischia di trasformare un diritto in un abuso:

  • in Italia il 90% delle denunce contro i medici e le strutture sanitarie vengono archiviate per mancanza di colpevolezza o insussistenza di prove;
  • bisogna essere molto cauti nel fare denuncia poiché il denunciante può a sua volta rischiare una controquerela per calunnia o per diffamazione.

Si tratta di un rischio di non poco conto, da tenere assolutamente in considerazione: il reato di calunnia, per esempio, prevede la reclusione da 2 a 6 anni.

Quando non si può parlare di malasanità

Sulla base di quanto esposto finora, bisogna stare molto attenti a non confondere la malasanità con un disservizio da parte di una struttura sanitaria, dovuto per esempio a errori di tipo burocratico.

Si può parlare di malasanità quando si verifica un danno alla persona, che può essere sia di tipo biologico, sia morale o esistenziale. A stabilire l’esistenza di questo elemento dovrà essere la perizia del medico legale che valuterà se il danno subito è meritevole di risarcimento perché causato da un errore o da una negligenza da parte del medico e della struttura sanitaria.

Malasanità – Domande frequenti

Cosa si intende per malasanità?

Il termine malasanità indica un danno provocato a un paziente durante un intervento in una struttura ospedaliera – pubblica o privata – dovuto a un errore o alla negligenza da parte del medico e del personale sanitario.

A chi rivolgersi in caso di malasanità?

Nel caso in cui si disponesse di prove effettive per dimostrare il nesso di causalità tra l’errore di un medico e il danno subito dal paziente, si può fare denuncia ai carabinieri o alla polizia per malasanità. Partiranno così le indagini investigative e, in caso in esito positivo, potrà essere anche effettuata la richiesta per ottenere il risarcimento danni.

Cosa si rischia quando non si hanno prove sufficienti contro la responsabilità del medico?

Quando un medico viene denunciato, ma non si hanno prove a sufficienza per dimostrare la sua responsabilità nel caso di malasanità subito dal paziente, si può rischiare di ricevere una controquerela per calunnia o diffamazione.

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