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Che cosa significa calunnia e cosa fare se qualcuno ti calunnia

Cos'è il reato di calunnia, quali sono le pene previste dalla giurisprudenza e in cosa si differenzia rispetto alla diffamazione e all'ingiuria.

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Redazione deQuo
01 Marzo 2022
calunnia

La calunnia è un reato, disciplinato dall’articolo 368 del Codice Penale, che rientra tra i delitti contro l’amministrazione della giustizia. La calunnia si manifesta quando si incolpa falsamente e in modo consapevole qualcuno di avere commesso un reato. Non fa parte dei reati che sono stati depenalizzati nel 2016.

Come ci si comporta nel momento in cui si è calunniati da qualcuno? Come si reagisce contro la falsa incolpazione? In questa guida potrai trovare maggiori informazioni sul reato di calunnia e, più in particolare:

  • sulle forme di risarcimento del danno che si possono ottenere;
  • su come si denuncia qualcuno per calunnia;
  • sulle differenze che esistono con i termini diffamazione e ingiuria, che spesso vengono confusi o addirittura utilizzati come sinonimi.

Reato di calunnia: significato

Il reato di calunnia si manifesta qualora un soggetto, tramite denuncia, querela, richiesta o istanza, incolpi una persona della quale conosce perfettamente l’innocenza di avere commesso un reato. Potrebbe essere stato realmente commesso da qualcun altro, oppure essere un’invenzione frutto della fantasia del calunniatore.

La calunnia agisce dunque come forma di tutela nei confronti del corretto funzionamento della giustizia: ciò che si vuole evitare è che a causa di una falsa incolpazione inizi un processo contro un soggetto innocente.

Secondo una certa giurisprudenza, la calunnia è da considerarsi pertanto un reato plurioffensivo, perché avviene sia contro l’innocente incolpato per un illecito che non ha commesso (il quale rischia di perdere al contempo la libertà e l’onore) sia contro l’amministrazione della giustizia.

L’elemento oggettivo affinché si possa parlare di calunnia è il dolo generico: in altri termini, il calunniatore ha piena coscienza e volontà di incolpare una persona che sa di essere innocente. Per quanto riguarda, invece, la procedibilità del reato di calunnia, si tratta di un reato procedibile d’ufficio, quindi in caso di calunnia si procede con una denuncia e non con una querela.  

Giurisprudenza

Parlando della giurisprudenza a proposito del reato di calunnia, nel tempo ci sono state diverse sentenze della Cassazione che si sono pronunciate in merito. Tra le più significative, che hanno permesso anche di definire la calunnia in modo più preciso, ci sono per esempio:

  • la sentenza n. 21789/2010, dove è stato decretato che “il delitto di calunnia ha natura plurioffensiva perché lede l’interesse dello Stato alla corretta amministrazione della giustizia ed offende l’onore dell’incolpato che è legittimato ad opporsi alla richiesta di archiviazione del relativo procedimento”;
  • la sentenza n.3351/1989, nella quale è stato chiarito che “il dolo si sostanzia nella consapevolezza dell’innocenza dell’incolpato”.
reato calunnia

Risarcimento danni per calunnia

Chiunque abbia subito una calunnia, può chiedere il risarcimento dei danni in sede giudiziaria: l’ammontare del risarcimento varia in relazione alla gravità del danno subito e alla relativa diffusione della calunnia. Più la propria immagine sarà stata ingiustamente danneggiata, maggiore sarà la cifra del risarcimento.

Il risarcimento per calunnia deve rispettare i termini di prescrizione: in questo caso, il termine inizia dalla data in cui il giudice prende atto della falsa denuncia ricevuta da parte di un calunniatore. Per poter richiedere il risarcimento danni, la persona che è stata danneggiata deve costituirsi parte civile.

A quel punto il giudice procederà a quantificare l’ammontare dal risarcimento prendendo in esame fattori quali:

  1. la portata delle accuse ricevute;
  2. la diffusione di falsa notizia di reato;
  3. il danno all’immagine della vittima.

Quantificazione del danno

Nell’attesa di stabilire la cifra esatta da risarcire, il giudice potrà anche condannare il colpevole al pagamento immediato di una somma a titolo provvisorio. Nella quantificazione del danno:

  • il giudice prenderà in considerazione sia il danno patrimoniale, sia quello non patrimoniale, dunque i danni morali, biologici ed esistenziali;
  • considererà anche l’eventuale periodo di detenzione al quale l’innocente accusato di calunnia è stato sottoposto a causa della falsa incolpazione ricevuta.

Quando scatta la denuncia per calunnia?

I soggetti innocenti che sono stati calunniati, ovvero accusati ingiustamente di aver commesso un reato, possono sporgere denuncia, rivolgendosi:

  1. alla Questura;
  2. alla Polizia Postale;
  3. ai Carabinieri.

Partiranno quindi le relative indagini e, in caso di accusa nei confronti del calunniato, verrà avviato un processo con la successiva applicazione delle pene previste.

Prima di procedere con la denuncia effettiva, bisognerà essere certi di essere stati calunniati. Il reato di calunnia, in base a quanto contenuto nell’articolo 368 del Codice Penale, si verifica nei casi in cui:

  • un soggetto porta a conoscenza delle autorità una falsa incolpazione nei confronti di un innocente dando così seguito a un processo ingiusto nei suoi confronti: in questo caso si parla di calunnia informale, perché si viene calunniati con una denuncia menzognera;
  • un soggetto simula le tracce di un reato incolpando un innocente: in questo secondo caso, si parla invece di calunnia materiale, poiché vengono simulate le tracce di un reato che non è mai accaduto.

La calunnia è comunque un reato perseguibile d’ufficio: ciò significa che a prescindere dalla volontà della vittima di agire contro il calunniatore, può essere perseguito dalle Forze dell’Ordine.

Pena

Le indagini contro il calunniatore denunciato durano 6 mesi, che possono essere prolungati in circostanze particolati. La persona che ha commesso il reato di calunnia rischia una delle seguenti pene:

  • la reclusione da 2 a 6 anni;
  • le pena aumentata di un terzo nel caso in cui la falsa accusa sia avvenuta per un reato che prevede una reclusione superiore a 10 anni, o una pena ancora più grave;
  • una reclusione da 6 a 20 anni se la calunnia avrebbe costretto l’innocente all’ergastolo.
reato calunnia

Che differenza c’è tra calunnia e diffamazione?

Molto spesso il termine calunnia viene confuso con la parola diffamazione: in realtà si tratta di due concetti differenti. Nello specifico, la diffamazione è un’offesa nei confronti della reputazione di qualcuno commessa comunicando informazioni non vere ad altre persone (che devono essere almeno due, o più) quando la vittima non è presente.

Si parla allora di reato di diffamazione: è bene ricordare che il reato non sussiste se si parla male di qualcuno a una sola persona. Il reato di diffamazione non è stato depenalizzato, quindi:

  1. si può presentare una querela alle autorità;
  2. si può querelare anche una diffamazione a mezzo Internet: in questo caso si avrà un aggravante in più e ci si potrà rivolgere direttamente alla Polizia Postale.

Così come accade per il reato di calunnia, anche nel caso della diffamazione si ha diritto a essere risarciti:

  • maggiore sarà il periodo di imbarazzo che la persona diffamata ha dovuto attraversare per l’offesa subita, maggiore il risarcimento al quale avrà diritto;
  • non si tratta soltanto di un compenso di tipo economico, ma anche del pagamento di un danno di tipo morale, per la sofferenza psichica che il soggetto ha dovuto sopportare;
  • il giudice stabilisce, caso per caso, l’ammontare esatto della liquidazione che spetta al soggetto diffamato.

Che differenza c’è fra calunnia e ingiuria?

Un altro termine con il quale spesso si tende a fare confusione quando si parla di reato di calunnia è ingiuria. L’ingiuria indica un’offesa nei confronti dell’onore di una persona che è presente nel momento in cui viene pronunciata la frase offensiva.

L’ingiuria in Italia non è più un reato (previsto un tempo dall’articolo 594 del Codice Penale) poiché è stata depenalizzata dal D. Lgs. N. 7/2016: si tratta, in pratica, di un illecito civile.

In altre parole, in caso di ingiuria, non si può sporgere querela alla polizia, ma si è costretti a procedere con una causa: è quindi necessario l’intervento di un avvocato. Sia l’ingiuria sia la diffamazione non sono punibili qualora siano state commesse in stato di rabbia provocata da una precedente ingiuria o diffamazione ricevuta da parte della stessa vittima. La reazione alle parole dell’altro deve essere immediata: nel caso di vendetta dopo mesi nei confronti di un’ingiuria subita scatta invece l’illecito.

Leggi anche: “Quando lo scherzo diventa punibile“.

Reato di calunnia – Domande frequenti

Cos’è il reato di calunnia?

Il reato di calunnia, disciplinato dall’articolo 368 del Codice Penale consiste nell’accusa ingiusta di reato a danno di un soggetto innocente, rivolta a una pubblica autorità, nella consapevolezza della non colpevolezza della persona calunniata. Il calunniatore agisce in malafede poiché accusa pur conoscendo l’innocenza dell’altro.

Cosa si rischia per il reato di calunnia?

Una persona che ha accusato ingiustamente di reato un innocente calunniandolo rischia la reclusione dai 2 ai 6 anni, che possono diventare anche 20 nei casi più gravi, ovvero quelli in cui un innocente è stato accusato per un reato molto grave, per il quale avrebbe anche potuto rischiare l’ergastolo.

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