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Come funziona l’eredità: tutto sulla successione

Quali sono le differenti tipologie di successione presenti nel nostro ordinamento giuridico e le regole alla base dell'eredità.

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Redazione deQuo
24 Settembre 2020
eredità

Il diritto ereditario

Il diritto ereditario, chiamato anche diritto successorio, si occupa di regolare il patrimonio di una persona fisica – chiamata de cuius – dopo la sua morte: è, in pratica, il diritto applicabile alla successione ereditaria

Mentre i rapporti non patrimoniali e quelli personalissimi e familiari, quali il matrimonio o la potestà parentale, si estinguono con la morte del loro titolare, i diritti patrimoniali vengono trasferiti proprio in seguito alla morte del de cuius, tramite quella che prende il nome di successione ereditaria. 

Eredità – Indice

    La successione ereditaria

    La successione ereditaria, che si apre al momento del decesso del de cuius, può essere di due tipi:

    • a titolo universale, ovvero quella nella quale l’erede subentra sia nei diritti sia negli obblighi del de cuius;
    • a titolo particolare, ovvero il caso in cui il successore, chiamato anche legatario, subentra unicamente in alcuni rapporti patrimoniali che sono stati stabiliti dal defunto. 

    Mentre il legatario diventa automaticamente possessore di un diritto patrimoniale all’apertura della successione, l’erede è tenuto ad accettare l’eredità in quanto la regola prevede ch’egli subentri non solo al patrimonio, ma anche agli eventuali debiti del defunto. 

    Leggi anche: “Accettazione dell’eredità“.

    Tipologie di successione

    La successione può essere a sua volta:

    • testamentaria;
    • legittima, la quale trova applicazione in assenza di un testamento, oppure è di tipo residuale, ovvero permette di disciplinare la successione dei beni esclusi dal testamento; viene inoltre applicata qualora il testamento sia considerato nullo o venga annullato;
    • necessaria, che interviene nei casi in cui il testamento non abbia rispettato i diritti che spettano per legge ai congiunti più stretti del de cuius. 

    Leggi anche: “Come scrivere un testamento olografo“.

    Chi viene escluso dalla successione

    La successione spetta alle persone fisiche viventi o ai nascituri che dovrebbero nascere entro i 300 giorni dalla morte del de cuius, ma anche alle persone giuridiche. La legge prevede l’esclusione di tutti quei soggetti che si sono comportati in modo indegno nei confronti del defunto o dei suoi congiunti. 

    L’indegnità viene applicata a:

    • chi abbia tentato di uccidere il defunto o i suoi congiunti, o ne abbia proprio provocato la morte;
    • chi ha commesso dei danni a scapito del de cuius per i quali sono applicabili le norme sull’omicidio;
    • chi ha denunciato con delle calunnie o testimoniato in modo falso contro il defunto;
    • chi ha forzato le ultime volontà, oppure ha distrutto, falsificato o modificato il testamento. 

    L’unica persona che può riabilitare il soggetto indegno è il testatore, indicandolo direttamente nel testamento, oppure tramite atto pubblico

    Come funziona la successione

    Il primo passaggio da compiere alla morte del de cuius è la ricerca del testamento, che potrà essere stato scritto a mano dal defunto, oppure tramite altre modalità predisposte dalla legge: nel caso in cui non si fosse certi della sussistenza di un testamento, è possibile fare una ricerca presso il Consiglio Notarile Distrettuale ubicato presso l’ultimo domicilio del defunto.

    Entro un anno dalla morte del de cuius dovrà essere presentata la dichiarazione di successione da parte dei seguenti soggetti:

    • chiamati all’eredità;
    • eredi che hanno accettato l’eredità;
    • legatari testamentari;
    • eventuali rappresentanti legali di eredi o legatari;
    • amministratori dell’eredità;
    • curatore dell’eredità giacente, che ha il compito di  amministrare l’eredità in caso di rinuncia degli eredi o nell’attesa dell’accettazione della stessa;
    • esecutori testamentari, che sono stati incaricati dal de cuius al fine di far rispettare le proprie volontà,
    • trustee, ovvero soggetti terzi che si occupano della gestione dei beni altrui, senza disporre della relativa proprietà e godimento.
    eredità

    La dichiarazione di successione deve essere trasmessa telematicamente in modo tale da velocizzare la procedura di registrazione, il pagamento delle imposte –  ipotecarie, catastali, di bollo, oltre che i tributi speciali in autoliquidazione – e la successiva voltura catastale degli immobili oggetto dell’eredità. Nella dichiarazione dovranno essere contenuti tutti i beni e i diritti che appartenevano al defunto. 

    Le fasi immediatamente successive saranno:

    1. la liquidazione e divisione di quanto presente sul conto corrente del defunto agli eredi;
    2. la trasmissione di successione dei beni immobili al Catasto e alla Conservatoria dall’Agenzia delle Entrate.

    La dichiarazione non deve essere presentata:

    • dai coniugi e dai parenti in linea retta che abbiano ricevuto un’eredità senza beni immobili o diritti reali immobiliari, per un valore non superiore a 100.000 euro;
    • da chi ha rinunciato all’eredità e al legato:
    • nel caso il cui il defunto avesse soltanto un diritto di usufrutto sui beni immobili.

    Leggi anche: “Le donazioni fatte in vita dal de cuius“.

    La successione necessaria

    Si tratta di uno strumento che permette di tutelare i diritti dei cosiddetti legittimari, ovvero i soggetti legati al defunto da un rapporto di parentela stretta e il coniuge. La quota spettante ai legittimari è indisponibile e non può essere stabilita in modo arbitrario dal testamentario. Si parla di legittimario pretermesso per indicare il soggetto che è stato escluso dal testamento, pur avendo diritto per legge a una quota dei beni ereditari. 

    I legittimari vengono indicati nell’articolo 536 del Codice Civile e sono:

    • il coniuge;
    • i figli;
    • gli ascendenti. 

    Le loro quote variano in relazione al numeri di figli presenti, all’esistenza del solo coniuge, dei soli ascendenti, dei soli figli, del coniuge e degli ascendenti, e così via. In particolare, al coniuge spettano di diritto anche l’uso dell’abitazione di proprietà del defunto e degli arredi presenti al suo interno. 

    Il legittimario pretermesso ha 10 anni di tempo per esercitare l’azione di riduzione, attraverso la quale chiederà al Giudice di ridurre le quote a favore degli altri soggetti inclusi nel testamento, in modo tale da riequilibrare quanto gli spetta di diritto. 

    Leggi anche: “La lesione della quota di legittima“.

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    La successione legittima

    In assenza di un testamento, ecco che entra in gioco la successione legittima, che spetta ai parenti più vicini al defunto sulla base delle seguenti regole:

    • i figli succedono ai genitori in parti uguali, escludendo tutti i parenti, fatta eventualmente eccezione per il coniuge: da ciò ne consegue che un figlio unico eredita tutto il patrimonio dei genitori;
    • se non ci sono fratelli e sorelle o nipoti, l’eredità spetta al padre e alla madre del defunto in parti uguali, o al solo genitore ancora vivo;
    • se mancano figli, genitori, fratelli, sorelle e nipoti, i successori saranno i nonni;
    • in mancanza di figli, genitori e ascendenti succedono fratelli o sorelle: i fratelli e le sorelle unilaterali, ovvero quelli con i quali si ha in comune un solo genitore, riceveranno la metà rispetto a quello che spetta ai fratelli germani, ovvero quelli con i quali si condividono entrambi i genitori;
    • qualora non ci fossero tutti i soggetti finora elencati, succederebbero i parenti prossimi fino al sesto grado;
    • in mancanza di eredi, l’eredità passerebbe nelle casse dello Stato. 

    Leggi anche: “La successione dei figli“.

    Comunione e divisione ereditaria

    La presenza di più coeredi di fronta a un’eredità, origina quella che prende il nome di comunione ereditaria: nella pratica, tutti gli eredi sono contitolari di tutti i diritti patrimoniali e degli obblighi ereditati, dei quali ognuno di loro risponde in proporzione alla quota che ha ricevuto. 

    Qualora uno dei coeredi volesse vendere la sua quota o una parte di essa, ha l’obbligo di informare tutti gli altri eredi, i quali eserciteranno il diritto di prelazione: se i coeredi non ricevono la notifica relativa alla vendita, potranno riscattare la quota venduta in parti uguali, provocando così la divisione ereditaria

    Leggi anche: “Come uscire dalla comunione ereditaria“.

    La rinuncia all’eredità

    Così come gli eredi possono accettare l’eredità, hanno anche la possibilità di rifiutarla, ipotesi che per esempio si realizza quando i debiti del defunto sono superiori rispetto al suo patrimonio. In tale evenienza, si dovrà procedere tramite atto notarile o presentando una dichiarazione alla cancelleria del Tribunale relativo al luogo di apertura della successione, che sarà inserita nel Registro delle Successioni. 

    La decadenza del diritto di accettare l’eredità può verificarsi anche nel caso in cui sia scaduto il termine stabilito dal giudice per prendere una decisione in merito. Dunque, anche l’assenza di una dichiarazione oltre un certo limite di tempo – la prescrizione è in genere pari a 10 anni – corrisponde a una rinuncia
    Leggi anche: “Prescrizione accettazione eredità“.

    La rinuncia all’eredità:

    • non può essere parziale;
    • deve essere fatta gratuitamente;
    • non implica l’obbligo di informare gli altri eredi;
    • non può avvenire prima della morte del de cuius

    Eredità – Domande frequenti

    Quanto tempo ci vuole per riscuotere un’eredità?

    Gli eredi avranno a disposizione 12 mesi di tempo per trasmettere all’Agenzia delle Entrate la dichiarazione di successione.

    Quando si apre la successione?

    La successione si apre in seguito alla morte del de cuius: deve avvenire alla presenza di un notaio e nel luogo dell’ultima residenza del defunto.

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