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Concordato preventivo: cos’è e come funziona

Quali sono le fasi della procedura per accedere al concordato preventivo? Ecco come funziona, quali sono gli effetti che ne derivano e come fare domanda.

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Redazione deQuo
07 Settembre 2021
contratto preventivo

Il contratto preventivo è uno strumento del quale può disporre un imprenditore, che si trova in uno stato di crisi o di insolvenza, per evitare la dichiarazione di fallimento

Si tratta di un accordo attraverso il quale si cerca di soddisfare (anche in modo parziale) le ragioni del creditore. 

Si parla di contratto preventivo proprio perché si cerca di prevenire la procedura fallimentare: vediamo di seguito come funziona. 

A cosa serve

Il concordato preventivo – che è disciplinato dalla legge fallimentare, ovvero dal Regio Decreto n. 267 del 16 marzo 1942 – permette di tutelare non solo gli imprenditori che si trovano in una condizione di difficoltà, ma anche i creditori. 

Questi ultimi possono, infatti, fare in modo di ottenere i propri crediti senza dover necessariamente attendere la conclusione dell’intera procedura fallimentare, che è abbastanza complessa. 

Requisiti

L’ammissione al concordato preventivo prevede la presenza di alcuni requisiti, che potranno essere di tipo soggettivo o di tipo oggettivo. Vediamo di seguito di cosa si tratta. 

Presupposto soggettivoPresupposto oggettivo
Sono esclusi gli imprenditori che hanno avuto, nei 3 esercizi precedenti la data di deposito dell’istanza o dall’inizio dell’attività, un patrimonio annuo che inferiore ai 300.000 euroL’imprenditore dovrà trovarsi in uno stato di crisi o di insolvenza
Sono esclusi anche
– coloro i quali hanno realizzato ricavi lordi per un totale annuo che non superi i 200.000 euro
– chi ha un totale di debiti inferiore ai 500.000 euro

Caratteristiche del concordato preventivo

Il concordato preventivo proposto potrà prevedere:

  • la ristrutturazione dei debiti e la soddisfazione dei crediti;
  • la suddivisione dei creditori in classi;
  • l’assegnazione delle attività a un assuntore. 

La proposta dovrà far sì che venga assicurato il pagamento di almeno il 20% dell’ammontare dei crediti chirografari, tranne nel caso di concordato con continuità aziendale.

contratto preventivo

Come fare domanda

La domanda di concordato preventivo prevede il ricorso sottoscritto dal debitore, il quale dovrà essere assistito da un legale munito di procura. 

La domanda di ammissione al concordato dovrà essere accompagnata da un’apposita documentazione. Nello specifico, dovrà essere presentato:

  • una relazione aggiornata sulla situazione patrimoniale, economica e finanziaria della società;
  • lo stato analitico ed estimativo delle attività;
  • l’elenco nominativo dei creditori, precisando i rispettivi crediti e le cause di prelazione;
  • l’elenco dei titolari di diritti reali o personali sui beni di proprietà o posseduti dal debitore;
  • il valore dei beni;
  • un piano contenente le modalità e i tempi di realizzazione della proposta presentata con il concordato preventivo. 

Competenza

Il ricorso dovrà essere presentato davanti al Tribunale che si trova nel luogo in cui ha l’azienda ha la propria sede principale (che generalmente coincide con la sede legale, ma potrebbe anche trattarsi della sede amministrativa).

Entro un giorno dalla presentazione del ricorso, il cancelliere del tribunale provvederà a pubblicare la domanda sul registro delle imprese. La domanda sarà quindi esaminata dal tribunale, che potrà richiedere – entro 15 giorni – al debitore eventuali integrazioni, oppure di fornire dei documenti aggiuntivi. 

Effetti

L’ammissione al concordato preventivo determina un cambiamento della posizione giuridica dell’imprenditore. Nonostante conservi l’amministrazione dei beni, infatti, avrà comunque bisogno dell’autorizzazione scritta del giudice delegato che compiere gli atti eccedenti l’ordinaria amministrazione – che in caso contrario sarebbero considerati inefficaci.

Gli effetti derivanti dal concordato preventivo sono:

  1. la preclusione delle azioni esecutive e cautelari individuali, oltre che l’arresto di quelle in corso;
  2. la sospensione della prescrizione e il non verificarsi della decadenza;
  3. l’impossibilità di modificare la propria posizione. 

L’ammissione al concordato non produce la revoca degli atti compiuti prima dell’accettazione della domanda, né produce effetti sui contratti pendenti o su quelli che non sono stati eseguiti da entrambe le parti. 

Il debitore ha il diritto di richiedere al Tribunale l’autorizzazione a sciogliersi dai contratti pendenti a partire dalla data di presentazione del ricorso, oppure di sospenderne l’esecuzione per un periodo non superiore ai 60 giorni. 

contratto preventivo

Quali sono gli organi della procedura di concordato preventivo?

Ci sono diversi organi che intervengono nella procedura di concordato preventivo. Il primo è il tribunale, che si occupa dell’intera procedura. Ci sono poi:

  • il giudice delegato;
  • il commissario giudiziale. 

Il giudice delegato avrà il compito di fornire le autorizzazioni richieste, ma anche di presiedere l’adunanza dei creditori. Il commissario giudiziale, invece, avrà una funziona di vigilanza

Dovrà, per esempio, verificare l’elenco dei creditori e dei debitori, partendo dalle scritture contabili, e occuparsi della redazione dell’inventario del patrimonio e di una relazione sulle cause della crisi, oltre che di un’eventuale relazione nella quale vengono inserite le proposte concorrenti.

Si tratta di un pubblico ufficiale che dovrà poi comunicare con il Pubblico Ministero quei fatti che sono rilevanti nel corso delle indagini preliminari, oltre che riferire al giudice delegato le informazioni relative all’amministrazione dei beni e all’esercizio dell’impresa. 

Fasi della procedura

Il concordato preventivo è caratterizzato da 3 fasi: la prima consiste nell’accertamento della situazione patrimoniale del debitore. Se il commissario giudiziale si rende conto che il debitore ha occultato o dissimulato parte dell’attivo, lo riferirà subito al Tribunale e l’ammissione al concordato sarà subito revocata. 

Seguirà la fase di approvazione della proposta: i creditori si riuniranno per discutere sull’ammissibilità della proposta e il concordato sarà approvato con voto favorevole dei creditori (basterà raggiungere la maggioranza). 

Sarà poi redatto un verbale e si giungerà, infine, alla terza e ultima fase, che è rappresentata dall’omologazione. Il tribunale emetterà un decreto motivato che dovrà essere comunicato al debitore o al commissario giudiziale. 

Il decreto di omologazione, che dovrà avvenire entro 9 mesi di tempo dalla presentazione del ricorso, rappresenta la chiusura della procedura di concordato preventivo.

Concordato preventivo – Domande frequenti

Come si chiude la procedura di concordato preventivo?

La procedura di concordato preventivo si chiude con la sentenza di omologazione. 

Cosa succede dopo concordato preventivo?

In seguito alla sentenza di omologazione, dovrà essere sorvegliato il suo adempimento, affinché i creditori non possano subire alcun pregiudizio.

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