Tenere i soldi in casa è legale?
Conviene tenere i soldi in casa, ma soprattutto rappresenta un reato? E cosa succede in caso di controlli? Ecco cosa bisogna sapere in merito.
Gli italiani sono da sempre un popolo di grandi risparmiatori, abituati a depositare i propri soldi in un conto corrente. In una società in cui i costi di gestione di un conto, soprattutto quelli legati alle banche tradizionali, sono sempre più elevati e la fiducia dei piccoli risparmiatori viene sempre più a mancare, alcune famiglie scelgono allora di tenere i soldi in casa.
Se quella di avere dei risparmi in contanti e di nasconderli sotto il materasso, o in una cassaforte, era una pratica assai diffusa ai tempi dei nostri nonni, oggi la situazione è un po’ diversa, ma ciò non toglie che si tratti di una scelta condivisa da non pochi risparmiatori.
Ma quanti soldi si possono tenere in tasca? Quanto conviene tenere i soldi in casa di fronte alla nascita dei conti correnti online che hanno permesso di abbattere molte delle spese dei conti tradizionali? Ma soprattutto, chi nasconde i risparmi in casa commette un reato? E quali sono le possibili conseguenze in caso di controllo da parte del fisco? Ecco tutte le informazioni che è necessario sapere in merito.
Tenere i soldi in casa è legale?
La prima domanda che sorge spontanea nel caso in cui si avesse intenzione di tenere i propri soldi in casa è relativa alla legalità dell’atto. Nell’ipotesi in cui si decidesse di voler tenere i soldi in casa, una seconda domanda potrebbe essere legata al dove metterli oppure a quanto potrebbe essere complicato dover dare spiegazioni sulla presenza di una cifra considerevole di contanti nel caso di un eventuale controllo.
Innanzitutto, bisogna sapere che tenere i soldi in casa non è illegale. Si può parlare di illecito solo in caso di scambio di denaro in contanti tra due persone per una cifra superiore ai 2.999,99 euro fino al 2019, che diventano 1.999,99 euro a partire dal 2020. A prescindere da quali siano le motivazioni alla base dello scambio, che può essere una donazione, un prestito, la restituzione di un prestito, i movimenti che superano i 2.000 euro devono avvenire con sistemi tracciabili, quali:
- bonifici;
- carte di credito;
- bancomat;
- assegni non trasferibili.
Per la vendita di gioielli presso un Compro oro è possibile ricevere contanti fino a 499,99 euro: dai 500 euro in poi non si può più essere pagati in contanti per legge.
Prelevare soldi e tenerli in casa
Scegliere di prelevare i soldi dalla banca e tenerli in casa non è un reato né un illecito di tipo fiscale. Al crescere dell’importo posseduto in contanti aumenteranno però eventuali sospetti in relazione alla provenienza dei soldi. L’attuale Governo Conte ha intrapreso una campagna molto rigida contro l’evasione fiscale e il contante viene considerato spesso sinonimo di evasione.
In base al contenuto dell’articolo 36 del Testo Unico sulle Imposte sui redditi, il fisco può eventualmente ritenere che i versamenti di contanti sul conto corrente siano soldi evasi nel momento in cui non se ne riesce a dimostrare la provenienza.
Il contribuente deve essere dunque in grado di dimostrare la fonte del denaro posseduto in casa:
- che può essere sia esente da tassazione oppure essere già tassata, come per esempio nel caso di vincita di una scommessa;
- il testo Unico bancario fa scattare la presunzione di evasione fiscale nel caso dei contanti depositati sul conto corrente, e non su quelli tenuti in casa, magari in una cassetta di sicurezza.
In questa seconda ipotesi spetta al fisco fare un’eventuale richiesta in merito a un’irregolarità commessa dal contribuente, chiedendo una prova della provenienza dei contanti tenuti in casa: quest’ultima deve essere di tipo documentale, quindi è sempre bene conservare tutti i documenti relativi ad atti o movimenti di tipo bancario.
Tenere soldi in casa: è lecito un controllo?
Le ispezioni nella casa di un contribuente sospettato di aver evaso il fisco sono lecite, ma:
- possono avvenire soltanto alla presenza del titolare del domicilio;
- possono avvenire soltanto in seguito all’esibizione di un mandato ottenuto da parte del giudice;
- di conseguenza, la prima cosa da fare in caso di controlli in casa è quella di chiedere all’ufficiale che ne se dovrebbe occupare il possesso dell’ordine di accesso.
In genere, inoltre, la Procura della Repubblica concede l’autorizzazione per effettuare un controllo solo nel caso in cui ci siano gravi indizi di evasione fiscale:
- il fisco può dunque intervenire soltanto in presenza di un vero e proprio reato tributario;
- i controlli a campione non esistono e, più in generale, gli accertamenti a casa dei singoli privati non avvengono con così alta frequenza.
Facciamo un esempio per chiarire cosa si intende con “gravi indizi di evasione fiscale”:
- supponiamo che una persona guadagni 20.000 euro all’anno e tale cifra è quella che è stata riportata nella sua dichiarazione dei redditi;
- se, alla fine dell’anno, sul suo conto corrente appaiono molti più soldi, tipo una cifra di 50.000 euro, nasce il sospetto che ci possa essere stata una qualche irregolarità nel guadagnare quei soldi;
- a quel punto potrebbe scattare un controllo da parte della Finanza la quale, dopo aver ottenuto il mandato da parte del giudice, potrebbe richiedere di visionare le varie dichiarazioni dei redditi e, nel caso in cui trovasse contanti in casa, una prova tangibile rispetto alla loro provenienza lecita, la cui dimostrazione di liceità spetta sempre al contribuente.
Tenere i soldi in casa: esiste un massimo di contanti?
Il contribuente che ha scelto in modo onesto di tenere i propri risparmi in casa, che sia sotto il materasso oppure in una cassaforte, è tenuto a sapere che non esiste un limite massimo di contanti che possono essere conservati in casa. Quello che bisognerà essere in grado di fare è di dimostrare la provenienza dei propri soldi nell’ipotesi in cui ci dovesse essere un controllo fiscale – che di solito è abbastanza remota.
Quindi, nel caso in cui si guadagnassero cifre esorbitanti, anche sopra il milione di euro, ma si dichiarassero tutte all’Agenzia delle Entrate, pur avendo deciso di tenere tutto il denaro in casa, non si incorrerebbe in problemi di alcun tipo. L’unico inconveniente potrebbe essere legato alla necessità di dover dotare la propria abitazione di qualche sistema di protezione in più, per tenere al sicuro i risparmi.
Ricapitolando quanto detto finora, dunque:
- tenere i propri soldi in casa non è reato;
- si possono tenere tutti i soldi guadagnati legalmente in casa, posto che devono essere dichiarati tutti, fino all’ultimo centesimo, all’Agenzia delle Entrate;
- si deve essere in grado di dimostrare la provenienza dei soldi posseduti in casa, attraverso documenti provvisti di una data certa, nell’ipotesi in cui si verifichi un controllo da parte del fisco;
- qualora si decidesse di spendere il denaro contante posseduto, bisognerà prestare attenzione ai limiti vigenti, in base ai quali uno scambio di contanti tra due persone non può essere pari o superiore ai 2.000 euro (3.000 nel 2019).
Conviene tenere i soldi in casa?
Passando da un discorso di tipo legale a uno meramente economico, conviene togliere i soldi dalla banca e nasconderli in casa propria? Sicuramente i conti correnti tradizionali hanno subito un contraccolpo negli ultimi anni, dovuto:
- all’aumento dei costi di gestione e di quelli delle operazioni;
- al venire meno dei tassi di interesse, che per alcune banche sono diventati addirittura negativi.
Al di là della mancanza di fiducia nei confronti degli istituti di credito, che potrebbe comunque portare il risparmiatore a valutare una diversificazione dei suoi investimenti, tramite il ricorso ad altri strumenti di tipo finanziario, il vero motivo per il quale tenere i soldi in casa potrebbe non rivelarsi una scelta vincente è dovuto all’erosione dell’inflazione del capitale, che ne determina il crollo del potere di acquisto.
Secondo uno studio recente, quelli che nel 2000 erano 1.000 euro:
- dopo 5 anni sono scesi del 3,3%, diventando 967 euro;
- dopo 10 anni hanno subito un’erosione del 12,5%, diventando 875 euro;
- dopo 20 anni la perdita di valore sarebbe addirittura pari al 40%: di quei 1.000 euro iniziali rimarrebbero soltanto 588 euro.
Tenere soldi in casa – Domande frequenti
La legge non vieta di tenere soldi in casa, che rappresenta un’azione lecita. Nell’eventualità di un controllo da parte del fisco si deve comunque essere in grado di dimostrare la provenienza lecita del denaro posseduto.
Tenere soldi in casa non è reato, ma il denaro posseduto presso la propria abitazione deve essere congruo rispetto a quanto riportato sulla Dichiarazione dei redditi. In caso di controlli da parte della Finanza, si dovrà essere in grado di certificare con i relativi documenti fiscali l’origine del proprio capitale.
Non esistono limiti legali rispetto alla cifra di contanti che può essere conservata in casa. Anche se l’importo è molto alto, tenerlo in caso non è illegale. Ciò che conta è l’uso che si farà dei contanti: in questo caso dal 2020 al 2021 non sarà possibile effettuare scambi di denaro in contanti tra due persone per un valore superiore ai 2.000 euro (nel 2019 il limite massimo era di 3.000 euro).