Separazione consensuale (Torino): modi, costi e tempi
Come funziona la separazione consensuale a Torino, quali sono i tempi per realizzarla e quale la procedura da mettere in pratica.
La separazione consensuale è una di quelle procedure attraverso le quali marito e moglie possono decidere di separarsi di comune accordo. È entrata in vigore in Italia il 13 settembre 2014, con il decreto legge n.132/2014, convertito in legge n.162 del 10 novembre 2014.
La legge ha portato all’introduzione di una procedura che si colloca in un progetto più ampio di semplificazione del processo civile in determinate materie. Se sei interessato a saperne di più in merito alla separazione consensuale a Torino, in queste righe potrai trovare le informazioni di maggiore utilità.
Un buon punto di partenza consiste nel sapere che durante la fase di separazione consensuale, rivolgersi a un buon avvocato è fondamentale. Il professionista potrà infatti fornire tutto il suo supporto in merito a:
- diritti sul patrimonio;
- diritti di visita e mantenimento dei figli;
- eventuali assegni di mantenimento per il coniuge economicamente più debole;
- assegnazione della casa coniugale.
- Separazione consensuale: cos’è
- Separazione consensuale: come funziona
- Separazione consensuale: costi e tempi
- Separazione consensuale: la procedura di omologazione
- Separazione consensuale: la negoziazione assistita
- Separazione consensuale in Comune
- Separazione consensuale: i documenti necessari
- Separazione consensuale: cosa succede dopo 6 mesi
Separazione consensuale: cos’è
La separazione consensuale, come suggerisce il termine stesso, è un procedimento che può avere luogo soltanto nel caso in cui i due coniugi siano d’accordo non solo nel richiedere la separazione in sé, ma soprattutto nel regolare questioni delicate, quali per esempio:
- l’affidamento dei figli;
- l’assegnazione della casa coniugale;
- la divisione dei beni e tutte le altre questioni di tipo economico o patrimoniale.
Si tratta della tipologia di separazione migliore dal punto di vista legale nella misura in cui permette ai due coniugi di mantenere un rapporto pacifico, nota molto positiva soprattutto in presenza di figli minori, e si tratta di una procedura abbastanza rapida nei tempi e nelle modalità di realizzazione.
La legge 162 del 2014 ha portato all’introduzione di due formule distinte attraverso le quali può avvenire la separazione consensuale:
- la separazione consensuale con negoziazione assistita da parte di un avvocato;
- la separazione in Comune, dinnanzi al Sindaco.
Separazione consensuale: come funziona
In Italia non è possibile richiedere direttamente il divorzio senza che prima ci sia un periodo di separazione. Tale periodo deve essere:
- continuativo;
- rappresentato da una non convivenza da parte dei due coniugi.
I due coniugi non devono limitarsi a non vivere più insieme, ma devono richiedere formalmente la separazione attraverso una procedura che prende il nome di omologazione della separazione. Solo in questo modo, trascorsi i termini stabiliti dalla legge, sarà possibile portare a termine un’eventuale richiesta di divorzio.
Separazione consensuale: costi e tempi
I tempi previsti per ottenere un divorzio in seguito a una separazione consensuale sono di 6 mesi a partire dalla data in cui avviene la procedura di omologazione. Per quanto riguarda i costi, invece, dipendono molto dalla procedura scelta per richiedere la separazione. In generale, è previsto il pagamento di un contributo unificato di 43 euro.
Nel caso di separazione in Comune, dovranno essere pagati soltanto i diritti comunali, che costano tra i 15 e i 30 euro. Questa opzione, che non prevede l’obbligo di rivolgersi a un avvocato, può essere scelta solo nel caso in cui non si abbiano figli minori o figli maggiorenni non autosufficienti.
Anche per la separazione consensuale in Comune a Torino, però, è buona pratica richiedere la consulenza di un legale al fine di:
- comprendere meglio i propri diritti;
- conoscere quali sono tutti gli strumenti di tutela dei quali si dispone.
Una separazione rappresenta comunque un momento molto delicato della propria vita: viverlo al meglio, attraverso la consulenza di un professionista affidabile e che propone una parcella onesta, è una buona soluzione per affrontarlo nel migliore dei modi.
I costi della separazione con negoziazione assistita, che in genere si conclude con un paio di incontri, sono di circa 700-1.000 euro, che i coniugi possono decidere di dividere se scelgono di rivolgersi allo stesso avvocato.
Chi ha un reddito inferiore agli 11.528,41 euro può comunque avere accesso al gratuito patrocinio: sarà lo Stato a provvedere al pagamento delle spese del legale. In questo caso, basterà scegliere, tra l’elenco degli avvocati della propria zona, uno tra quelli abilitati al gratuito patrocinio.
Separazione consensuale: la procedura di omologazione
La separazione consensuale si realizza attraverso il procedimento di omologazione. Nella pratica, occorre presentare ricorso alla Cancelleria del Tribunale. Il Presidente del Tribunale fissa, entro cinque giorni dal deposito in Cancelleria, una data di comparizione per il cosiddetto tentativo di conciliazione tra le due parti, ai sensi dell’articolo 708 del Codice di procedura civile. I coniugi devono presentarsi in Tribunale nella data stabilita: la presenza di un legale non è obbligatoria.
Nel caso in cui la conciliazione dovesse andare bene, il Presidente redigerà il verbale di conciliazione. In caso contrario:
- viene verbalizzata la volontà dei coniugi a separarsi e le condizioni che spettano alla coppia e agli eventuali figli a carico;
- a questo punto viene richiesto il parere del Pubblico Ministero: se le condizioni che sono state concordate dai due coniugi vengono accettate, viene emesso il decreto di omologazione;
- in caso contrario, il giudice indica quali sono le modifiche da apportare all’accordo di separazione;
- se la coppia si rifiuta di recepirle, l’omologazione potrebbe non avvenire.
L’omologazione rappresenta l’atto di controllo che permette alla separazione consensuale di acquistare efficacia. L’invalidità dell’omologazione può avvenire nei casi in cui, per esempio, non vengano rispettate delle clausole che per legge i coniugi sono tenuti a considerare, come quella relativa al mantenimento dei figli, in cui interessi devono essere sempre salvaguardati.
La separazione consensuale a Torino è di competenza:
- del Tribunale di Torino se la coppia vi ha la residenza;
- del Tribunale del luogo in cui il coniuge ha la residenza o il domicilio;
- se il coniuge convenuto fosse irreperibile, del luogo di residenza o domicilio del ricorrente.
Separazione consensuale: la negoziazione assistita
La separazione consensuale a Torino può avvenire attraverso la procedura di negoziazione assistita, che funziona nel modo seguente:
- i due coniugi scelgono un avvocato, che può essere uno diverso oppure lo stesso professionista per entrambi;
- si incontrano, mettendosi d’accordo sulle condizioni alla base della separazione;
- giungono a un accordo definitivo, lo mettono per iscritto e lo sottoscrivono;
- l’avvocato trasmette l’atto al Procuratore della Repubblica.
Giunti a questa fase della procedura, è possibile ricevere il nullaosta oppure l’autorizzazione nel portare a termine la separazione.
Separazione consensuale in Comune
L’alternativa rappresentata dalla separazione consensuale presso il Comune di Torino può essere scelta solo nel caso in cui non si abbiano figli minorenni o figli maggiorenni non autosufficienti o portatori di handicap. Questa procedura non si può eseguire anche nel caso in cui l’accordo tra i due coniugi prevedesse dei patti di trasferimento patrimoniale.
La separazione può essere richiesta o presso il Comune di residenza oppure presso quello in cui è stato trascritto il matrimonio. Il ricorso a un avvocato non è obbligatorio: ai due coniugi basta solo fissare con l’Ufficio di Stato Civile un giorno di comparizione, nel quale sarà confermato, dinnanzi al Sindaco, l’accordo sulle condizioni di divorzio.
Separazione consensuale: i documenti necessari
I documenti richiesti sia nel caso della richiesta di separazione in Comune sia in quello tramite negoziazione assistita sono:
- il modulo di ricorso, che consiste nella domanda di separazione vera e propria;
- il certificato di residenza;
- il certificato di matrimonio;
- lo stato di famiglia;
- le fotocopie di carta d’identità e del codice fiscale di entrambi i coniugi;
- la ricevuta di pagamento del contributo unificato.
Si consiglia sempre di telefonare o controllare i siti del Tribunale o del Comune nel quale è stata richiesta la separazione per essere certi che non siano necessari eventuali documenti in più.
Separazione consensuale: cosa succede dopo 6 mesi
Trascorsi i termini previsti dalla legge, ovvero 6 mesi dopo l’omologazione della separazione, i coniugi avranno la possibilità di fare domanda di divorzio, inviandola al Tribunale. Verrà quindi fissata un’udienza, entro un periodo massimo di 2-3 mesi: la definitiva sentenza di divorzio sarà annotata nel Registro di Stato Civile del Comune in cui era stato trascritto il matrimonio.
I coniugi che hanno fatto richiesta di separazione hanno comunque la possibilità di ripensarci e di tornare insieme. In questo caso specifico, basterà tornare a vivere insieme, ristabilendo i rapporti materiali e affettivi per porre fine alla separazione. Non è necessaria una sentenza, nella misura in cui la riconciliazione tacita è comunque valida: i due coniugi possono però decidere di mettere nero su bianco la riconciliazione tramite una scrittura.
Separazione consensuale – Domande frequenti
La separazione consensuale, introdotta in Italia nel 2014, consiste in una procedura di separazione basata su un accordo tra i due coniugi, che possono decidere di rivolgersi a un legale e procedere con la negoziazione assistita, oppure di separarsi in autonomia, presso il proprio Comune di residenza.
Nella separazione consensuale vi è un accordo tra le parti che viene a mancare nella separazione di tipo giudiziale. Per questo motivo la richiesta di divorzio può essere effettuata 6 mesi dopo dalla separazione consensuale, mentre per quella giudiziale è necessario un anno di tempo.
In Italia la separazione è la condizione necessaria affinché possa avvenire un divorzio, ovvero è un periodo di tempo, stabilito dalla legge, durante il quale due coniugi non vivono più insieme in modo continuativo. Alla scadenza dei termini possono scegliere di tornare insieme, attraverso la riconciliazione, oppure di porre definitivamente fine al loro matrimonio, tramite una sentenza di divorzio.