Divorzio in Comune: quali sono tempi e costi e che documenti servono
È possibile richiedere il divorzio di Comune in presenza di figli minorenni? Quanto costa rispetto alla procedura classica di divorzio con un avvocato? Ecco come funziona e quando si può fare.
Il divorzio in Comune è una possibilità alla quale ricorrere come alternativa al tradizionale divorzio in Tribunale con annessa sentenza e alla negoziazione assistita, in presenza di un avvocato divorzista.
Considerato l’aumento del numero di divorzi nel tempo – ricordiamo che il divorzio è legale in Italia dal 1º dicembre 1970 – una procedura simile è stata rivoluzionaria, in quanto ha permesso al contempo di ridurne i costi e di velocizzarne i tempi.
Vediamo allora di seguito come funziona e quali sono le casistiche in cui è possibile ricorrere al divorzio in Comune senza avvocato.
Atto di divorzio in Comune: cos’è
Come suggerisce il nome stesso, il divorzio in Comune è una procedura che si svolge davanti al Sindaco del Comune di competenza, e non in Tribunale come da prassi.
Il divorzio in Comune permette di ridurre in primo luogo le spese necessarie per affrontare un divorzio, che prevede in genere il pagamento delle spese legale di un avvocato.
Tuttavia, è bene chiarire fin da subito che il divorzio in Comune non è sempre possibile: ci devono infatti essere determinate condizioni. Vediamo di seguito quali sono.
Come richiedere il divorzio in Comune
Il divorzio in Comune potrà essere richiesto:
- quando non sono presenti figli minorenni;
- quando non si hanno figli maggiorenni incapaci o portatori di handicap;
- in assenza di figli maggiorenni non autosufficienti (mentre si potrà richiedere con figli maggiorenni autosufficienti).
In aggiunta, un altro requisito fondamentale consiste nell’assenza di un patto di trasferimento patrimoniale tra i due coniugi, come per esempio la divisione di un immobiliare acquistato insieme, dopo essersi sposati.
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Che documenti servono per il divorzio in Comune?
I coniugi che sceglieranno di comune accordo di divorziare in Comune, dovranno recarsi presso l’Ufficio di Stato Civile del luogo in cui è stato celebrato il matrimonio, oppure presso il Comune di residenza di entrambi.
Dovranno presentare i seguenti documenti:
- documento di identità di entrambi;
- autocertificazione attestante la dichiarazione di residenza, il luogo e la data in cui si è svolto il matrimonio e di non avere figli;
- la copia della sentenza di separazione giudiziale, oppure il decreto di omologa di separazione, in caso di separazione consensuale, o ancora dell’accordo di separazione, qualora sia stata scelta la separazione consensuale tramite negoziazione assistita.
Divorzio in Comune: costo e tempi
La procedura di divorzio in Comune prevede un costo di soli 16 euro, che corrispondono ai diritti che si versano all’Ufficio di Stato Civile.
Il divorzio senza avvocato permette infatti di risparmiare sulla parcella dell’avvocato divorzista, la quale potrebbe avere un costo compreso tra i 1.000 e i 3.000 euro.
Sulla base di quanto previsto dalla legge sul divorzio breve, il divorzio in Comune potrà avvenire:
- dopo 6 mesi di tempo dal momento in cui è avvenuta la separazione consensuale;
- dopo 1 anno, nell’ipotesi di separazione giudiziale.
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Come avviene il divorzio in Comune
Solitamente, il divorzio in Comune prevede due incontri. Nel primo, l’Ufficiale di Stato Civile compila l’accordo che è stato raggiunto tra i due coniugi. Questo momento, potrebbe anche essere preceduto da un incontro iniziale in cui si verifica il possesso dei documenti e delle condizioni richieste, prima tra tutte l’avvenuta separazione tra i due.
Ricordiamo infatti che in Italia il divorzio non potrà avvenire se non c’è stata prima la separazione tra i coniugi. A questo proposito, ecco cosa succede nel caso in cui si dovesse fare un passo indietro durante la separazione.
Il secondo incontro avviene a distanza di almeno 30 giorni dal primo: i coniugi confermano la loro intenzione di divorziare. Nel caso in cui uno dei due ci dovesse ripensare e non dovesse presentarsi all’incontro, l’accordo raggiunto perde di validità e decade.
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Una parte fondamentale del divorzio in Comune è rappresentata dall’accordo che deve essere raggiunto tra i due coniugi, il quale potrà per esempio prevedere il versamento di una sorta di assegno di mantenimento nei confronti del soggetto economicamente più debole, inteso come assegno divorzile. L’ufficiale di Stato Civile non potrà intromettersi sulla somma che è stata liberamente pattuita tra i coniugi.
Gli accordi sottoscritti nel corso di una separazione o di un divorzio in Comune, potranno essere comunque modificati nel corso del tempo recandosi nuovamente in Comune e presentando ancora una volta i documenti richiesti.
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Divorzio in Comune – Domande frequenti
Il divorzio in Comune prevede unicamente il pagamento di un’imposta da bollo pari a 16 euro.
Per divorziare in Comune, non si dovranno avere figli minorenni o maggiorenni non autosufficienti, né accordi di tipo patrimoniali. Si dovrà anche avere il documento relativo alla separazione già avvenuta.
Il divorzio veloce o breve potrà avvenire in Comune senza avvocato, oppure con una procedura di negoziazione assistita tramite il supporto di un avvocato.