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Si può rifiutare una raccomandata?

Cosa succede nel caso in cui una raccomandata venga rifiutata: dal periodo di giacenza alle conseguenze effettive per i cittadini.

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Paolo Cernigliaro
03 Marzo 2020
rifiutare raccomandata

Ogni cittadino ha il diritto di rifiutare una raccomandata: si tratta di un’azione legittima, ma che prevede delle conseguenze. I documenti che vengono inviati tramite raccomandata, infatti, sono soggetti al tracciamento della consegna e all’attestazione legale dell’avvenuta spedizione, ai sensi del D.lgs. 161 del 1999.

Nel caso della raccomandata con avviso di ricevimento – nota come raccomandata A/R – viene confermata l’avvenuta ricezione tramite una cartolina firmata dalla persona che riceve la raccomandata, nella quale viene indicata la data nella quale è stata ricevuto.

Cosa succede in caso di rifiuto o di assenza da parte del ricevente della raccomandata? Analizziamo più nel dettaglio la questione, in particolar modo le situazioni più comuni nelle quali si verifica concretamente il rifiuto di una raccomandata.

Rifiutare una raccomandata: quando farlo

Appurato che il rifiuto di una raccomandata – che potrebbe contenere anche un atto giuridico nella misura in cui potrebbe trattarsi di una cartella di pagamento inviata dall’Agenzia delle Entrate – costituisce un diritto che può essere esercitato da qualsiasi cittadino, l’azione comporta una serie di effetti collaterali.

In primo luogo, è bene sapere che il rifiuto di un documento senza valide ragioni viene considerato come accettazione. Per Legge, dunque, si ritiene che la notifica sia stata eseguita correttamente e che il destinatario sia venuto a conoscenza del contenuto della raccomandata.

Il destinatario può legittimamente rifiutare una raccomandata nel momento in cui:

  1. venga consegnata in un luogo dove il destinatario non abita più, come per esempio la casa dei suoi genitori;
  2. il nome riportato sulla busta non sia corretto.

Dal canto suo, il postino ha il diritto di cercare il destinatario di una raccomandata in un luogo diverso rispetto a quello indicato sulla busta, nel caso in cui dovesse rendersi conto che l’indirizzo è errato o il mittente ha commesso errori di stampa o battitura.

Rifiutare una raccomandata: le conseguenze

Cosa succede nei casi in cui una raccomandata venga rifiutata, oppure in assenza del destinatario al momento della ricezione? La raccomandata viene depositata presso l’ufficio postale più vicino e a quel punto avrà inizio il cosiddetto periodo di giacenza:

  1. questo periodo ha durata di un mese;
  2. il destinatario può recarsi, entro i termini, a ritirare la raccomandata presso l’ufficio postale che viene segnato nell’avviso lasciato dal postino nella cassetta delle lettere.

Trascorso un mese di tempo avviene la cosiddetta compiuta giacenza:

  • la raccomandata viene restituita al mittente;
  • per quanto riguarda il destinatario, si considerano compiuti gli effetti: è come se la raccomandata fosse stata effettivamente consegnata e aperta. Si parla, in questo caso, di presunzione di conoscenza, a prescindere dal fatto che la raccomandata sia stata rifiutata o che il destinatario fosse assente nel momento della ricezione.

L’ultimo punto è ribadito dallo stesso articolo 1335 del Codice Civile, nel quale viene descritto che “La proposta, l’accettazione, la loro revoca e ogni altra dichiarazione diretta a una determinata persona si reputano conosciute nel momento in cui giungono all’indirizzo del destinatario, se questi non prova di essere stato, senza sua colpa, nell’impossibilità di averne notizia”.

rifiutare una raccomandata come funziona

Cosa si può fare dopo aver rifiutato una raccomandata?

L’unico modo nel quale la raccomandata non ricevuta non viene considerata efficace nei confronti del destinatario è quello in cui si dimostri di essersi trovato in una condizione di impossibilità oggettiva – ovvero di un evento straordinario e imprevedibile – che ha impedito di venire a conoscenza del suo arrivo e del suo contenuto.

La sentenza n. 20482 della Corte di Cassazione del 6 novembre 2011 ha confermato questo punto stabilendo che la prova da fornire “deve necessariamente avere ad oggetto un fatto o una situazione che spezza o interrompe in modo duraturo il collegamento esistente tra il destinatario ed il luogo di destinazione della comunicazione e deve, altresì, dimostrare che tale situazione è incolpevole, non poteva cioè essere superata dall’interessato con l’uso dell’ordinaria diligenza”.

Quanto detto finora mette in evidenza il fatto che rifiutare una raccomandata non è una scelta per niente conveniente: il suo contenuto viene comunque considerato come notificato al destinatario e dimostrare il contrario, ovvero di essere stati in condizioni oggettive di impedimento rispetto al contenuto stesso, non è così semplice e immediato come potrebbe sembrare.

Si può rifiutare una raccomandata a mano?

La raccomandata a mano è una modalità utilizzata per consegnare comunicazioni e documenti che si differenzia dalla tradizionale raccomandata di Poste Italiane. Nel momento in cui si riceve una raccomandata a mano, sarà necessario firmare una copia del documento di avvenuta ricezione.

La differenza principale rispetto alla raccomandata ordinaria consiste nel fatto che quella a mano non sempre ha valore legale:

  • può assumere valore legale se il destinatario indica la data nella quale è stata ricevuta sul documento attestante l’avvenuta ricezione;
  • al contrario, la raccomandata A/R inviata con Poste Italiane ha sempre valore legale: questo è il motivo principale per il quale anche in caso di rifiuto i suoi effetti sono comunque validi.

La raccomandata a mano può essere rifiutata? Anche in questo caso, la risposta è sì, ma nel momento in cui la raccomandata non viene firmata dal suo destinatario, non potrà produrre alcun effetto.

In situazioni simili, il mittente avrà facoltà di:

  • rivolgersi a un avvocato;
  • inviare una nuova raccomandata con il servizio proposto da Poste Italiane, con il quale, anche in caso di rifiuto, il contenuto della raccomandata avrà effetto.

Si può rifiutare un atto giudiziario?

Come funziona, invece, il caso della ricezione e del possibile rifiuto di un atto giudiziario? In genere, la notifica di documenti di questo tipo viene effettuata da parte di un ufficiale giudiziario, ai sensi dell’articolo 137 del Codice di Procedura Penale, che consegna l’atto giudiziario a mani proprie presso l’indirizzo del destinatario.

A differenza del postino, l’ufficiale giudiziario deve consegnare l’atto giuridico presso l’indirizzo che è riportato sulla busta e qualora si rendesse conto che si tratti di un indirizzo errato, non potrebbe cercare il destinatario in un luogo diverso rispetto a quello che è stato indicato.

Se non fosse possibile consegnare il documento, per rifiuto, irreperibilità o per incapacità del destinatario, l’ufficiale giudiziario:

  • deposita la copia nella casa del Comune nella quale deve essere eseguita la notificazione;
  • affigge un avviso relativo alla notificazione presso l’abitazione, l’ufficio o l’azienda del destinatario;
  • informa ulteriormente il destinatario con una raccomandata informativa A/R, che prende il nome di CAN, ovvero comunicazione di avvenuta notifica;
  • il destinatario ha a sua disposizione 10 giorni di tempo dalla notifica per ritirare l’atto.

La notifica di ricezione di un atto giudiziario al destinatario può essere inviata anche facendo ricorso al servizio postale. In questo caso:

  • l’ufficiale giudiziario scrive la relazione di notificazione sia sull’originale sia sulla copia dell’atto;
  • la copia viene inviata al destinatario con l’originale in allegato, tramite piego raccomandato con avviso di ricevimento;
  • nel caso in cui il piego venisse rifiutato o l’agente postale fosse impossibilitato nel consegnarlo, allora sarebbe depositato lo stesso giorno presso l’ufficio postale che avrebbe dovuto occuparsi della consegna.

Il destinatario viene informato con una notifica inviata con lettera raccomandata A/R, in busta chiusa, circa la presenza di un piego depositato presso l’ufficio postale:

  • avrà a sua disposizione ben 6 mesi di tempo per provvedere a ritirare il piego presso l’ufficio postale;
  • se si presenta entro 10 giorni di tempo dall’inizio della giacenza del piego, la notifica si considera eseguita con il ritiro del pacco;
  • se non si dovesse presentare entro il termine previsto, invece, si verificherebbe la compiuta giacenza: il piego resterebbe nell’ufficio postale per sei mesi, durante i quali il ritiro potrà essere effettuato in qualsiasi momento;
  • una volta trascorsi i 6 mesi di tempo, il piego sarà restituito al mittente.

Rifiutare una raccomandata – Domande frequenti

Posso rifiutare una raccomandata?

I cittadini hanno il diritto di rifiutare una raccomandata qualora sulla busta sia presente un errore, per esempio relativo al nome e cognome del destinatario, oppure quando venga riportato un indirizzo che non corrisponde a quello in cui il destinatario abita effettivamente.

Cosa rischio se rifiuto una raccomandata?

Posto che rifiutare una raccomandata è un diritto del cittadino, farlo non è una scelta azzeccata. Questo perché la mancata accettazione di una raccomandata non ne annulla gli effetti: il documento si considera valido e mantiene il suo valore legale, anche perché nonostante il destinatario non abbia avuto accesso effettivo al suo contenuto, nella pratica vige il principio della presunzione di conoscenza.

Quanto dura il periodo di giacenza di una raccomandata?

Il periodo di giacenza nel caso di mancata ricezione per assenza o per rifiuto di una raccomandata ha la durata di un mese, durante il quale il documento viene depositato presso l’ufficio postale. Nel caso degli atti giudiziari, invece, il periodo di giacenza ha una durata di 6 mesi. I termini corrispondono al lasso di tempo entro il quale il destinatario dovrebbe effettuare il ritiro.

Cosa succede al termine del periodo di giacenza?

Il periodo di giacenza durante il quale è possibile ritirare una raccomandata termina dopo un mese: allo scadere del termine inizia la compiuta giacenza e la lettera viene restituita al mittente.

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Paolo Cernigliaro
Specializzato in ambito di diritto internazionale, si occupa prevalentemente di questioni societarie, passaggio generazionale delle imprese nonché controversie in materia di diritto tributario, ereditario ed amministrativo. Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit, sed do eiusmod tempor incididunt ut labore et dolore magna aliqua. Ut enim ad minim veniam, quis nostrud exercitation ullamco laboris nisi ut aliquip ex ea commodo consequat.
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