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Qual è la differenza tra giudice e magistrato?

Quali sono le differenze principali tra giudice e magistrato? Scopriamole insieme concentrandoci anche su quelle che sono le funzioni delle due figure giuridiche.

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Redazione deQuo
04 Agosto 2021
differenza tra giudice e magistrato

Ti sarà capitato tante volte, nel corso del tempo, di utilizzare, senza rendertene conto, i termini giudice e magistrato come fossero sinonimi. 

Si tratta veramente della stessa cosa o sono due figure distinte, per le quali è necessario conseguire una laurea magistrale in Giurisprudenza

Vediamo di seguito qual è la differenza principale e in cosa consiste, nel dettaglio, il ruolo del giudice e quello del magistrato. 

Che differenza c’è tra giudice e magistrato?

La prima nozione fondamentale per capire la differenza tra giudice e magistrato consiste nel sapere che ogni giudice deve essere, obbligatoriamente, un magistrato

Di contro, non tutti i magistrati sono giudici: questo significa che la qualifica di giudice è più specifica rispetto alla categoria di magistrato, la quale è, invece, più ampia. 

Il giudice è, nella pratica, un organo sopra le parti (super partes) che ha il compito di decidere, in modo imparziale, su una causa di natura civile, penale o amministrativa. Il magistrato, invece, è un organo autonomo e non condizionato né dal potere legislativo né da quello esecutivo. 

differenza tra giudice e magistrato

Di cosa si occupa il giudice

Posto, dunque, che i termini giudice e magistrato non sono sinonimi, analizziamo più nel dettaglio di cosa si occupano le due figure. Il giudice ha il compito di decidere su una causa e può essere rappresentato:

  • da un funzionario, come per esempio il Giudice di pace;
  • da un organo, quale il giudice collegiale che è composto da più persone. 

Non esiste una definizione di giudice dettata dalla legge, ma ci sono, invece, delle specifiche competenze che portano a distinguere tra giudice civile, giudice penale, e così via. 

Giudice civile

Il giudice civile si occupa di decidere sulle causa riguardanti:

Il giudice può anche decidere di farsi assistere da altre figure professionali: per esempio, nel caso del risarcimento danni per incidente stradale, si potrà richiedere il supporto del medico legale o di un ingegnere. 

Giudice penale

Il giudice penale si occupa di giudicare tutto quello che rappresenta un reato e che potrà essere discusso:

  1. davanti alla Corte d’Assise, nel caso dei reati di maggiore gravità;
  2. davanti al Tribunale, in composizione monocratica, oppure collegiale. 

In generale, il giudice non ha soltanto il compito di stabilire chi è il colpevole per condannarlo, ma anche quello di:

  • ascoltare le parti in causa;
  • presidiare le udienze;
  • convocare i testimoni;
  • studiare il fascicolo delle parti e le prove disponibili. 

Tipologie di giudice

Mentre a seconda del contesto, si può parlare di giudice civile, penale, amministrativo o tributario, ci sono ulteriori differenze all’interno della singola giurisdizione

Nella giurisdizione civile troviamo il Giudice di pace e il Tribunale. In quella penale, è possibile distinguere tra:

Nel caso dei processi amministrativi, il giudice gestirà le cause che coinvolgono la pubblica amministrazione o un ente pubblico e che si svolgono presso il TAR, ovvero il Tribunale amministrativo Regionale. Il giudice tributarista giudicherà, tramite la commissione tributaria, le cause riguardanti tasse e imposte

differenza tra giudice e magistrato

Magistrato: cosa fa 

I magistrati non decidono sulle controversie specifiche, ma fanno parte della funzione giurisdizionale dello Stato

Rientrano tra  magistrati:

  • il Pubblico ministero (Pm);
  • il giudice della Corte dei conti, che non sempre si pronuncia sulle controversie. 

Prendendo in analisi la figura del Pm, si tratta della persona che ha la funzione di indagare su un crimine, attraverso l’esame delle prove e della documentazione presentate, e che si occupa di condurre le indagini con il supporto della polizia giudiziaria

Chi sono i magistrati: le tipologie esistenti

Quando ci si riferisce ai magistrati, si possono annoverare due differenti categorie:

  1. il magistrato togato, che è un dipendente pubblico, che lavora per lo Stato a tempo indeterminato. Per diventarlo, si dovrà superare il concorso pubblico di magistratura;
  2. il magistrato onorario, il quale esercita la sua professione per dei periodi prestabiliti e viene nominato per alcune procedure specifiche. Ne è un esempio, il Giudice di pace, che non riceve uno stipendio, ma un’indennità per l’attività svolta. 

Il magistrato togato potrà svolgere la propria attività:

  • nei TAR;
  • come membro del Consiglio di Stato;
  • nelle Commissioni Provinciali e Regionali, diventando giudice tributario;
  • come membro della Corte dei Conti. 

Come diventare magistrati togati (o ordinari)

Per diventare giudici bisogna prima di tutto diventare magistrati: dopo la laurea in giurisprudenza della durata di 5 anni, sarà necessario superare il concorso pubblico che viene indetto su cadenza periodica dal Ministero della Giustizia. 

Vi potranno partecipare i cittadini italiani che non abbiano mai subito condanne e non siano già stati bocciati a tre concorsi, i quali possono rientrare tra le seguenti figure professionali:

  • avvocati:
  • soggetti abilitati alla professione forense;
  • magistrati onorari;
  • dottori in legge che abbiano frequentato anche una scuola di specializzazione per le professioni legali, oppure un dottorato di ricerca nelle materie giuridiche o svolto un tirocinio di 18 mesi presso l’Avvocatura dello Stato;
  • dirigenti dello Stato laureati in legge;
  • professori universitari di ruolo specializzati in materie giuridiche.

Differenza tra giudice e magistrato – Domande frequenti

Che differenza c’è tra pubblico ministero e giudice?

Il Pubblico ministero è una particolare tipologia di magistrato, che ha un ruolo diverso rispetto a quello del giudice: scopri di cosa si tratta

Quali sono i compiti del pubblico ministero?

Il pubblico ministero è un magistrato che ha la funzione di indagare sui soggetti considerati colpevoli di un reato in modo tale che si possa procedere al processo penale. 

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