Termini appello penale: decorrenza e calcolo
Come si calcolano i termini per l'appello penale e quanto tempo ho per impugnare una sentenza penale? Vediamolo insieme.
Chi viene condannato per un reato penale, ha la possibilità di impugnare la sentenza di condanna, ovvero la può contestare rispettando i termini dell’appello penale.
Impugnare una sentenza significa, in primo luogo, agire per tempo, in modo tale da non far scadere i termini in questione.
Una persona che ha commesso un reato sarà molto probabilmente stata denunciata o querelata dalla vittima, che avrà cercato di farsi giustizia contro il presunto colpevole.
Partiranno così le indagini preliminari: se la persona in questione sarà giudicata colpevole, ci sarà allora un rinvio a giudizio e un successivo processo penale. Quest’ultimo rappresenta un primo grado di giudizio, non ancora definitivo.
Il soggetto accusato ingiustamente avrà la possibilità di impugnare la sentenza: ecco quali sono i termini dell’appello penale che deve rispettare.
Termini appello penale: quando si può impugnare una sentenza
Al termine di un processo di primo grado, viene emessa una sentenza di colpevolezza o di assoluzione dell’imputato. Nell’ipotesi in cui il condannato o il PM non siano d’accordo con la decisione presa dal Giudice, allora sarà possibile impugnare la sentenza e ricorrere al secondo grado di giudizio – che avviene in Corte d’Appello.
Qualora l’appello fosse presentato unicamente dall’imputato, la pena prevista non potrà essere aggravata in Corte d’Appello, ma unicamente confermata oppure ridotta. La riformulazione della punizione non potrà prevederne, dunque, un peggioramento.
Se, invece, la sentenza viene impugnata dal Pubblico Ministero, potrebbe accadere che la pena venga confermata o peggiorata. In genere, infatti, quando un PM si oppone a un giudice è perché ritiene che la pena attribuita a un indagato sia stata troppo lieve.
Leggi anche Condanna penale erronea e ingiusta: cosa fare
Termini appello penale: art. 544 cpp
Prima di passare a esporre quali siano i termini da rispettare per poter impugnare una sentenza penale, è bene chiarire quale sia il tempo che occorre al Giudice per depositare le motivazioni della sentenza.
Nello specifico, si dovrà fare riferimento all’articolo 544 del Codice di procedura penale nel quale viene specificato che:
- Conclusa la deliberazione, il presidente redige e sottoscrive il dispositivo. Subito dopo è redatta una concisa esposizione dei motivi di fatto e di diritto su cui la sentenza è fondata.
- Qualora non sia possibile procedere alla redazione immediata dei motivi in camera di consiglio, vi si provvede non oltre il quindicesimo giorno da quello della pronuncia.
- Quando la stesura della motivazione è particolarmente complessa per il numero delle parti o per il numero e la gravità delle imputazioni, il giudice, se ritiene di non poter depositare la sentenza nel termine previsto dal comma 2, può indicare nel dispositivo un termine più lungo, non eccedente comunque il novantesimo giorno da quello della pronuncia. 3-bis. Nelle ipotesi previste dall’articolo 533, comma 3-bis, il giudice provvede alla stesura della motivazione per ciascuno dei procedimenti separati, accordando precedenza alla motivazione della condanna degli imputati in stato di custodia cautelare. In tal caso il termine di cui al comma 3 è raddoppiato per la motivazione della sentenza cui non si è accordata precedenza.
Leggi anche Come fare ricorso al TAR
Termini appello penale: art. 585 cpp
Per conoscere quali sono i termini per l’impugnazione della sentenza, bisogna fare invece riferimento all’articolo 585 del codice di procedura penale.
In particolare, i termini dell’appello penale sono i seguenti:
- 15 giorni, per i provvedimenti emessi in seguito a procedimento in camera di consiglio e nel caso previsto dall’articolo 544 comma 1;
- 30 giorni, nel caso previsto dall’articolo 544 comma 2;
- 45 giorni, nel caso previsto dall’articolo 544 comma 3.
Termini appello penale: decorrenza
Il calcolo della decorrenza dei termini avviene a partire:
- dalla notificazione o comunicazione dell’avviso di deposito del provvedimento emesso in seguito a procedimento in camera di consiglio;
- dalla lettura del provvedimento in udienza, quando è redatta anche la motivazione, per tutte le parti che sono state o che debbono considerarsi presenti nel giudizio, anche se non sono presenti alla lettura;
- dalla scadenza del termine stabilito dalla legge o determinato dal giudice per il deposito della sentenza ovvero, nel caso previsto dall’articolo 548 comma 2, dal giorno in cui è stata eseguita la notificazione o la comunicazione dell’avviso di deposito;
- dal giorno in cui è stata eseguita la comunicazione dell’avviso di deposito con l’estratto del provvedimento, per il procuratore generale presso la corte di appello rispetto ai provvedimenti emessi in udienza da qualsiasi giudice della sua circoscrizione diverso dalla corte di appello.
Nei casi in cui la decorrenza fosse diversa per l’imputato e per il suo difensore, si considera per entrambi il termine che scade per ultimo.
Sarà inoltre possibile presentare presso la cancelleria del giudice dell’impugnazione nuovi motivi fino a 15 giorni prima dell’udienza. I termini vengono stabiliti a pena di decadenza. Nell’ipotesi in cui la sentenza non venisse impugnata, si parlerebbe di rinuncia tacita.
Termini appello penale e sospensione feriale
La sospensione feriale consiste nell’esclusione dal calcolo dei termini processuali il periodo compreso tra il 1° e il 31 agosto di ogni anno. Durante il primo lockdown era stata invece introdotta la sospensione dei termini causa covid.
I casi nei quali, in ambito penale, la sospensione feriale non viene applicata, sono relativi ai procedimenti:
- in cui siano presenti imputati in stato di custodia cautelare, che rinunciano alla sospensione dei termini, oppure per l’applicazione di una misura di prevenzione, nei casi in cui sia stata disposta in modo provvisorio una misura personale o interdittiva, oppure il sequestro dei beni;
- relativi ai reati di criminalità organizzata;
- la prescrizione maturi durante la sospensione o nei 45 giorni giorni successivi;
- in cui sia necessario procedere con l’incidente probatorio ovvero al compimento di atti urgenti;
- che siano di particolare urgenza.
Leggi anche Come funziona il rito abbreviato
Impugnazione sentenza e gradi di giudizio
In Italia ci sono 3 gradi di giudizio:
- il primo grado di giudizio è svolto in tribunale o davanti a un Giudice di pace;
- il secondo grado di giudizio avviene dopo aver presentato ricorso e si svolge presso la Corte d’Appello;
- il terzo grado di giudizio, al quale si arriva qualora il processo in secondo grado sia ritenuto illegittimo e che si svolge presso la Corte di Cassazione.
Quante volte è possibile impugnare una sentenza? Il secondo grado rappresenta una sorte di rivincita che si ottiene nei casi in cui si ritiene di essere stati puniti ingiustamente. La pena diventa solitamente definitiva dopo la sentenza in Corte d’Appello. Il terzo grado viene raggiunto, invece, quando si ritiene che le norme di diritto non siano state interpretate in modo corretto, quindi non è così frequente.
Leggi anche Silenzio assenso: cos’è
Termini appello penale – Domande frequenti
Per calcolare i termini dell’appello penale, bisogna fare riferimento all’articolo 585 del Codice di procedura penale: clicca per saperne di più.
Nel caso di una sentenza civile, la scadenza per appellarsi alla decisione presa dal giudice corrisponde a 30 giorni dalla notifica.
L’appello non può essere proposta dal PM contro le sentenze di condanna, a meno che non si tratti di sentenza che modifica il titolo del reato.