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Cosa si intende con il termine ricorso e le diverse tipologie nel sistema giuridico italiano

Il ricorso nel diritto italiano: da quello amministrativo a quello nel processo civile e in Cassazione.

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Redazione deQuo
31 Agosto 2020
ricorso

Cos’è il ricorso

Il termine ricorso, nel diritto, viene utilizzato per indicare la richiesta presentata da un soggetto a una particolare autorità al fine di ottenere un provvedimento e un cambiamento rispetto a una specifica situazione.

Sono diversi i contesti nei quali è possibile scrivere un ricorso, per esempio lo si può fare per contestare una multa o un errore dell’INPS. A cambiare sono anche le autorità alle quali ci si può rivolgere nel caso di ricorso: lo si può difatti presentare al TAR, al giudice di pace, al prefetto, e così via. 

In questa guida esplicativa saranno presentate le diverse tipologie di ricorso esistenti nell’ordinamento giuridico italiano, tra le quali rientrano, tra le altre, il ricorso

Il ricorso amministrativo

Il ricorso amministrativo consiste in una richiesta di annullamento, revoca o riforma di un atto amministrativo. Può essere di tipo:

  1. gerarchico proprio;
  2. gerarchico improprio;
  3. in opposizione;
  4. straordinario al Presidente della Repubblica. 

Il ricorso gerarchico proprio consiste nell’impugnare un atto non definitivo rivolgendosi all’organo gerarchicamente superiore, al fine di tutelare sia diritti soggettivi, sia interessi legittimi, e far valere vizi di legittimità e di merito. 

Il ricorso gerarchico improprio, invece, ha carattere eccezionale e può essere proposto da:

  • gli organi individuali contro le deliberazioni di organi collegiali e viceversa;
  • gli organi collegiali contro le deliberazioni di altri organi collegiali;
  • gli organi statali contro i provvedimenti di altro ente pubblico;
  • gli organi statali contro provvedimenti di organi di vertice.

Il ricorso in opposizione è un ricorso amministrativo di carattere eccezionale, che può essere utilizzato entro 30 giorni dall’emanazione dell’atto impugnato in casi particolari: viene rivolto contro l’autorità che ha emanato l’atto e non contro quella gerarchicamente superiore

ricorso

Il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica

Per quanto riguarda il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, che è ammesso soltanto per motivi di legittimità, il soggetto che impugna un atto amministrativo definitivo si rivolge direttamente al Presidente della Repubblica

Trattandosi di un rimedio straordinario, risulta alternativo a quello amministrativo, ragion per cui non è ammissibile nel caso in cui l’atto sia stato impugnato con ricorso giurisdizionale al TAR, e viceversa. 

Questa tipologia di ricorso è valida solo per gli atti definitivi e deve avvenire nel termine di 120 giorni dal momento in cui si viene a conoscenza del provvedimento amministrativo: i controinteressati che ne riceveranno notifica, potranno proporre un atto di opposizione entro 60 giorni di tempo. 

Il ricorso nel processo civile

Nella fattispecie del processo civile, il ricorso è una forma alternativa alla citazione, nella quale la parte ha un contatto con il giudice prima di averne uno con la controparte. 

Il ricorso è un atto introduttivo:

  • del giudizio in Cassazione;
  • del processo del lavoro;
  • del procedimento per ingiunzione;
  • di ogni forma di procedimento di volontaria giurisdizione. 

Oltre a quanto precisato fin qui, in pratica tutte le istanze che le parti debbano rivolgere al giudice nel processo esecutivo assumono la forma del ricorso. 

Il ricorso per Cassazione

Si tratta di un mezzo di impugnazione nel quale non si verifica una nuova valutazione del merito della causa, ma viene valutata, piuttosto, la correttezza della decisione in rapporto all’applicazione delle norme di diritto processuale e sostanziale. 

Di conseguenza, il ricorso per Cassazione:

  • non ha effetto né sospensivo né devolutivo;
  • dà luogo a un nuovo processo;
  • è un mezzo di impugnazione rescindente, in quanto si basa sulla denuncia dei vizi specifici di una sentenza e porta al suo annullamento solo se i vizi sussitono;
  • è ammesso solo contro gli errori di diritto

In merito all’ultimo punto in elenco, ai sensi dell’articolo 360 c.p.c., il ricorso per cassazione può essere presentato:

  • per motivi attinenti alla giurisdizione;
  • per violazione delle norme sulla competenza;
  • per violazione o falsa applicazione di norme di diritto e dei contratti e accordi collettivi nazionali di lavoro;
  • per nullità della sentenza o del procedimento;
  • per omessa, insufficiente o contraddittoria motivazione circa un fatto controverso e decisivo per il giudizio.
ricorso

Quando la Cassazione giudica

I casi nei quali si può procedere con il ricorso per Cassazione, che deve essere proposto entro il termine di 60 giorni dalla notificazione della sentenza o di 6 mesi dalla pubblicazione della sentenza in caso di mancata notificazione, sono:

  • il ricorso  contro le decisioni dei giudici speciali, per motivi attinenti alla giurisdizione;
  • i conflitti di giurisdizione;
  • il ricorso per regolamento di giurisdizione;
  • i ricorso per regolamento di competenza.

Il ricorso per Cassazione è invece inammissibile in due casi:

  1. quando il provvedimento impugnato ha deciso le questioni di diritto in modo conforme alla giurisprudenza della Corte e l’esame dei motivi non offre elementi per confermare o modificare l’orientamento della stessa;
  2. quando è manifestamente infondata la censura relativa alla violazione dei principi regolatori del giusto processo.

Esito del ricorso per Cassazione

Le sentenze emanante dalla Corte di Cassazione in seguito a un ricorso possono essere:

  1. di rettificazione: si verificano quando la Corte si limita a correggere la motivazione alla base del ricorso in quanto la sentenza è stata erroneamente impugnata;
  2. di rigetto: in questo caso, poiché i motivi alla base del ricorso sono infondati, il ricorso viene rigettato e il ricorrente dovrà sostenerne le spese;
  3. di accoglimento: si verifica nel caso in cui il ricorso venga accolto. La conseguenza è una nuova sentenza con la quale viene annullata quella emessa prima del ricorso. 
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