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La responsabilità genitoriale: obblighi verso i figli

Quali sono i doveri dei genitori verso i figli e cosa si intende con responsabilità genitoriale.

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Redazione deQuo
17 Marzo 2020
responsabilità genitoriale

I doveri dei genitori nei confronti dei figli sono raccolti in alcuni articoli del Codice Civile, alcuni dei quali sono stati anche modificati nel corso del tempo. In particolar modo, l’articolo 316 disciplina quella che prende il nome di responsabilità genitoriale, nella quale rientrano i diritti e i doveri dei genitori nei confronti dei figli, sia quelli nati all’interno, sia quelli nati fuori dal matrimonio.

Sono tante le domande che sorgono in merito alla responsabilità genitoriale, per esempio quale sia il suo significato nel concreto, cosa succede nel caso in cui i due coniugi non dovessero essere d’accordo sulle decisioni riguardanti l’istruzione o la salute dei figli, cosa succede in seguito a una separazione, come si reagisce a una cattiva condotta da parte dei propri figli.

Un tempo la responsabilità genitoriale si chiamava potestà: analizziamo nel dettaglio quali diritti e doveri comprende, qual è la sua decorrenza, fino a che età è valida sui figli, quali sono gli atti che possono essere esercitati dai genitori per il bene dei figli e quali beni non possono invece essere amministrati nonostante i genitori detengano la responsabilità genitoriale.  

Responsabilità genitoriale: l’articolo 316 del Codice Civile

Nell’articolo 316 del Codice Civile si legge che sono entrambi i genitori a esercitare la responsabilità genitorialedi comune accordo tenendo conto delle capacità, delle inclinazioni naturali e delle aspirazioni del figlio” e che, sempre di comune accordo, “stabiliscono la residenza abituale del minore”.

Non sempre i coniugi, anche se non separati, riusciranno a trovare un punto di incontro in merito alle decisioni riguardanti i figli. A tal proposito, nell’articolo 316 viene stabilito che:

In caso di contrasto su questioni di particolare importanza ciascuno dei genitori può ricorrere senza formalità al giudice indicando i provvedimenti che ritiene più idonei.

Il giudice, sentiti i genitori e disposto l’ascolto del figlio minore che abbia compiuto gli anni dodici e anche di età inferiore ove capace di discernimento, suggerisce le determinazioni che ritiene più utili nell’interesse del figlio e dell’unità familiare.

Se il contrasto permane il giudice attribuisce il potere di decisione a quello dei genitori che, nel singolo caso, ritiene il più idoneo a curare l’interesse del figlio.

Per quanto riguarda i figli nati fuori dal matrimonio:

Il genitore che ha riconosciuto il figlio esercita la responsabilità genitoriale su di lui. Se il riconoscimento del figlio, nato fuori del matrimonio, è fatto dai genitori, l’esercizio della responsabilità genitoriale spetta ad entrambi. Il genitore che non esercita la responsabilità genitoriale vigila sull’istruzione, sull’educazione e sulle condizioni di vita del figlio”.

I doveri dei genitori verso i figli

Fanno parte della responsabilità genitoriale i seguenti doveri verso i figli:

  • il mantenimento, l’educazione, l’istruzione, l’assistenza morale, il rispetto delle loro capacità, inclinazioni naturali e aspirazioni;
  • la crescita in famiglia;
  • il mantenimento di rapporti significativi con i parenti, in particolar modo con i nonni che possono rivolgersi a un giudice nel caso in cui fosse negato loro il diritto di vedere i propri nipoti;
  • l’ascolto dei figli di almeno 12 anni o di età inferiore che abbiano capacità di discernimento rispetto a una decisione che li riguardi, come quella relativa al percorso di studi.
responsabilità genitoriale cos'è

Per mantenimento dei figli si intende che ogni genitore ha degli obblighi economici in base alla propria capacità di guadagno o alla propria disponibilità a occuparsi maggiormente del lavoro casalingo. Nel caso in cui i genitori non si trovassero nelle condizioni di poter assolvere a quest’obbligo, ricadrebbe in automatico sui nonni e, se fossero in vita, sui bisnonni, che hanno il dovere di donare ai figli il necessario per il mantenimento dei nipoti.

I genitori costituiscono i rappresentanti legali dei beni dei loro figli e li amministrano fino a quando questi ultimi non compiono la maggiore età o fino alla loro emancipazione in tutti gli atti civili. I genitori possono occuparsi in modo disgiunto soltanto degli atti di ordinaria amministrazione, fatta eccezione per quelli con cui si concedono o si acquistano diritti personali di godimento.

Cosa non possono fare i genitori sui beni dei loro figli

La responsabilità genitoriale prevede che i genitori non possano per conto dei propri figli:

  1. alienare, ipotecare o impegnare i beni che sono stati acquisiti dai figli a qualsiasi titolo;
  2. sottoscrivere un mutuo o una locazione di più di 9 anni;
  3. accettare o rifiutare un’eredità, un legato o una donazione;
  4. sciogliere una comunione ereditaria;
  5. compiere vari atti di straordinaria amministrazione;
  6. promuovere, transigere o compromettere in arbitri giudizi relativi a tali atti, se non nell’interesse dei propri figli e con l’autorizzazione di un giudice cautelare;
  7. rendersi acquirenti dei beni e dei diritti del minore;
  8. diventare cessionari di ragioni o credito verso il minore.

Per esempio, proseguire con l’esercizio di un’attività commerciale è possibile solo in seguito all’autorizzazione del tribunale su parere del giudice tutelare.

Nel caso in cui i genitori non volessero o non potessero amministrare i beni dei figli, o qualora ci fosse un conflitto di interesse patrimoniale tra i figli che sono soggetti alla medesima responsabilità genitoriale, dovrà essere nominato un curatore speciale.

Qualsiasi atto commesso violando le azioni elencate potrà essere annullato su istanza del figlio, dei suoi eredi o degli aventi causa.

Ai genitori spetta l’usufrutto dei beni dei figli?

Fino al raggiungimento della maggiore età o dell’emancipazione, i genitori possono godere dell’usufrutto dei beni dei figli, posto che tutto ciò che derivi da tale usufrutto dovrà essere utilizzato per il mantenimento della famiglia: i creditori non possono in alcun modo alienare, ipotecare o pignorare l’usufrutto legale.

Non fanno parte dei beni oggetto di usufrutto:

  • quelli che il figlio ha acquisito lavorando;
  • quelli che sono stati lasciati o donati al figlio per permettergli di avviare un’attività lavorativa;
  • quelli che sono stati lasciati o donati al figlio con la condizione che chi eserciti la responsabilità genitorialità non ne possa avere l’usufrutto;
  • i beni ricevuti dal figlio tramite eredità, legato o donazione.

Cosa succede in caso di separazione o divorzio

La responsabilità genitoriale non cessa in caso di separazione o divorzio, tranne nei casi in cui per giustificato motivo, quale può essere un trasferimento all’estero, uno dei coniugi non possa più farsi carico della responsabilità genitoriale, che sarà dunque esercitata in modo esclusivo dall’altro coniuge.

Ai sensi dell’articolo 316 del Codice Civile citato in precedenza, qualora non ci dovesse più essere una condizione di comune accordo tra i genitori in merito alle decisioni da prendere per il bene dei figli, questi ultimi avranno il diritto di rivolgersi a un giudice, che potrà decidere di sentire anche il figlio che abbia compiuto 12 anni o che abbia un’età inferiore, ma sia comunque in grado di comprendere eventuali decisioni che lo riguarderanno in prima persona.

La decadenza della responsabilità genitoriale

La decadenza della responsabilità genitoriale si verifica:

  • qualora il genitore non dovesse rispettare i propri doveri;
  • qualora il genitore dovesse abusare dei suoi poteri a discapito del figlio: in questa evenienza il giudice può stabilire che il figlio sia allontanato dai genitori e dalla residenza familiare;
  • quando il figlio raggiunga la maggiore età;
  • quando il figlio raggiunga l’emancipazione.

La decadenza della responsabilità genitoriale può anche essere provvisoria: il giudice può decidere di reintegrarla nel caso in cui le condizioni di decadenza non sussistessero più.

Ai sensi dell’articolo 319 del Codice Civile, un genitore può, in caso di cattiva condotta da parte del figlio decidere di “collocarlo in un istituto di correzione, con l’autorizzazione del presidente del tribunale. L’autorizzazione può essere chiesta anche verbalmente. Il presidente del tribunale, assunte informazioni, provvede con decreto senza formalità di atti e senza dichiarare i motivi”.

Responsabilità genitoriale – Domande frequenti

Fino a che età i genitori sono responsabili dei figli?

La decadenza della responsabilità genitoriale scatta in automatico nel momento in cui i figli hanno raggiunto la maggiore età. I genitori sono però responsabili del mantenimento dei figli, quindi saranno tenuti a occuparsene dal punto di vista economico anche dopo il raggiungimento della maggiore età, almeno fino a quando i figli non diventino economicamente autosufficienti e titolari di redditi derivanti da un’attività professionale.

La responsabilità genitoriale cessa in caso di separazione o di divorzio?

No, la responsabilità genitoriale resta un dovere di entrambi i genitori anche in caso di separazione, scioglimento, cessazione degli effetti civili, annullamento e nullità del matrimonio.

I figli possono abbandonare la casa dei genitori?

Ai sensi dell’articolo 318 del Codice Civile, i figli possono abbandonare la casa dei genitori solo al raggiungimento della maggiore età o dell’emancipazione. Se il figlio dovesse andarsene senza permesso dei genitori, questi ultimi avrebbero il diritto di richiamarlo, ricorrendo al giudice tutelare in caso di necessità.

Di chi è la responsabilità genitoriale dei figli nati fuori dal matrimonio?

I figli nati fuori dal matrimonio hanno gli stessi diritti degli altri figli: la responsabilità spetta al genitore che li ha riconosciuti, quindi a entrambi nel caso in cui fossero riconosciuti da tutti e due. Anche il genitore che non esercita la responsabilità genitoriale sarà comunque tenuto a occuparsi dell’istruzione, dell’educazione e della crescita del figlio.

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