Come difendersi dal reato di estorsione
Quando si consuma il reato di estorsione? Quando non c'è estorsione e quando si può invece parlare di estorsione aggravata? Ecco quali sono gli elementi costitutivi del reato di estorsione, la pena prevista e la procedibilità.
L’estorsione è un reato disciplinato dell’articolo 649 c.p. che viene commesso da chiunque costringa un terzo a fare o a non fare qualcosa tramite violenza o minaccia, procurando così un profitto ingiusto a sé e un danno all’altro.
Il reato di estorsione si può configurare in situazioni differenti, per esempio in ambito lavorisitico, con l’estorsione contrattuale o quella nella quale la minaccia e la violenza avvengono per denaro.
Esaminiamo di seguito quali sono gli elementi costitutivi del reato, quali l’elemento soggettivo e oggettivo, oltre che i presupposti, la pena e il termine di prescrizione.
Estorsione: codice penale e pena
L’estorsione è un reato comune perché può essere commesso da qualsiasi soggetto: si caratterizza per essere un delitto plurioffensivo in quanto è un delitto contro il patrimonio che lede anche l’interesse personale e l’integrità fisica del soggetto che lo subisce.
Viene punita in modo diverso a seconda che si tratti di:
- estorsione semplice;
- estorsione aggravata.
Trova disciplina nell’articolo 649 c.p., nel quale si legge che: “Chiunque, mediante violenza o minaccia, costringendo taluno a fare o ad omettere qualche cosa, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da cinque a dieci anni e con la multa da euro 1.000 a euro 4.000.
La pena è della reclusione da sette a venti anni e della multa da da euro 5.000 a euro 15.000, se concorre taluna delle circostanze indicate nell’ultimo capoverso dell’articolo precedente”.
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Reato di estorsione: presupposti
Il presupposto affinché si possa configurare il reato di estorsione è rappresentato dalla minaccia – o da un atto di violenza – che può essere:
- orale o scritta;
- implicita o esplicita;
- specifica o indeterminata.
A prescindere dalla forma con la quale viene espressa, la minaccia deve riuscire a provocare timore nel soggetto passivo tanto da portarlo a compiere un atto di disposizione patrimoniale, come per esempio a pagare una somma di denaro.
La minaccia può consistere anche in un comportamento omissivo, come nel caso in cui il proprietario di un immobile si rifiuti di concludere un contratto di locazione per il mancato pagamento di un canone più elevato rispetto a quello stabilito dalla legge.
Estorsione: elemento oggettivo
L’elemento oggettivo del reato consiste nella costrizione perpetrata tramite minaccia o violenza che altererà la volontà di un soggetto terzo portandolo a commettere determinati comportamenti attivi o omissivi.
L’estorsione è un reato di evento formato da quattro eventi, che consistono:
- nella coazione relativa, ovvero nel fatto che la minaccia o la violenza sono in grado di modificare la volontà del soggetto passivo;
- nel compimento dell’atto di disposizione;
- nel danno altrui, che deve essere di tipo patrimoniale;
- nel profitto ingiusto che può essere anche di natura non economica, in assenza del quale si configurerebbe il reato di violenza privata.
Nella pratica, il reato di estorsione si configura solo in presenza di tutti e 4 gli eventi in elenco.
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Estorsione: elemento soggettivo
L’elemento soggettivo del reato di estorsione è il dolo generico, in quanto chi commette minaccia o violenza ha l’intenzione di costringere la vittima a portare a termine una condotta che gli procurerà un profitto ingiusto ed è perfettamente consapevole di agire in modo illegittimo.
Reato di estorsione: procedibilità e prescrizione
L’estorsione rientra tra i reati procedibili d’ufficio, quindi può essere denunciato anche da chi ne sia a conoscenza ma non costituisca la vittima diretta. La denuncia potrà essere fatta anche molto tempo dopo dal momento in cui è stato commesso il reato, dando così l’avvio a un procedimento penale.
Il delitto di estorsione ha infatti un tempo di prescrizione pari a 10 anni, o comunque a 12 anni e mezzo nel caso in cui vi fossero atti interruttivi, mentre nellipotesi dell’estorsione aggravata sono previsti:
- 20 anni;
- 25 anni in presenza di atti interruttivi.
Inoltre, in seguito all’ultima riforma in materia, la prescrizione resta sospesa per un periodo di 18 mesi da un grado all’altro di giudizio: questo significa che ai 12 anni e mezzo e ai 25 anni si dovranno aggiungere ulteriori 18 mesi.
Estorsione aggravata
Ai sensi dell’articolo 628 c.p., l’estorsione si definisce aggravata se:
- la violenza o la minaccia sono commesse con armi, da persona travisata o da più persone riunite;
- la violenza si è realizzata ponendo la vittima nello stato di incapacità di volere o di agire;
- la violenza o la minaccia sono state realizzate da una persona appartenente ad un’associazione mafiosa;
- il fatto è commesso in abitazione privata o in luoghi tali da ostacolare la pubblica o privata difesa;
- il fatto è commesso all’interno di mezzi di pubblico trasporto;
- il fatto è commesso nei confronti di una persona che si trovi nell’atto di fruire dei servizi di istituti di credito, uffici postali o sportelli automatici per il prelievo di denaro;
- il fatto è commesso nei confronti di persona ultrasessantacinquenne.
Estorsione – Domande frequenti
Il reato di estorsione è procedibile d’ufficio, quindi potrà essere denunciato da qualsiasi persona ne venga a conoscenza.
Il reato di estorsione prevede che chiunque costringa un terzo a fare o a non fare qualcosa tramite violenza o minaccia, procurando così un profitto ingiusto a sé e un danno all’altro.
L’estorsione si definisce aggravata quando si verificano le condizioni previste all’628 c.p.: clicca nella nostra guida sul reato di estorsione per conoscerle tutte.