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Reato di falsa perizia: cos’è e come viene punito

Qual è il ruolo del perito tecnico d’ufficio e qual è la pena prevista nel caso di perizia falsa.

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Redazione deQuo
02 Luglio 2020
reato di falsa perizia

Il ruolo del consulente tecnico d’ufficio o del perito

Il consulente tecnico d’ufficio, chiamato CTU, è un professionista che affianca il giudice durante singoli atti o nel corso di un intero processo. Esiste un apposito albo dei consulenti tecnici in materia civile, mentre l’esperto in materia penale che viene nominato dal giudice prende il nome di perito

Il loro ruolo è estremamente importante in quanto è lo stesso giudice che si serve delle conoscenze dei consulenti tecnici in ambito civile e dei periti in ambito penale nei casi specifici in cui necessita di particolari accertamenti. 

Al termine delle indagini richieste dal giudice, il CTU o il perito si occupano della redazione di una perizia: è a questo punto che può essere commesso il reato di falsa perizia. Analizziamo qual è il quadro normativo italiano sul tema, quali sono i termini di prescrizione del reato e quali le pene alle quali si può andare incontro. 

Cos’è il reato di falsa perizia

La perizia consiste in un’analisi dettagliata su un determinato argomento, che comporta la redazione di un verbale. Il reato di falsa perizia è disciplinato dall’articolo n. 373 del Codice Penale e prevede delle pene nei confronti dei professionisti che vengono nominati dall’Autorità Giudiziaria e che affermino fatti non corrispondenti al vero o offrano pareri e interpretazioni false. 

Nello specifico, nell’articolo viene stabilito che “Il perito o l’interprete, che, nominato dall’Autorità giudiziaria, dà parere o interpretazioni mendaci, o afferma fatti non conformi al vero, soggiace alle pene stabilite nell’articolo precedente. La condanna importa, oltre l’interdizione dai pubblici uffici, l’interdizione dalla professione o dall’arte“.

L’articolo al quale si fa riferimento nel testo citato è il 372 del Codice Penale, ovvero quello che tratta il reato di falsa testimonianza: la pena prevista in questo caso e che si applica anche sul reato di falsa perizia è la reclusione da 2 a 6 anni. Il professionista non potrà, inoltre, più esercitare il proprio ruolo di perito. 

Le caratteristiche del reato 

Il reato di falsa perizia è un reato proprio, in quanto può essere commesso soltanto dai soggetti che vengono nominato periti o interpreti dall’Autorità Giudiziaria. Si tratta inoltre di un reato:

  1. istantaneo;
  2. di pericolo;
  3. procedibile d’ufficio
falsa perizia

Con l’espressione reato di pericolo, nell’ordinamento giuridico italiano ci si riferisce a una tipologia di reato in cui l’offesa consiste nella messa in pericolo del bene giuridico e per il quale la tutela penale risulta anticipata.

Il fatto che si tratti di un reato procedibile d’ufficio comporta invece che possa essere denunciato, anche dopo i 3 mesi previsti dell’articolo 124 del Codice Penale, alle autorità competenti da qualsiasi soggetto che venga a conoscenza della falsa dichiarazione commessa da un interprete oppure di informazioni mendaci contenute in una perizia. In questa ipotesi, è possibile dunque fare opposizione alla falsa perizia

Prescrizione del reato di falsa perizia e elemento soggettivo

La prescrizione del reato di falsa perizia è pari a 6 anni: è possibile anche che ci sia un’interruzione, ai sensi dell’articolo 160 del Codice Penale, ma il termine massimo di prescrizione non potrà mai essere superiore a 7 anni e 6 mesi, come ribadito nell’articolo 161 del Codice Penale. 

In merito all’elemento soggettivo del reato, si tratta di dolo generico: il perito che fornisce in sede di processo una relazione falsa lo fa in modo cosciente e premeditato, affermando così fatti che non corrispondono al vero. 

La persona offesa dal reato di falsa perizia è la collettività, in quanto il reato è posto a salvaguardia del buon andamento dell’amministrazione della Giustizia. Il soggetto che viene colpito in modo diretto dalla falsa perizia prende il nome di danneggiato: costui non è legittimato a proporre un’opposizione alla richiesta di archiviazione, ma potrà far valere dinnanzi al Giudice il suo diritto al risarcimento del danno

I reati che possono essere commessi dal perito

Nello svolgere la loro professione, il perito o il CTU assumono la funzione di Pubblico Ufficiale, ai sensi dell’articolo 357 del Codice Penale. In quanto ausiliari del Giudice possono dunque incorrere in una serie di reati, quali per esempio:

Il verbale che viene redatto dal perito in qualità di Pubblico Ufficiale rappresenta un atto pubblico: in questo caso si può procedere con querela di falso, ipotesi non ammissibile, invece, in relazione al contenuto della consulenza tecnica. 

reato di falsa perizia

L’articolo 374 del Codice Penale

Un altro reato per il quale il perito può andare incontro alla reclusione da 1 a 5 anni è la frode processuale, disciplinato dall’articolo 374 del Codice Penale, nel quale si legge che: 

Chiunque, nel corso di un procedimento civile o amministrativo, al fine di trarre in inganno il giudice in un atto d’ispezione o di esperimento giudiziale, ovvero il perito nella esecuzione di una perizia, immuta artificiosamente lo stato dei luoghi o delle cose o delle persone, è punito, qualora il fatto non sia preveduto come reato da una particolare disposizione di legge, con la reclusione da uno a cinque anni.

La stessa disposizione si applica se il fatto è commesso nel corso di un procedimento penale, anche davanti alla Corte penale internazionale, o anteriormente ad esso; ma in tal caso la punibilità è esclusa, se si tratta di reato per cui non si può procedere che in seguito a querela o istanza, e questa non è stata presentata“.

Le aggravanti oggettive

Sia nel caso dell’articolo 373 sia del 374 del Codice Penale sono contemplate delle aggravanti oggettive, elencate nell’articolo 375 del Codice Penale. Nello specifico, sarà prevista:

  1. la pena della reclusione da 3 a 8 anni se dal fatto deriva una condanna alla reclusione non superiore a 5 anni;
  2. la pena della reclusione da 4 a 12 anni se dal fatto deriva una condanna superiore a 5 anni;
  3. la pena con reclusione da 6 a 20 anni se dal fatto deriva una condanna all’ergastolo.

Nell’articolo 376 del Codice Penale si prevede, poi, la non punibilità per il colpevole che decida di ritrattare il falso e manifestare il vero prima della chiusura del processo. 

I casi di colpa grave

Nell’articolo 64 del Codice di Procedura Penale vengono analizzati i casi di colpa grave che possono essere commessi dal CTU o da un perito nell’esecuzione del suo mandato. 

Si tratta per esempio di:

  • smarrire documenti originali e non più riproducibili dal contenuto dei fascicoli di parte;
  • perdere o distruggere la cosa controversa o documenti affidatogli;
  • omettere di eseguire accertamenti irripetibili;
  • non avvisare le parti sulla data d’inizio delle operazioni peritali provocando l’annullamento della consulenza su istanza di parte;
  • redigere una consulenza non idonea o incompleta con conseguente innovazione della stessa;
  • assumere l’incarico conferitogli dal Giudice pur non avendo un’adeguata e specifica conoscenza tecnica nel settore oggetto della consulenza richiesta e redigere pertanto un elaborato viziato da errori.

In questi casi, il perito viene punito con l’arresto fino a 1 anno, oppure con l’ammenda fino a 10.329 euro, oltre alla pena accessoria della sospensione dall’esercizio della professione da 15 giorni a 2 anni. A ciò si aggiunge l’eventuale risarcimento dei danni procurati a un soggetto terzo. 

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