Quali sono i Paesi nel mondo che prevedono la pena di morte?
La storia della pena di morte nel mondo: dall'abolizione in Italia agli Stati in cui viene applicata ancora oggi.
Cos’è la pena di morte
La pena di morte, chiamata anche pena capitale, è una sanzione di tipo penale che consiste nel togliere la vita al soggetto condannato. In Italia, così come nella maggior parte degli Stati del mondo, la pena di morte è stata abolita.
In altri, invece, viene ancora praticata, in particolare per i reati di maggiore gravità, quali l’omicidio, l’altro tradimento o lo stupro, ma ci sono Stati nei quali è addirittura prevista per reati di opinione, quali l’apostasia, o per orientamenti e comportamenti sessuali, come l’omosessualità e l’incesto.
Ripercorriamo insieme la storia della pena di morte in Italia e nel mondo al fine di tracciare il quadro giuridico attuale, con un focus sulle modalità di esecuzione della pena e sulle opinioni di favorevoli e contrari oggi.
La pena di morte in Italia
Nel 1861, l’anno in cui avvenne l’unificazione italiana, la pena di morte era in vigore in tutti gli stati preunitari, fatta eccezione per il Granducato di Toscana, che è stato il primo abolizionista di diritto. Tortura e pena di morte furono infatti abolite per la prima volta nel mondo il 30 novembre 1786 dal granduca Pietro Leopoldo Asbrugo Lorena.
Nella pratica, nel 1861 il codice penale del Regno di Sardegna fu esteso in tutta Italia, tranne che in Toscana, nell’attesa dell’introduzione di un codice penale unitario: il nuovo Codice Penale, introdotto durante il ministero di Giuseppe Zanardelli, portò all’abolizione della pena di morte in tutto il Regno d’Italia, nel 1889. Di fatto, in realtà, era già stata abolita dal 1877, l’anno dell’amnistia generale del re Umberto I di Savoia.
La pena di morte fu reintrodotta nel 1926, durante il regime fascista, dopo 37 anni dalla sua abrogazione, al fine di punire coloro i quali avessero attentato alla vita o alla libertà del capo dello Stato o della famiglia reale, e per i reati contro lo Stato. Nel 1930 fu introdotto il Codice Rocco, che incrementò il numero di reati contro lo Stato punibili con la pena di morte e reintrodusse anche la pena su alcuni gravi reati comuni. Durante il ventennio fascista furono giustiziate legalmente 118 persone, delle quali 117 uomini e 1 donna.
La pena di morte fu abolita dal re Umberto di Savoia alla caduta del fascismo, con il d.l.l. n. 224 del 10 agosto 1944: fu mantenuta solo per i reati fascisti e di collaborazione con nazisti e fascisti e inflitta dai tribunali militari degli alleati della seconda guerra mondiale.
Al termine della guerra, la pena di morte rimase in vigore per punire i reati più gravi, quali rapina, estorsione, sequestro di persona a scopo di rapina o di estorsione, costituzione o organizzazione di banda armata.
La Costituzione Italiana, entrata in vigore il 1° gennaio 1948, abrogò la pena di morte definitivamente, per tutti i reati comuni e militari commessi in tempo di pace: l’ultima fucilazione per reati comuni avvenne in Italia il 4 marzo del 1947 alle 7:45, mentre l’ultima esecuzione avvenne il 5 marzo del 1947, alle 5 del mattino. La pena di morte rimase comunque nel Codice Penale militare di guerra fino al 1994, anno in cui fu sostituita dall’ergastolo.
La pena di morte è oggi incostituzionale nel nostro Paese. L’articolo 27 della Costituzione Italiana recita infatti che “La responsabilità penale è personale. L’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva. Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”.
Com’è stata inflitta la pena di morte nel tempo
Sono diversi i metodi utilizzati nel corso dei secoli per applicare la morte di morte ai condannati. In particolare, ci sono stati:
- annegamento;
- bastonature e fustigazione a morte;
- bollitura;
- caduta dall’alto;
- camere a gas;
- colpo di pistola alla nuca;
- crocifissione;
- damnatio ad bestias: nell’antica Roma i criminali dovevano essere mangiati vivi da bestie feroci in un’arena;
- decapitazione;
- fucilazione;
- garrota;
- ghigliottina;
- impalamento;
- impiccagione;
- iniezione letale;
- lapidazione;
- rogo;
- schiacciamento;
- schiacciamento da elefante;
- sedia elettrica;
- squartamento;
- supplizio della ruota;
- trafittura con frecce.
La pena di morte negli Stati Uniti
La pena di morte è ancora in vigore in 58 Stati a livello mondiale: il 18 dicembre del 2007 la Terza commissione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato la moratoria universale dellA pena di morte, che mira all’abolizione totale della pena in tutti i Paesi dell’ONU.
La pena di morte è attualmente in vigore negli Stati Uniti d’America e in Giappone, che costituiscono gli unici due Paesi industrializzati, liberi e democratici nei quali la pena viene tuttora applicata.
Negli USA, la pena di morte è legale a livello federale per ben 42 reati, fra i quali rientrano l’alto tradimento, l’omicidio di agenti federali, gravi atti di terrorismo, e così via.
I vari Stati hanno poi la possibilità di stabilirne l’applicazione a livello locale:
- in alcuni viene applicata per l’omicidio di primo grado;
- in altri per il traffico di droga o per l’omicidio commesso con particolare violenza.
Dei 50 Stati americani, la pena di morte è stata abolita in 17 Stati, ovvero:
- Alaska;
- Connecticut;
- Hawaii;
- Illinois;
- Iowa;
- Maine;
- Massachusetts;
- Michigan;
- Minnesota;
- Nebraska;
- New Jersey;
- Nuovo Messico;
- Dakota del Nord;
- Rhode Island;
- Vermont;
- Virginia Occidentale;
- Wisconsin.
In Kansas e nel New Hampshire la pena di morte non viene più applicata dal 1976: le condanne si traducono spesso in ergastolo o vengono sospese. In Oregon, Arkansas e Kentucky le condanne sono in moratoria. Il Texas è da sempre lo stato nel quale viene eseguito il maggior numero di condanne a morte.
Paesi nei quali viene applicata la pena di morte
I Paesi in cui la pena di morte è attualmente legale nel mondo sono:
- Botswana;
- Egitto;
- Guinea equatoriale;
- Libia;
- Nigeria;
- Somalia;
- Somaliland;
- Sudan;
- Sudan del Sud;
- Saint Kitts e Nevis;
- Stati Uniti D’America;
- Afghanistan;
- Arabia Saudita;
- Bangladesh;
- Cina;
- India;
- Indonesia;
- Iran;
- Iraq;
- Giappone;
- Corea del Nord;
- Kuwait;
- Malaysia;
- Pakistan;
- Palestina;
- Singapore;
- Siria;
- Taiwan;
- Thailandia;
- Emirati Arabi Uniti;
- Vietnam;
- Yemen;
- Bielorussia.
Oltre a quelli in elenco, ci sono poi Stati nei quali non è mai stata ufficialmente abolita, ma non viene praticata da almeno da 10 anni e Paesi nei quali è riservata unicamente a circostanze eccezionali, come i crimini commessi in tempi di guerra.
Sostenitori e detrattori
La pena di morte è ancora oggi al centro di un forte dibattito che spacca esattamente in due l’opinione pubblica: in tabella sono state riportate alcune delle idee principali diffuse da favorevoli e contrari al fine di sostenere la propria testi.
Favorevoli alla pena di morte | Contrari alla pena di morte |
è inscritta nel codice della natura poiché è stata utilizzata fin dall’antichità | la pena di morte viola il diritto alla vita e i valori dell’umanità |
ha carattere di esemplarità | è una punizione crudele e disumana |
rappresenta giustizia retributiva | non è dissuasiva |
elimina ogni possibilità di recidiva | è un omicidio premeditato da parte dello Stato |
risarcisce i parenti della vittima, eliminando il rischio di vendette private | è una forma di discriminazione e repressione |
contribuisce ad attenuare il problema del sovraffollamento nelle carceri | può uccidere un innocente in caso di errore giudiziario |
alleggerisce le spese derivanti dall’ergastolo | nega al condannato qualsiasi possibilità di riabilitazione |
Pena di morte – Domande frequenti
La pena di morte, detta anche pena capitale, consiste nel togliere la vita al condannato.
In Italia la pena di morte è stata abolita nel 1889, ma reintrodotta durante il ventennio fascista.
Si tratta in genere dei delitti peggiori, come l’alto tradimento o l’omicidio, ma le leggi dei singoli Stati possono stabilire di applicarla anche ai reati minori.