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Ius soli: significato e differenza con lo Ius sanguinis

L'acquisizione della cittadinanza italiana è attualmente regolata dallo Ius sanguinis, ma l'obiettivo è quello di approvare lo Ius soli: cosa significa e cosa cambierebbe rispetto alla norma attualmente in vigore.

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Redazione deQuo
28 Aprile 2021
ius soli

Negli ultimi mesi il termine Ius soli è tornato a dominare il dibattito tra i principali esponenti politici italiani e, pertanto, sarebbe molto utile fornire qualche chiarimento. 

Vediamo di seguito cosa vuol dire esattamente questa espressione, cosa cambierebbe a proposito dell’acquisizione della cittadinanza per gli stranieri e quali sono le differenze con lo Ius sanguinis, attualmente in vigore in Italia. 

Cosa significa Ius soli

Lo Ius soli è, per definizione, il “Principio del diritto per cui la cittadinanza si acquisisce automaticamente per il fatto di essere nati nel territorio di un determinato Stato”. 

Letteralmente significa “diritto del suolo” e consiste nell’acquisizione della cittadinanza di un Paese per il semplice fatto di esservi nati, a prescindere da quella che è la cittadinanza dei propri genitori. Oggi la cittadinanza italiana dipende, invece, da quella dei propri genitori.

Non viene acquisita in automatico dai figli dei cittadini stranieri anche se questi ultimi nascono in Italia. In questo momento, lo Ius soli è in vigore in alcuni Paesi, come per esempio gli Stati Uniti d’America o la Francia

ius soli

Differenti tipologie di Ius soli

Oltre a quello che può essere definito Ius soli “puro”, ne esistono anche altre forme previste dalla legge. In particolare, si tratta dello:

  1. Ius soli temperato;
  2. Ius culturae. 

Ius soli temperato

Si parla di Ius soli temperato per indicare i casi in cui i figli nati da genitori stranieri possano acquisire la cittadinanza italiana nel caso in cui almeno uno dei due genitori abbia un regolare permesso di soggiorno e risieda da almeno 5 anni in Italia. 

Quest’ultimo dovrà dimostrare di:

  • avere un reddito non inferiore all’importo annuale dell’assegno sociale;
  • avere un alloggio che risponda ai requisiti di idoneità fissati per legge;
  • superare un test di conoscenza della lingua italiana.

Ius culturae

Lo Ius culturae, invece, si basa sul principio del possesso della cultura italiana (ovvero di un’istruzione) e permette ai figli di cittadini stranieri che abbiano frequentato le scuole in Italia per almeno 5 anni e abbiano compiuto 12 anni di acquisire la cittadinanza italiana. 

Nel caso di figli nati all’estero, di età compresa tra i 12 e i 18 anni, si potrà richiedere la cittadinanza italiana soltanto:

  • dopo aver vissuto per almeno 6 anni in Italia;
  • dopo aver superato un ciclo scolastico
ius soli

Cos’è lo Ius sanguinis

Lo Ius sanguinis (che significa “diritto di sangue”) è la norma in vigore in Italia, in base alla quale la cittadinanza italiana è automatica se i genitori sono cittadini italiani (si tratta della legge n. 91 del 5 febbraio 1992). Viene, dunque, trasmessa, anche nel caso in cui soltanto uno dei due genitori abbia la cittadinanza italiana.

Lo Ius sanguinis è in vigore in Stati quali:

  • Austria;
  • Brasile;
  • Cina;
  • Regno Unito.

Nel caso dello Ius soli, invece, attualmente i bambini nati in Italia ma che siano figli di genitori stranieri possono acquisire la cittadinanza soltanto su richiesta e al compimento di 18 anni, a condizione di aver risieduto in Italia “legalmente e ininterrottamente”. 

Inoltre, nell’ipotesi in cui non si facesse tale richiesta entro un anno dal raggiungimento della maggiore età, si perderebbe il diritto di ottenere la cittadinanza. Quest’ultima potrebbe, a quel punto, essere acquisita soltanto nel rispetto delle regole ordinarie, quali le circostanze di merito, l’essere incensurati, il possesso di un determinato reddito. 

Quando si può applicare lo Ius soli in Italia

Nonostante la legge preveda attualmente l’applicazione dello Ius sanguinis, ci sono dei casi in cui è previsto lo Ius soli, che ha la funzione di evitare la presenza di persona apolidi, ovvero senza cittadinanza

Si tratta dei casi in cui il bambino sia nato in Italia da:

  • genitori ignoti;
  • genitori apolidi;
  • genitori stranieri che non abbiano la possibilità di trasmettere al figlio la propria cittadinanza a causa della legge del Paese di origine. 
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