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I partiti politici

Cosa sono i partiti politici per la giurisprudenza e qual è la loro responsabilità patrimoniale.

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Redazione deQuo
14 Gennaio 2016
partiti politici

I partiti politici

I partiti politici sono ricondotti al genus degli enti non riconosciuti.

Essi sono considerati, infatti, soggetti del diritto, in quanto autonomi centri di imputazione di interessi meritevoli di tutela da parte dell’ ordinamento giuridico secondo quanto dispone l’art. 49 Cost. Quest’ultima norma riconosce a tutti i cittadini la libertà di associarsi in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale, quale diritto inviolabile di ogni cittadino a poter esprimere la propria personalità sia come singolo che nelle formazioni sociali.

La responsabilità patrimoniale dei partiti politici

Ai partiti politici è stata sempre ritenuta applicabile la disciplina normativa contenuta negli articoli 37 e 38 c.c., dettata per regolare il regime di responsabilità patrimoniale delle associazioni non riconosciute. La norma dispone che per le obbligazioni assunte in nome e per conto dell’associazione rispondono anche i soggetti che le hanno concretamente assunte.

Senonché, in materia di responsabilità patrimoniale dei partiti politici, l’art. 6 bis della legge n. 159 del 3 giugno 1999 (introdotto con il d.l. 273/2005, convertito nella l. 5123/2006), ha introdotto una deroga all’art. 38 del codice civile. La norma, invero, prevede a favore gli amministratori del partito un esonero dalla responsabilità patrimoniale per le obbligazioni assunte in nome e per conto del partito; gli amministratori, in tal modo, non ne rispondono a titolo personale.

Si è ampiamente discusso sulla portata da attribuire a tale norma ed, in particolare, su chi debba spettare la qualifica di amministratore di partito.

Sulla questione è intervenuta la Corte di Cassazione, secondo cui la qualifica normativa di amministratore indica non chiunque abbia assunto obbligazioni verso i terzi in nome e per conto del partito, ma soltanto coloro cui fa capo la gestione e, almeno di regola, la rappresentanza statutaria dell’ente: coloro, cioè, che istituzionalmente, in forza di poteri loro attribuiti dall’atto costitutivo o dallo statuto che disciplina l’ordinamento interno, l’amministrazione e la rappresentanza dell’associazione siano investiti di compiti amministrativi del partito e come tali agiscano e si presentino anche all’esterno.

La ratio dell’art. 6 bis menzionato va ricercata evidentemente nell’intento di eliminare il rischio che le preoccupazioni personali di incorrere in responsabilità patrimoniale per le obbligazioni assunte nell’interesse del partito, gravanti sui soggetti che hanno il compito istituzionale di esporsi per lo stesso, possano condizionare la loro azione e di riflesso, quindi, anche l’attività dell’ente.

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