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Figli nati fuori dal matrimonio: riconoscimento e mantenimento

Quali sono i diritti dei figli nati fuori dal matrimonio e la differenza con quelli nati nel matrimonio.

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Redazione deQuo
19 Giugno 2020
figli nati fuori dal matrimonio

Figli naturali e figli legittimi

Una delle prime domande che poste quando si parla di questo argomento è “Come si chiamano i figli nati fuori dal matrimonio”? La risposta è figli naturali, che vengono contrapposti ai figli legittimi, ovvero quelli nati da una coppia sposata.

Sono tanti i cambiamenti che hanno caratterizzato negli ultimi anni l’ordinamento giuridico italiano sul tema dei figli nati fuori dal matrimonio: le differenze rispetto ai figli nati nel matrimonio si sono fatte infatti sempre meno marcate.

Quali sono oggi i diritti dei figli nati fuori dal matrimonio? È possibile un riconoscimento di paternità tardivo? Come funziona nel caso di un’eredità? Ecco cosa dice la legge italiana in materia.

La Legge 219 del 10 dicembre 2012

La più grande novità dal punto di vista legislativo a sostegno dei figli naturali è stata introdotta dalla legge n. 219 del 10 dicembre 2012, con la quale i figli nati fuori dal matrimonio sono stati equiparati ai figli legittimi.

Si tratta di una novità davvero significativa, considerato il fatto che un numero sempre maggiore di coppie decide di non sposarsi, ma di andare a convivere. Una della prime conseguenze della riforma è stata la possibilità da parte dei figli naturali di acquisire naturalmente il cognome del padre.

Allo stesso modo, nel caso di scomparsa prematura da parte dei genitori, non saranno più adottati, ma verranno affidati ai parenti più prossimi in linea retta, ovvero i nonni. I genitori avranno nei loro confronti la stessa responsabilità che hanno nei confronti dei figli legittimi: saranno dunque tenuti a occuparsi della loro educazione, istruzione, mantenimento materiale e morale.

I diritti dei figli nati fuori dal matrimonio

Prima del 2012, i figli nati fuori del matrimonio non potevano godere degli stessi diritti previsti per i figli legittimi, anche nei casi in cui facessero parte dello stesso nucleo familiare.

La legge introdotta nel 2012 ha finalmente messo fine alle disparità esistenti in precedenza, basandosi fondamentalmente sul diritto di filiazione che spetta a qualsiasi figlio, a prescindere dal fatto che sia nato fuori o dentro al matrimonio.

L’articolo 315-bis del Codice Civile, il quale disciplina i diritti e i doveri dei figli, può essere applicano indifferentemente sia sui figli legittimi, sia sui figli naturali, che avranno esattamente lo stesso stato giuridico, anche nel caso in cui fossero nati in seguito a un adulterio o fossero stati adottati.

diritti figli nati fuori dal matrimonio

In particolare, nell’articolo si legge che: “Il figlio ha diritto di essere mantenuto, educato, istruito e assistito moralmente dai genitori, nel rispetto delle sue capacità, delle sue inclinazioni e delle sue aspirazioni.

Il figlio ha diritto di crescere in famiglia e di mantenere rapporti significativi con i parenti.

Il figlio minore che abbia compiuto gli anni dodici, e anche di età inferiore ove capace di discernimento, ha diritto di essere ascoltato in tutte le questioni e le procedure che lo riguardano.

Il figlio deve rispettare i genitori e deve contribuire, in relazione alle proprie capacità, alle proprie sostanze e al proprio reddito, al mantenimento della famiglia finché convive con essa”.

L’unica esclusione è rappresentata dai figli nati in seguito a un incesto, ovvero ai figli nati da genitori con vincolo di parentela in linea retta, come:

  • un fratello e una sorella;
  • una madre e un figlio;
  • un padre e una figlia;
  • oppure in linea collaterale, come nuora e suocero, o genero e suocera.

In questi i casi i genitori possono esercitare il diritto al non riconoscimento dei figli, fatte salve le dovute eccezioni.

Il riconoscimento dei figli naturali

Prima del 2012, i figli naturali non dovevano essere obbligatoriamente riconosciuti dal genitore che avesse scoperto di aver avuto un figlio al di fuori del vincolo matrimoniale: la nuova legge ha introdotto l’uguaglianza e la pari dignità di trattamento di tutti i figli.

L’applicazione del concetto di filiazione naturale ha portato al riconoscimento di tutti i figli attraverso una dichiarazione nella quale si attesta di essere i genitori del figlio nato in seguito a un adulterio, durante una convivenza oppure un’unione civile.

riconoscimento figli naturali

Tale dichiarazione è un atto solenne e irrevocabile, che può essere formalizzato:

  1. nell’atto di nascita;
  2. in una dichiarazione davanti all’Ufficiale dello stato civile;
  3. in un atto pubblico, davanti a un pubblico ufficiale o un notaio;
  4. in un testamento;
  5. in una domanda presentata al Giudice Tutelare.

Oggi è inoltre possibile il riconoscimento del figlio naturale già riconosciuto da altro padre: in questa particolare situazione si viene a scoprire che quello che fino al momento prima si considerava il proprio figlio, è in realtà il figlio biologico di qualcun altro. È stato quindi concepito in occasione di un adulterio da parte della madre.

In questa evenienza, il marito che non è il padre può agire con un’azione di disconoscimento della paternità: allo stesso tempo, il vero padre potrà riconoscere quello che è il suo vero figlio.

Il diritto alla parentela

I figli naturali sono stati per molto tempo discriminati rispetto ai figli nati all’interno del vincolo del matrimonio, ma da diversi anni possono godere di tutti i diritti in precedenza negati.

Fra questi rientra, per esempio, il diritto ad avere una parentela con i figli legittimi, che potrà considerare a tutti gli effetti come i suoi fratelli e le sue sorelle. Prima del 2012 ai figli naturali veniva negata la possibilità di avere una vita di relazione con i propri consanguinei.

I bambini non potevano neanche chiamare zii i fratelli o le sorelle dei genitori, né rivolgersi con l’epiteto nonni nei confronti dei genitori del padre o della madre. Oggi questa situazione che ha privato per anni i figli naturali di affetto e senso di appartenenza è stata finalmente superata.

Il diritto alla spartizione dell’eredità

Un altro grande tema che in passato costituiva un altro elemento discriminatorio dei figli naturali rispetto ai figli legittimi aveva a che fare con la spartizione dell’eredità in caso di morte dei genitori. Nonostante la volontà da parte dei genitori stessi, i figli nati fuori dal matrimonio non potevano avere accesso in alcun modo al denaro e ai beni mobili e immobili derivanti da un’eredità.

La legge del 2012 ha cancellato del tutto la possibilità che i figli naturali possano essere in qualche modo esclusi dall’eredità. Questi ultimi avranno dunque diritto:

  • di partecipare all’eventuale lettura del testamento;
  • di ricevere in egual misura ai figli legittimi la quota di eredità spettante ai figli per legge.

Si tratta di un cambiamento epocale considerato che fino a qualche anno fa un parente fino al 6° grado, anche se sconosciuto, aveva maggiori diritti all’eredità rispetto al figlio naturale.

La sola differenza ancora oggi esistente fra i figli legittimi e i figlia nati da una coppia di fatto, quindi da una convivenza, da un’unione civile o da una relazione extraconiugale consiste nel fatto che:

  • i figli naturali possono ricevere l’eredità solo dai parenti in linea retta, ovvero dai genitori e dai nonni, ma non da tutti gli altri parenti;
  • i figli nati nel matrimonio possono invece ricevere l’eredità dei parenti fino al 6° grado.

Figli nati fuori del matrimonio – Domande frequenti

Come tutelare un figlio nato fuori dal matrimonio?

I figli nati fuori dal matrimonio possono essere riconosciuti sia alla nascita sia in un secondo momento con una dichiarazione da presentare davanti a un ufficiale dello stato civile o in un atto pubblico.

A quale età si può riconoscere un figlio?

Per poter riconoscere un figlio è necessario aver compiuto 14 anni.

Che diritti ha un padre che non riconosce il figlio?

Un genitore che sceglie di non riconoscere un figlio naturale non è tenuto a rispettare i doveri previsti dalla responsabilità genitoriale.

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