Diritto di recesso
Cosa dice il codice civile riguardo il diritto di recesso, come (e quando) si esercita e il modulo precompilato. Tutto in questa guida aggiornata.
Il diritto di recesso, noto anche come diritto di ripensamento, consiste nella facoltà da parte di un consumatore di rinunciare all’acquisto di un bene o di un servizio concluso a distanza, o fuori dai locali di un esercizio commerciale.
Il diritto di recesso è contenuto all’interno del Codice del consumo e può essere esercitato dal consumatore, senza incorrere in alcuna penale o dover dare motivazioni dettagliate, nel rispetto del termine di 14 giorni lavorativi.
Come funziona, nel dettaglio, questa forma di tutela nei confronti del cliente, che rappresenta il contraente più debole in un rapporto di compravendita? In questa guida troverai le informazioni sul diritto di recesso per ripensamento, sul modulo da compilare e su come funziona la normativa in relazione agli acquisti online.
- Come funziona
- La normativa
- Diritto di recesso nel Codice Civile e nel Codice di consumo
- Quando esercitare il diritto di recesso?
- Perché il diritto di recesso tutela solo il consumatore?
- Diritto di recesso: è possibile esercitarlo in caso di acquisti in negozio?
- Come esercitare il diritto di recesso: modulo online e la lettera di recesso
- Diritto di recesso: quando non può essere esercitato
Come funziona
Il diritto di recesso può essere esercitato dal consumatore attraverso una comunicazione al venditore. Una volta ricevuta la comunicazione di recesso, il venditore:
- procederà con il rimborso del prezzo pagato dal cliente, utilizzando lo stesso metodo di pagamento adoperato per l’acquisto;
- avrà il diritto di chiedere al cliente se, per caso, possa essere intenzionato a sostituire la merce non acquistata con altri prodotti che abbiano lo stesso valore economico. Il cliente dovrà invece procedere con la restituzione del prodotto.
La normativa
Il diritto di recesso è disciplinato dall’articolo 52 e segg. del D. Lsg. 206 del 2005 del Codice del Consumo, nel quale si legge che “il consumatore dispone di un periodo di quattordici giorni per recedere da un contratto a distanza o negoziato fuori dei locali commerciali senza dover fornire alcuna motivazione e senza dover sostenere costi diversi da quelli previsti all’articolo 56, comma 2, e all’articolo 57”.
Il periodo di recesso cessa di avere validità dopo quattordici giorni a partire:
- dal giorno della conclusione del contratto, per i contratti di servizi;
- dal momento in cui si prende possesso fisico dei beni, nel caso di contratti di vendita;
- dal giorno della conclusione del contratto in caso di contratti di somministrazione di un bene, quali quelli per la fornitura di acqua, gas o energia elettrica.
Diritto di recesso nel Codice Civile e nel Codice di consumo
Per quanto riguarda il diritto di recesso, a differenza di quanto si riscontra nel Codice di Consumo, l’articolo 1373 del Codice Civile recita che:
- “Se a una delle parti è attribuita la facoltà di recedere dal contratto, tale facoltà può essere esercitata finché il contratto non abbia avuto un principio di esecuzione”;
- “Nei contratti a esecuzione continuata o periodica, tale facoltà può essere esercitata anche successivamente, ma il recesso non ha effetto per le prestazioni già eseguite o in corso di esecuzione”;
- “Qualora sia stata stipulata la prestazione di un corrispettivo per il recesso, questo ha effetto quando la prestazione è eseguita”;
- “È salvo in ogni caso il patto contrario”.
In base a quanto contenuto nel Codice Civile, le parti potranno mettersi d’accordo per inserire nel contratto di compravendita delle clausole differenti. Nel Codice del Consumo il diritto di recesso è rivolto esclusivamente alla tutela del consumatore, che è considerato la parte debole del contratto.
Leggi anche: “Cos’è la prelazione“.
Quando esercitare il diritto di recesso?
In base all’articolo 52 del Codice di Consumo, il diritto di recesso può essere esercitato esclusivamente per i contratti conclusi a distanza o lontano dai locali commerciali. Il venditore a distanza ha il dovere di informare il consumatore in merito all’esistenza del diritto di recesso, dandogli così i mezzi e la possibilità di poter esercitare tale facoltà.
L’articolo 49 del Codice del Consumo prevede che il venditore abbia l’obbligo di consegnare all’acquirente un modulo preimpostato per il recesso. In caso di mancata informazione al cliente, i termini per recedere aumentano in automatico da 14 giorni a 1 anno e 14 giorni.
Il consumatore può esercitare il suo diritto di recesso:
- inviando una raccomandata con ricevuta di ritorno;
- compilando un modulo online: è molto comune il caso degli e-commerce.
Perché il diritto di recesso tutela solo il consumatore?
Il diritto di recesso è una tutela a favore del consumatore in quanto nel momento in cui si acquista un bene o un servizio a distanza, quindi si accettano le condizioni e i termini che sono stati fissati da un venditore, non si ha la possibilità di verificare la qualità della merce o averne un contatto diretto.
Per questo motivo, il legislatore ha concesso al consumatore il diritto di ripensamento: si hanno 14 giorni di tempo per restituire il prodotto e ricevere in cambio il rimborso della cifra spesa. Se il consumatore prova a esercitare il diritto di recesso una volta trascorsi i 14 giorni di tempo, potrebbe dover pagare una penale.
Diritto di recesso: è possibile esercitarlo in caso di acquisti in negozio?
Il diritto di recesso non è valido per gli acquisti che vengono effettuati in negozio: questo perché quando si compra qualcosa in un locale commerciale si ha la possibilità di vederla da vicino, toccarla, testarne la qualità.
Esiste, comunque, la possibilità di esercitare il diritto al rimborso per acquisti in negozio nel caso in cui ci si dovesse rendere conto che la merce è difettosa. La denuncia del difetto va fatta entro due mesi: l’acquirente avrà la possibilità di scegliere se farsi riparare il prodotto o prenderne un altro in sostituzione.
Come esercitare il diritto di recesso: modulo online e la lettera di recesso
Il diritto di recesso, come è stato già anticipato, può essere esercitato:
- tramite la compilazione di un modulo online;
- attraverso l’invio di una raccomandata con avviso di ritorno, contenente una lettera di recesso.
Di seguito un facsimile di una lettera di recesso che può essere personalizzato in base alle proprie esigenze specifiche.
Spettabile …………………………………
Via …………………………………
Cap – Città ……………………………………
OGGETTO: recesso dal contratto di vendita n ………………………del ……………
Il/la sottoscritto/a Nome___________________________ Cognome___________________________ mail: ___________________________
Con l’invio della presente lettera, comunico il recesso dal contratto di vendita in oggetto concluso in data ______________ Il prodotto acquistato è stato ricevuto in data ___________________________ e sarà restituito a mie spese, entro e non oltre 14 giorni dal ricevimento della presente. Chiedo, altresì, che mi venga rimborsato entro il medesimo termine, l’importo da me versato, pari ad Euro _____________________ mediante la seguente modalità___________________________ (bonifico bancario; bonifico nazionale o transfrontaliero, riaccredito su carta di credito etc.).
Restando in attesa di un Vs positivo riscontro, porgo cordiali saluti.
Data ___________________________
Firma___________________________
Si allega: fotocopia del documento d’identità
Chi paga le spese di restituzione della merce in caso di recesso?
In genere tali spese sono a carico del consumatore, ma spesso capita che sia il venditore a coprire tali costi indicandolo in modo esplicito nelle condizioni generali di vendita pubblicate sul proprio sito.
Il consumatore è il diretto responsabile di un oggetto restituito con un danno non esistente in precedenza, del quale sarà tenuto a rispondere: in casi come questo potrebbe ricevere un rimborso spese inferiore rispetto al prezzo di acquisto del prodotto.
Diritto di recesso: quando non può essere esercitato
L’elenco dei casi in cui non è possibile esercitare il diritto di recesso è contenuto nell’articolo 59 del D.leg. 205/2006.
Nello specifico, si tratta di:
- assicurazioni;
- prodotti finanziari;
- beni e servizi il cui prezzo dipende dalle fluttuazioni dei tassi del mercato finanziario, e non può essere dunque controllato dal venditore;
- beni confezionati su misura o personalizzati;
- giornali, periodici e riviste;
- servizi di scommesse o lotterie;
- prodotti audio-video o software che erano sigillati e sono stati aperti dal consumatore;
- costruzione, vendita e locazione di beni immobili;
- prestazioni che sono state eseguite, come il tour guidato di una città;
- beni che rischiano il deterioramento o la scadenza;
- beni aperti e che per motivi igienici o di protezione della salute non potrebbero essere rivenduti;
- bevande alcoliche;
- contratti conclusi durante un’asta pubblica;
- servizi legati all’alloggio, ai trasporti, al tempo libero, ai servizi di noleggio o di catering, quando è prevista una data o un periodo determinato per la fornitura, come una prenotazione.
Diritto di recesso – Domande Frequenti
Il diritto di recesso o diritto di ripensamento consiste nella possibilità di poter restituire un prodotto acquistato online, lontano dai locali commerciali, e di ricevere un rimborso spese senza dover dare alcuna giustificazione particolareggiata.
Il diritto di recesso va esercitato entro un periodo massimo di 14 giorni lavorativi dal momento in cui è stata consegnata la merce o è stato concluso un contratto per l’erogazione di un servizio. Per esercitare il diritto di recesso è sufficiente la prova d’acquisto. Trascorsi 14 giorni, chi prova a esercitare il diritto di recesso può incorrere in una penale.
No, perché in negozio si ha la possibilità di provare la merce. Nel caso di acquisti in negozio si può denunciare un prodotto difettoso e chiederne la sostituzione con un altro o il rimborso.