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Diffamazione: cos’è, quando è aggravata, come viene punita dal Codice penale

Quando si tratta di diffamazione e come provare il reato? Per difendersi è necessario fare una diffida o una denuncia? Ecco cosa cambia rispetto alla calunnia e come viene punito questo reato, in particolar modo quando si tratta di diffamazione aggravata o a mezzo stampa.

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Redazione deQuo
10 Ottobre 2022
reato di diffamazione

Il reato di diffamazione si configura quando un’offesa viene pronunciata nei confronti di una persona che non è presente in quel preciso momento. È un reato comune, nel senso che può essere commesso da chiunque.

Non è stato depenalizzato, come l’ingiuria, che oggi rappresenta soltanto un illecito civile. Consiste nel ledere l’onore e la dignità di un’altra persona in senso oggettivo, ovvero screditandola agli occhi della società.

Diffamazione: art. 595 c.p.

Cosa vuol dire diffamare una persona? Per rispondere a questa domanda citiamo l’articolo 595 del Codice penale, nel quale viene stabilito che:

“Chiunque, fuori dei casi indicati nell’articolo precedente, comunicando con più persone, offende l’altrui reputazione, è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a 1.032 euro.

Se l’offesa consiste nell’attribuzione di un fatto determinato, la pena è della reclusione fino a due anni, ovvero della multa fino a 2065 euro“.

Leggi anche in cosa consiste l’ingiuria e quando è stata depenalizzata

In merito alla sua procedibilità, il reato di diffamazione è procedibile a querela della persona offesa, quindi soltanto il diretto interessato può presentare querela rivolgendosi alle Forze dell’Ordine.

reato di diffamazione esempi

Esempi di diffamazione verbale

Tra gli esempi di diffamazione, possiamo citare l’utilizzo di espressioni offensive e lesive della dignità di un determinato soggetto in sua assenza e in presenza di altre persone con le quali ha un legame diretto.

Potrebbe dunque trattarsi:

  • della suocera che offende e insulta la nuora in sua assenza, ma davanti ai nipoti;
  • di un articolo in cui una persona viene associata alla mafia.

Leggi anche Che differenza c’è tra calunnia e diffamazione

Elementi costitutivi del reato di diffamazione

Il reato di diffamazione è a forma libera, quindi si configura tutte le volte in cui viene offesa la reputazione di una persona in sua assenza, a prescindere dalla tipologia di mezzo comunicativo utilizzato.

Viene inteso come reato di danno, in quanto necessita della realizzazione dell’evento, ovvero che l’offesa rivolta a una data persona venga percepita da più persone. In questo caso, può anche non esserci compresenza spaziale, ma deve riscontrarsi una continuità del fatto.

L’elemento soggettivo del reato di diffamazione è, invece, il dolo generico, ovvero la volontà di offendere qualcuno, utilizzando con consapevolezza e intenzionalità determinate parole.

Leggi anche Quali sono le parole diffamatorie: quando insultare è reato

Diffamazione aggravata

In presenza di aggravanti, la pena prevista per il reato di diffamazione aumenta e può corrispondere:

  • alla reclusione fino a 2 anni;
  • alla multa fino a 2.065 euro.

Ciò si verifica nei casi in cui la diffamazione consista nell’attribuzione di un fatto determinato, sia arrecata a un Corpo corpo politico, amministrativo, giudiziario, o a una sua rappresentanza, autorità costituita in collegi (in questa ipotesi, è previsto l’incremento di un terzo), oppure sia arrecata a mezzo stampa, pubblicità e atto pubblico.

diffamazione a mezzo stampa e aggravata

Diffamazione a mezzo stampa

Considerato il potere di diffusione dei mezzi di comunicazione oggi, come quella di un articolo su Internet, la pena per la diffamazione a mezzo stampa diventa pari a una multa non inferiore a 516 euro e alla reclusione da un minimo di 6 mesi a un massimo di 3 anni.

A questo proposito, il reato di diffamazione rischia di scontrarsi con il diritto di critica e con la libertà di manifestazione del proprio pensiero, prevista dall’articolo 21 della nostra Costituzione. Quali sono allora i casi in cui non c’è diffamazione?

La diffamazione non sussiste quando:

  • la rilevanza del fatto narrato supera la tutela della reputazione del soggetto offeso se il fatto è di interesse pubblico;
  • emerge la verità di quanto raccontato o criticato: la diffamazione non è configurabile nella forma colposa, quindi se quanto diffuso viene considerato vero da chi lo diffonde;
  • le offese vengono manifestate con pacatezza e con un uso contenuto delle espressioni utilizzate.

Anche la diffamazione a mezzo Internet viene fatta rientrare nel reato di diffamazione aggravata, in quanto permette di raggiungere un numero molto elevato di persone. A questo proposito, leggi anche Diffamazione a mezzo Facebook e su Internet.

Come querelare una persona per diffamazione?

Il reato di diffamazione si prescrive entro 6 anni da quando è stato commesso. Per denunciarlo, è necessario presentare una querela (gratuita) alle forze dell’Ordine.

Come anticipato, ci sono, però, delle cause di non punibilità, nelle quali la diffamazione non si verifica, ovvero:

  1. la cd. exceptio veritatis, ovvero la verità del fatto attribuito a una persona;
  2. la libertas convicii, ovvero l’esercizio del diritto di difesa;
  3. nel caso di provocazione per la quale, in base all’articolo 599 c.p. se le offese sono reciproche, il giudice può dichiarare non punibili uno o entrambi gli offensori. Inoltre, non è punibile chi ha commesso alcuno dei fatti preveduti dall’articolo 595 nello stato d’ira determinato da un fatto ingiusto altrui, e subito dopo di esso.

Diffamazione – Domande frequenti

Che differenza c’è tra querelare e denunciare?

La differenza consiste nel fatto che possono essere denunciati (da tutti) soltanto i reati perseguibili d’ufficio, mentre gli altri sono querelabili soltanto dalla persona offesa.

Quando non c’è diffamazione?

Il reato di diffamazione non si verifica in assenza di dolo, quando la persona offesa è presente e in presenza di quelle che prendono il nome di cause di non punibilità. 

Quando si può denunciare per insulti?

È possibile denunciare qualcuno per insulti nei casi in cui si configura un reato: clicca per conoscere quali sono gli insulti querelabili

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