Vai al contenuto

Cessione del quinto: che succede se vengo licenziato?

Cessione del quinto: cos’è, come funziona e quali sono le tutele previste per il finanziatore nel caso in cui il lavoratore venisse licenziato.

Immagine profilo autore
Redazione deQuo
02 Marzo 2020
cessione del quinto cos'è

La cessione del quinto è una forma di prestito garantito e non finalizzato, nella misura in cui non deve essere specificata la motivazione alla base del prestito. Può essere richiesta dai titolati di un contratto di lavoro a tempo indeterminato, oppure dai pensionati: in questo caso si parlerebbe di cessione del quinto della pensione, mentre nel primo di cessione del quinto dello stipendio.

Come suggerisce lo stesso nome, un quinto del proprio stipendio o della propria pensione viene ceduto ogni mese come rata per il pagamento del finanziamento richiesto, che non deve essere pagata dal richiedente, ma viene versata direttamente dall’INPS o dal datore di lavoro.

Perché lo si considera un finanziamento garantito? Vediamo di seguito quali sono le tutele che spettano al soggetto che eroga il finanziamento e cosa succede nel caso di licenziamento del soggetto che riceve il prestito.

Cessione del quinto: le tutele per chi finanzia

Il contratto a tempo indeterminato da solo non rappresenta una garanzia che permette alla banca o all’istituto di credito che eroga il prestito di essere tutelata fino alla fine del finanziamento. Il caso più comune che si possa verificare è infatti quello nel quale il lavoratore venga licenziato, ma sono noti anche scenari nei quali la perdita del lavoro è legata al fallimento da parte dall’azienda.

Per questo motivo, sono necessarie delle misure di prevenzione in più:

  • nel momento in cui viene concessa la cessione del quinto al lavoratore, o al pensionato, di turno è pertanto obbligatorio stipulare anche una polizza assicurativa, chiamata polizza rischio impiego;
  • l’assicurazione servirà a coprire eventuali debiti in caso di pagamenti insolventi da parte del soggetto che ha richiesto il prestito.

Un altro vincolo che permette al finanziatore di essere protetto è rappresentato dal TFR maturato dal lavoratore: quest’ultimo potrà decidere che il TFR risulti a favore dell’ente che ha erogato il finanziamento, ma potrà anche decretare il contrario, ovvero che il suo TFR non sia vincolato al prestito ricevuto.

È il caso, per esempio, dei lavoratori che scelgono di mettere il proprio TFR in un fondo pensione e di non lasciarlo in azienda: in questa casistica, nell’ipotesi di licenziamento, il proprio TFR non può essere toccato dal finanziatore del prestito in quanto di solito i fondi pensione non sono pignorabili.

Di seguito saranno elencati gli scenari più comuni che si verificano nel momento in cui un lavoratore:

  1. venga licenziato;
  2. venga licenziato per giusta causa;
  3. perda il proprio lavoro a causa del fallimento della propria azienda.

Cessione del quinto: le conseguenze di un licenziamento

È stato precisato che la prima forma di garanzia per coprire una situazione di emergenza, qual è appunto un licenziamento, è la polizza assicurativa che si sottoscrive in concomitanza alla cessione del quinto. Sono previste delle apposite assicurazioni che hanno validità anche nel caso di licenziamento senza giusta causa, che costituiscono una forma di tutela non solo per la banca che ha concesso il prestito ma anche per il lavoratore.

Le rate mensili del prestito vengono versate dalla propria azienda – nel caso della cessione del quinto dello stipendio: cosa succede in caso di licenziamento per giusta causa oppure di dimissioni volontarie da parte del lavoratore? Il proprio datore di lavoro estinguerà il prestito con un versamento finale, trattenendo il debito dal TFR.

La situazione cambia nel caso in cui si verifichi un licenziamento senza giusta causa:

  • in questo caso il proprio TFR non potrà essere utilizzato per pagare le rate del prestito rimaste insolute, ma sarà l’assicurazione che si dovrà occupare dell’estinzione e dunque del saldo del prestito;
  • nel momento in cui si sottoscriverà la polizza assicurativa, ci consiglia di assicurarsi che preveda la copertura nel caso in cui si dovesse perdere il lavoro senza giusta causa.
cessione del quinto in caso di licenziamento

Cessione del quinto: la gestione del TFR

Analizziamo nel dettaglio l’ipotesi in cui un lavoratore ha autorizzato il vincolo del TFR, quindi del Trattamento di Fine Rapporto, verso l’istituto di credito che ha erogato il prestito. Nella pratica, ci sono due diverse situazioni che possono verificarsi:

  • la prima è quella nella quale il debito in sospeso è maggiore rispetto al TFR accumulato dal dipendente;
  • la seconda è la situazione opposta, ovvero quella nella quale il debito ha un importo inferiore rispetto al TFR.

Nel primo caso, il lavoratore ha un debito nei confronti della banca e dovrà procedere al pagamento della quota mancante attraverso altri strumenti, per esempio con un bonifico.

Nel secondo caso, invece, sappiamo che oltre al TFR è stata sottoscritta una polizza assicurativa

  • la compagnia assicurativa libererà il lavoratore dai suoi debiti pignorando una parte del suo stipendio: il lavoratore diventerà così debitore nei confronti dell’assicurazione;
  • se il lavoratore che è stato licenziato dovesse trovare subito un altro lavoro, allora dovrà saldare il suo debito con la compagnia assicurativa.

Cessione del quinto se il dipendente cambia lavoro

Il fatto di avere richiesto la cessione del quinto dello stipendio non impedisce al dipendente di poter cambiare lavoro: in questa evenienza, nel caso di insolvenza per cambio di lavoro la società assicuratrice potrà rivalersi sul lavoratore. Costui potrebbe, infatti, non riuscire a trovare subito un nuovo lavoro.

Quando si verifica l’insolvenza della cessione del quinto per cambio lavoro, l’insoluto viene segnalato alla Centrale rischi finanziari e inserito inserito nella banca dati degli istituititi di credito. Dal quel momento in poi, i sistemi di informazione creditizia hanno etichettato il debitore come un cattivo pagatore: questa ipotesi avrà ovviamente delle ripercussioni sulle possibilità future di richiedere nuovamente un finanziamento in caso di necessità.

Nell’ipotesi in cui il lavoratore dovesse riuscire a trovare immediatamente un nuovo lavoro, l’ente erogatore potrebbe inviare una notifica relativa al contratto di cessione del quinto al nuovo datore di lavoro: in questo modo ci sarebbe semplicemente un trasferimento e il pagamento delle rate continuerebbe attraverso la cessione del quinto del nuovo stipendio.

cessione dle quinto dello stipendio cos'è

Cessione del quinto in caso di fallimento dell’azienda

La cessione del quinto dello stipendio è una forma di finanziamento molto conveniente sia per il lavoratore sia per il finanziatore. Prima di farne richiesta si consiglia, però, di valutare tutta una serie di elementi, in modo particolare di essere nelle condizioni di poter restituire il prestito. Se si sa fin dal principio che la propria azienda naviga in cattive acque e che potrebbe andare in bancarotta, mandando tutti i lavoratori a casa, è meglio evitare di fare la richiesta.

Cosa succede nel caso in cui il lavoratore avesse ottenuto la cessione del quinto dello stipendio e la sua azienda, che si sta occupando del versamento delle rate, dovesse fallire? In questa evenienza, il licenziamento non è legato a una condotta del lavoratore e dunque a una sua responsabilità. Per questo motivo, il rimborso del finanziamento sarebbe a carico della compagnia assicuratrice.

Esistono delle casistiche nelle quali l’assicurazione può rifiutarsi di pagare il debito contratto dal lavoratore, ovvero:

  1. quando il lavoratore è presente nelle banche dati del Crif e viene indicato come cattivo pagatore;
  2. nei casi in cui l’assicurazione può rivalersi sul lavoratore per il risarcimento che ha corrisposto al suo posto;
  3. nei casi in cui il lavoratore ha trovato un nuovo impiego e, di conseguenza, deve pagare la società assicurativa per il premio che è stato pagato.

Cessione del quinto – Domande frequenti

Cosa succede se vengo licenziato durante la cessione del quinto?

La cessione del quinto prevede che in caso di licenziamento del lavoratore il debito venga estinto o con l’utilizzo dei soldi maturati nel TFR oppure grazie alla polizza assicurativa che è stata sottoscritta e che prevedeva questa modalità di rimborso nell’ipotesi di un licenziamento del lavoratore.

Quali sono le tutele previste per il finanziatore?

Nel momento in cui si concede la cessione del quinto a un dipendente, ci sono delle garanzie che vengono messe in atto a sostegno di chi eroga il prestito. La prima è un’assicurazione che pagherà il debito contratto dal lavoratore in caso di perdita di lavoro o di fallimento dell’azienda. La seconda è invece costituita dal trattamento di fine rapporto, che può essere utilizzato per saldare definitivamente il finanziamento in caso di licenziamento.

Cosa succede nel caso di licenziamento per giusta causa?

Se un lavoratore viene licenziato per giusta causa, l’assicurazione può scegliere di non pagare il debito che è stato accumulato dal lavoratore all’istituto di credito che ha erogato il prestito. Nella situazione opposta, ovvero quella in cui viene licenziato senza giusta causa, l’assicurazione sarò tenuta a pagare il suo debito.

Cosa succede in caso di fallimento dell’azienda?

Se il licenziamento avviene a causa del fallimento dell’azienda, il lavoratore non ne è il diretto responsabile: di conseguenza le rate della cessione del quinto vengono saldate dalla società assicurativa. In caso di lavoratore segnalato come cattivo pagatore oppure nelle situazioni in cui, in base alla normativa vigente, l’assicurazione può rivalersi sul lavoratore, come nell’ipotesi di cambio lavoro, allora quest’ultima non sarà tenuta a pagare tutte le rate del finanziamento.

Immagine profilo autore
Redazione deQuo
Cerca
Effettua una ricerca all'interno del nostro blog, tra centinaia di articoli, guide e notizie
Ti serve il parere di un Avvocato sull'argomento?
Prova subito il nostro servizio di consulenza online. Più di 3000 avvocati pronti a rispondere alle tue richieste. Invia la tua richiesta.
Richiedi Consulenza

Newsletter

Iscriviti alla nostra newsletter settimanale per ricevere informazioni e notizie dal mondo legal.

Decorazione
Hai altre domande sull'argomento?
Se hai qualche dubbio da risolvere, chiedi una consulenza online a uno dei nostri Avvocati
Richiedi Consulenza

Altro su Diritto del Lavoro

Approfondimenti, novità e guide su Diritto del Lavoro

Leggi tutti
infortunio sul lavoro risarcimento danno INAIL
11 Gennaio 2023
Infortunio sul lavoro: presupposti Per far sì che si possa parlare di "infortunio sul lavoro" sono necessari i seguenti presupposti: un evento traumatico dal quale deriva una lesione alla salute del lavoratore o la sua morte;un collegamento tra questo evento e lo svolgimento dell’attività lavorativa. Cosa fare in caso di…
bonus manovra
09 Gennaio 2023
La legge di Bilancio 2023 è stata approvata dal Consiglio dei ministri il 21 novembre 2022, ricevendo poi il via libera definitivo in Senato il 29 dicembre 2022. Al suo interno è stato inserito un gran numero di agevolazioni, alcune delle quali costituiscono delle proroghe di misure già in vigore:…
conciliazione
30 Dicembre 2022
La conciliazione è una tipologia di risoluzione delle controversie civili con la quale, le controparti, raggiungono un accordo tramite il supporto di un soggetto terzo.  La conciliazione è possibile soltanto nei casi in cui la lite riguardi i diritti disponibili, ovvero quelli dei quali si possa disporre. Si tratta in…
27 Dicembre 2022
Il congedo parentale è un periodo di astensione dal lavoro, facoltativo, al quale i genitori possono accedere per prendersi cura dei propri figli durante i loro primi anni di vita. Può essere richiesto: da lavoratrici e lavoratori dipendenti;da lavoratrici e lavoratori iscritti dalla gestione separata INPS. Non spetta ai: genitori…
naspi 2020
22 Dicembre 2022
La NASpI, acronimo di Nuova prestazione di Assicurazione Sociale per l'impiego, è una forma di sussidio INPS che viene erogato ai lavoratori che hanno perso il lavoro in modo involontario. Non si riceve in modo automatico, ma è necessario farne apposita richiesta. Si rivolge pertanto non solo ai dipendenti che…
aspettativa non retribuita
26 Novembre 2022
L’aspettativa non retribuita corrisponde a un periodo di sospensione dal lavoro che può essere richiesto dal lavoratore dipendente. In questo lasso di tempo temporaneo il lavoratore avrà diritto a mantenere il proprio posto di lavoro, ma non riceverà alcun compenso. Alla base dell’aspettativa non retribuita troviamo la legge n. 53…