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Bonus busta paga per gli insegnanti

Cos'è il bonus in busta paga per gli insegnanti, a quanto ammonta e qual è la differenza rispetto al bonus 100 euro che era stato previsto dal decreto Cura Italia.

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Redazione deQuo
10 Aprile 2021
bonus in busta paga per gli insegnanti

Il bonus busta paga per i dipendenti pubblici è stato inserito all’interno del Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale che è stato firmato dal Governi Draghi. 

Tale contributo comprende anche un bonus in busta paga per gli insegnanti, che dovrebbe arrivare in relazione all’aumento previsto dal rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro 2019-2021.

In cosa consiste di preciso e a quanto ammonterà? Ecco le informazioni più importanti da conoscere in merito. 

L’importo del bonus busta paga per gli insegnanti

Sono 850.000 i docenti che dovrebbero ricevere un aumento con il rinnovo del proprio contratto di lavoro, numero che comprende anche i lavoratori precari. 

Stando a quanto riportato da Aran, l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle Pubbliche amministrazioni, quello degli insegnanti rappresenta attualmente lo stipendio più basso tra quelli del pubblico impiego

A conti fatti, il nuovo bonus corrisponderebbe a 87 euro lordi, che sono pari a circa 55 euro netti in più da ricevere direttamente in busta paga: ciò sarà possibile grazie a 3,7 miliardi di euro che sono stati stanziati dal Governo per fare in modo che si possa procedere con i rinnovi contrattuali di tutti i dipendenti pubblici. 

bonus in busta paga per gli insegnanti

Le risorse previste per gli insegnanti

Analizzando più nel dettaglio le risorse economiche che sono state messe a disposizione dal Governo per i rinnovi dei contratti dei dipendenti pubblici, una parte sarà utilizzata per i trattamenti accessori del comporto militare, della polizia e dei vigili del fuoco, mentre 574 milioni saranno adoperati per l’indennità di vacanza contrattuale. 

Al bonus busta paga per gli insegnanti sarebbero riservati circa 1,7/1,8 miliardi di euro, che si tradurrebbero in un aumento di soli 87 euro lordi. Tuttavia, bisogna ricordare che a tale cifra si potrà aggiungere anche un bonus derivante dal taglio del cuneo fiscale introdotto nel luglio del 2020. 

Le novità per gli insegnanti

Sono diversi i problemi riguardanti il comparto scuola e che rappresentano i punti fondamentali del nuovo Patto per l’istruzione e la Formazione. In particolare, si tratta:

  • dell’incremento delle risorse per il Fondo per il miglioramento dell’offerta formativa;
  • della valorizzazione della contrattazione decentrata;
  • della didattica digitale integrata e dello smart working per gli insegnanti;
  • della formazioni dei docenti, soprattutto dal punto di vista digitale. 

La progettazione e la stesura del Patto per l’istruzione e la Formazione nasce dalla necessità di affrontare e risolvere tutti gli aspetti carenti del settore scuola, che vanno dal reclutamento al precariato, fino all’inefficienza del sistema scolastico o del personale docente. 

Il Recovery Plan, invece, dovrebbe occuparsi della riforma del concorso per diventare insegnanti, che dovrebbe cambiare nel 2023: per tale data non sarà sufficiente il mero superamento della prova concorsuale, ma si dovrà svolgere anche un anno di tirocinio al termine del quale ci sarà un’apposita valutazione. 

Il bonus 100 euro del decreto Cura Italia

Per fugare ogni dubbio sulla questione, il nuovo bonus in busta paga per gli insegnanti non è lo stesso che era stato previsto dal decreto Cura Italia e che i docenti, il personale Ate, Dsga e i dirigenti scolastici hanno ricevuto nel mese di febbraio 2021

In quel caso, infatti, si trattava di un premio del valore di 100 euro che era stato previsto per coloro i quali hanno prestato servizio nel mese di marzo 2020, ovvero nel periodo di massima allerta per l’emergenza epidemiologica. 

Nel decreto era stato stabilito che “ai titolari di redditi di lavoro dipendente di cui all’articolo 49, comma 1, del testo unico delle imposte sui redditi approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, che possiedono un reddito complessivo da lavoro dipendente dell’anno precedente di importo non superiore a 40.000 euro spetta un premio, per il mese di marzo 2020, che non concorre alla formazione del reddito, pari a 100 euro da rapportare al numero di giorni di lavoro svolti nella propria sede di lavoro nel predetto mese“.

Nella pratica, hanno ricevuto effettivamente 100 euro quegli insegnanti che a marzo 2020 hanno lavorato per 22 giorni nei casi in cui la settimana lavorativa sia articolata in 5 giorni, o per 26 giorni nei casi in cui la settimana sia articolata in 6 giorni, ovvero dal lunedì al sabato, nel rispetto dei requisiti reddituali indicati nel decreto Cura Italia. 

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