Vai al contenuto

Cessione del quinto dello stipendio: cos’è e come funziona

Immagine profilo autore
Redazione deQuo
03 Marzo 2020
cessione del quinto dello stipendio

Il termine cessione del quinto dello stipendio viene in genere associato a situazioni nelle quali la persona che ne fa richiesta non sta attraversando un buon momento dal punto di vista economico, oppure ha necessità di liquidità immediate o è alla ricerca di un lavoro.

La cessione del quinto dello stipendio è un prestito di tipo personale che ha caratteristiche ben precise e può essere richiesto da alcuni soggetti. Esaminiamo nel dettaglio la normativa che lo riguarda, chi può averne accesso, come funziona l’erogazione e in quali casi conviene di più rispetto a un normale prestito.

Cessione del quinto dello stipendio: cos’è

La cessione del quinto dello stipendio è un prestito personale al consumo, che può essere richiesto:

  • dai dipendenti pubblici e privati INPS, con contratto a tempo indeterminato o determinato, che devono avere più di 18 anni;
  • dai pensionati, che devono avere un’età pari o inferiore agli 85 anni: in questo caso si parla di cessione del quinto della pensione.

Non è legato ad acquisti particolari, come per esempio quello di un immobile o di una nuova macchina. Si tratta di una tipologia molto particolare di prestito, al quale possono avere accesso anche i soggetti che sono stati segnalati dal CRIF, ovvero la Centrale Rischi d’Intermediazione Finanziaria, come cattivi pagatori. Con la cessione del quinto dello stipendio, il prestito viene concesso a prescindere dal proprio storico.

Cessione del quinto dello stipendio: normativa

La cessione del quinto può essere richiesta dai dipendenti pubblici e privati, con contratto a tempo indeterminato, e dai pensionati. Nel primo caso si parla di cessione del quinto dello stipendio, mentre nel secondo di cessione del quinto della pensione INPS.

Nel caso di dipendenti con contratto a tempo determinato, il debito deve essere pagato entro e non oltre la scadenza del contratto di lavoro.

Non possono invece avere accesso a questa tipologia di prestito i titolari di:

  1. pensioni di invalidità;
  2. assegno sociale;
  3. assegno di inabilità.

Non sono necessarie garanzie per avere accesso al prestito:

  • nel caso dei dipendenti, la garanzia è rappresentata dal TFR maturato: durante il periodo del rimborso, non possono essere richiesti infatti anticipi del TFR;
  • nel caso dei pensionati, dalla stessa pensione.

Ne consegue che maggiore sarà lo stipendio e il TFR maturato dal lavoratore, maggiore la cifra del finanziamento che potrà essere richiesto.

Ciò che viene invece richiesto è un’assicurazione obbligatoria:

  • sulla vita, nel caso dei pensionati;
  • per essere tutelati contro l’eventuale perdita del lavoro, nel caso dei lavoratori.

La polizza non deve essere pagata dal lavoratore o dal pensionato in quanto il suo costo viene trattenuto direttamente dall’istituto che eroga il prestito.

Cessione del quinto dello stipendio: come funziona

In questa particolare tipologia di prestito, com’è possibile intuire dalla sua denominazione, l’INPS – nel caso dei pensionati – o il datore di lavoro trattiene il 20% della pensione o dello stipendio – ovvero 1/5 – e lo trasmette direttamente alla banca che ha concesso il prestito.

Per questo motivo, la rata massima mensile del finanziamento richiesto non può essere superiore a un quinto dello stipendio netto o della pensione:

  • molte banche hanno fissato un limite di 75.000 euro come cifra massima che può essere richiesta;
  • in più, il prestito deve essere rimborsato in massimo 120 rate, ovvero in 10 anni.

Cessione del quinto dello stipendio: come farne richiesta

Il prestito può essere richiesto:

  1. a una banca;
  2. a Poste Italiane;
  3. a una società finanziaria.

Basta fissare un appuntamento oppure fare richiesta, nei casi consentiti, di preventivo online. In genere, saranno richiesti i seguenti documenti:

  • carta d’identità e codice fiscale;
  • documenti necessari a inquadrare la situazione lavorativa e reddituale del dipendente, come il contratto di lavoro o la busta paga, con il relativo TFR maturato;
  • per i pensionati basta il cedolino della pensione.

Il lavoratore dipendente deve autorizzare il proprio datore di lavoro a trattenere il 20% dal proprio stipendio, mentre la banca deve fare richiesta al datore di lavoro a impegnarsi a versare ogni mese la rata relativa al finanziamento.

cessione del quinto dello stipendio come funziona

Cessione del quinto dello stipendio: condizioni

Nel contratto di cessione del quinto dello stipendio devono essere inseriti:

  • il tasso di interesse applicato sul finanziamento:
  • l’ammontare del finanziamento;
  • il numero di rate da pagare, il loro importo e le relative scadenze;
  • gli interessi da pagare in caso di mora e eventuali altre spese;
  • il TAEG, ovvero il Tasso annuo effettivo globale;
  • gli importi non compresi nel TAEG;
  • le polizze assicurative attivate;
  • eventuali garanzie richieste.

Cessione del quinto dello stipendio: l’estinzione anticipata

In genere, è possibile recedere dal contratto entro 14 giorni dalla stipula, attraverso l’invio di una raccomandata a/r. Inoltre, è anche prevista la possibilità di estinguere in anticipo il prestito:

  • per farlo, bisogna innanzitutto inviare una richiesta alla banca che ha concesso il prestito;
  • verrà così calcolata la rata finale da pagare, assieme a una penale che in genere corrisponde all’1% della somma dovuta;
  • se il contratto lo prevede, è possibile non pagare la penale, ma si devono comunque pagare le spese di istruttoria e l’imposta di bollo.

Cessione del quinto dello stipendio: differenza rispetto al prestito personale

Ci sono alcune differenze fondamentali tra un normale prestito personale e una cessione del quinto dello stipendio. Nello specifico, si tratta di:

  • differenti modalità di rimborso: nel caso della cessione del quinto, infatti, l’importo della rata mensile viene detratto direttamente dallo stipendio e versato ogni mese direttamente dall’INPS o dal proprio datore di lavoro; nel prestito normale viene versato dal richiedente, tramite bollettino postale o addebito sul conto corrente;
  • l’importo della rata nella cessione del quinto non può superare un quinto dello stipendio o della pensione, mentre nel prestito personale dipende dall’ammontare e dalla durata del finanziamento;
  • per quanto riguarda gli importi, per un prestito personale non vengono di solito previsti più di 30.000 euro, mentre nel caso della cessione del quinto è anche possibile ottenere cifre di gran lunga superiori.

Cessione del quinto dello stipendio e successivo pignoramento

Cosa succede se un lavoratore dovesse subire un pignoramento della retribuzione mentre è in corso la cessione del quinto? In tale evenienza, il pignoramento:

  • non potrà mai superare 1/5 dello stipendio totale del dipendente;
  • al contempo, non potrà essere superiore alla differenza tra la metà dello stipendio e la quota ceduta.

Supponiamo che un dipendente guadagni 1.500 euro: ha ceduto un quinto del suo stipendio per la cessione del quinto, ovvero 300 euro. Un eventuale pignoramento dello stipendio potrebbe essere pari a 300 euro, ma non potrebbe superare la differenza tra la metà dello stipendio e la cifra ceduta, ovvero 1.500/2 – 300 = 450 euro.

Cessione del quinto dello stipendio: quando conviene

La cessione del quinto dello stipendio comporta alcuni vantaggi, tra i quali si annoverano:

  • il fatto di poter ottenere il prestito con maggiore facilità;
  • la concessione del prestito è valida anche per i soggetti considerati cattivi pagatori;
  • la possibilità di avere accesso a cifre più elevate;
  • il fatto che si tratti di un prestito garantito, poiché le sue garanzie sono costituite dal TFR e dall’assegno pensionistico.

Facciamo un esempio per comprendere meglio la convenienza di questa tipologia di prestito: due giovani lavoratori che vogliono comprare casa, avrebbero bisogno di un garante per ottenere il prestito dalla banca, ma se i loro genitori sono troppo anziani la banca non li accetterà come garanti per concedere il prestito. Se uno dei genitori ha o ha superato gli 85 anni, è possibile che chieda la cessione del quinto della pensione: potrà in questo modo garantire ai giovani i soldi di cui avrebbero bisogno per comprare casa.

Cessione del quinto dello stipendio – Domande frequenti

Cos’è la cessione del quinto dello stipendio?

La cessione del quinto dello stipendio è una particolare tipologia di prestito personale, a tasso fisso, nella quale le rate vengono pagate tramite una trattenuta dallo stipendio per importo non superiore a un quinto. Deve essere pagato in 120 mesi al massimo, quindi in 10 anni, e non è necessario dover specificare la ragione per la quale si ha bisogno del finanziamento.

Qual è la differenza tra il prestito con cessione del quinto e un prestito normale?

Nel prestito con cessione del quinto, il finanziamento non viene rimborsato dalla persona che lo ha richiesto, come avviene invece nel caso di un classico prestito personale, ma dall’INPS o dal datore di lavoro, che lo versa direttamente alla banca.

Perché la cessione del quinto dello stipendio conviene?

La cessione del quinto dello stipendio (o della pensione) è una forma di prestito personale estraneamente vantaggiosa in quanto permette di ottenere un prestito con grande facilità, poiché il finanziatore dispone o della garanzia da parte dell’INPS o di quella da parte del datore di lavoro. È un prestito che viene rilasciato anche ai cosiddetti cattivi pagare e se il TFR maturato o l’importo della propria pensione sono elevati, consente di avere accesso a importi considerevoli, che possono arrivare fino alla cifra massima di 75.000 euro.

Immagine profilo autore
Redazione deQuo
Cerca
Effettua una ricerca all'interno del nostro blog, tra centinaia di articoli, guide e notizie
Ti serve il parere di un Avvocato sull'argomento?
Prova subito il nostro servizio di consulenza online. Più di 3000 avvocati pronti a rispondere alle tue richieste. Invia la tua richiesta.
Richiedi Consulenza

Newsletter

Iscriviti alla nostra newsletter settimanale per ricevere informazioni e notizie dal mondo legal.

Decorazione
Hai altre domande sull'argomento?
Se hai qualche dubbio da risolvere, chiedi una consulenza online a uno dei nostri Avvocati
Richiedi Consulenza

Altro su Diritto del Lavoro

Approfondimenti, novità e guide su Diritto del Lavoro

Leggi tutti
infortunio sul lavoro risarcimento danno INAIL
11 Gennaio 2023
Infortunio sul lavoro: presupposti Per far sì che si possa parlare di "infortunio sul lavoro" sono necessari i seguenti presupposti: un evento traumatico dal quale deriva una lesione alla salute del lavoratore o la sua morte;un collegamento tra questo evento e lo svolgimento dell’attività lavorativa. Cosa fare in caso di…
bonus manovra
09 Gennaio 2023
La legge di Bilancio 2023 è stata approvata dal Consiglio dei ministri il 21 novembre 2022, ricevendo poi il via libera definitivo in Senato il 29 dicembre 2022. Al suo interno è stato inserito un gran numero di agevolazioni, alcune delle quali costituiscono delle proroghe di misure già in vigore:…
conciliazione
30 Dicembre 2022
La conciliazione è una tipologia di risoluzione delle controversie civili con la quale, le controparti, raggiungono un accordo tramite il supporto di un soggetto terzo.  La conciliazione è possibile soltanto nei casi in cui la lite riguardi i diritti disponibili, ovvero quelli dei quali si possa disporre. Si tratta in…
27 Dicembre 2022
Il congedo parentale è un periodo di astensione dal lavoro, facoltativo, al quale i genitori possono accedere per prendersi cura dei propri figli durante i loro primi anni di vita. Può essere richiesto: da lavoratrici e lavoratori dipendenti;da lavoratrici e lavoratori iscritti dalla gestione separata INPS. Non spetta ai: genitori…
naspi 2020
22 Dicembre 2022
La NASpI, acronimo di Nuova prestazione di Assicurazione Sociale per l'impiego, è una forma di sussidio INPS che viene erogato ai lavoratori che hanno perso il lavoro in modo involontario. Non si riceve in modo automatico, ma è necessario farne apposita richiesta. Si rivolge pertanto non solo ai dipendenti che…
aspettativa non retribuita
26 Novembre 2022
L’aspettativa non retribuita corrisponde a un periodo di sospensione dal lavoro che può essere richiesto dal lavoratore dipendente. In questo lasso di tempo temporaneo il lavoratore avrà diritto a mantenere il proprio posto di lavoro, ma non riceverà alcun compenso. Alla base dell’aspettativa non retribuita troviamo la legge n. 53…