Allontanamento dalla casa familiare: quando si applica
L’allontanamento dalla casa familiare rappresenta una della misure cautelari previste dal nostro ordinamento giuridico e che può essere applicata in diverse circostanze, come per esempio quella in cui siano presenti maltrattamenti in famiglia.
In genere questa misura cautelare entra in gioco per tutelare i familiari e i conviventi, quali il coniuge o i figli, che subiscono reati in famiglia.
In questa guida analizzeremo nel dettaglio come funziona l’allontanamento dalla casa familiare e quali sono i casi nei quali trova applicazione.
Cos’è l’allontanamento dalla casa familiare
L’allontanamento dalla casa familiare viene adottato dal giudice in tutti quei casi in cui sia necessario tutelare l’incolumità dei familiari di una persona indagata o imputata per un determinato reato.
Considerato che si tratta di una misura cautelare, dovrà essere disposta dal giudice nel momento in cui il magistrato del pubblico ministero ne faccia richiesta. Si verifica prima che venga emessa la sentenza definitiva di condanna nei casi in cui la permanenza del soggetto indagato in casa sia considerata pericolosa.
Il provvedimento è disciplinato dall’articolo 282-bis del Codice di procedura penale: dal momento in cui viene disposto, il soggetto imputato dovrà lasciare immediatamente la casa familiare fino a quando il giudice non gli darà nuovamente l’autorizzazione per accedervi.
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Conseguenze per i familiari
Quando la misura dell’allontanamento della casa familiare viene effettivamente applicata, i familiari potrebbero ritrovarsi in una condizione di difficoltà economica.
La legge prevede che per tutto il periodo in cui la misura tutelare sarà in vigore, la persona allontanata sarà tenuta al versamento di un assegno periodo nei confronti dei propri familiari qualora questi ultimi siano privi di una fonte di reddito.
Il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima
La misura cautelare che viene disposta nei casi in cui i familiari di un soggetto imputato possano essere in pericolo di vita non comporta unicamente il suo allontanamento dalla casa familiare.
A questo accadimento, infatti, si accompagna anche il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima, che possono essere, per esempio:
- il luogo di lavoro;
- il domicilio della famiglia di origine, ma anche quello dei prossimi congiunti.
Quando si applica
Sono diversi i casi nei quali potrà essere applicato l’allontanamento dalla casa familiare, in particolare in tutti quelli in cui siano presenti situazioni di maltrattamenti nei confronti dei figli o della persona con la quale si convive.
Non avviene in automatico dopo che chi commette azioni delittuose riceva una denuncia per la sua condotta: è anche necessario che le lesioni in ambito familiare o altri fatti che possano consistere in un reato si ripetano.
Quando non si applica
Nel caso in cui una persona che abbia commesso un’azione criminosa nei confronti di un familiare decida di intraprendere un percorso di cura per evitare di comportarsi nuovamente allo stesso modo, allora la misura cautelare non sarà applicata.
In altre parole, non viene applicata tutte quelle volte in cui il colpevole dimostra di essersi pentito per le sue azioni e di avere davvero la volontà di cambiare al fine di non commettere altri illeciti nel futuro.
Allontanamento dalla casa familiare – Domande frequenti
L’allontanamento dalla casa familiare è una misura cautelare che viene disposta dal giudice: ecco come funziona.
La durata del divieto di avvicinamento dipende dal provvedimento che viene disposto dal giudice: clicca qui per sapere di più sulla durata massima della misure cautelari.
Ci sono diversi casi nei quali potrà essere richiesto l’allontanamento della casa familiare, come quello in cui si verifichino maltrattamenti in famiglia in modo reiterato.