Affidamento esclusivo: cosa comporta e come ottenerlo
In determinate cause di divorzio il giudice può predisporre l'affidamento esclusivo alla madre o al padre. Quali sono i presupposti, le conseguenze e come ottenerlo.
Quando una coppia si separa o chiede il divorzio, al giudice spetta il compito di occuparsi dell’affidamento dei figli minori. La regola prevede l’affidamento condiviso per entrambi i genitori che sono responsabili della cura e dell’educazione dei figli e che si occupano di prendere le decisioni relative alla scuola e alla salute.
Il giudice ha il dovere di stabilire dove il figlio andrà ad abitare:
- anche in caso di affido condiviso il figlio avrà dimora stabile presso la casa nella quale ha la residenza uno dei due genitori;
- il collocamento serve, in prativa, a stabilire la residenza del minore;
- in genere, vengono collocati presso la madre e possono incontrare il padre nei giorni e negli orari stabiliti dal giudice.
L’affidamento condiviso si basa sul principio di bigenitorialià, per il quale il bambino ha il diritto di mantenere un rapporto stabile con entrambi i genitori. In altri casi, il giudice predispone invece l’affidamento esclusivo. Di cosa si tratta di preciso? Quali sono i casi nei quali è previsto e come è possibile, invece, riuscire a ottenerlo? Di seguito sono elencate le risposte a tutti questi interrogativi.
Affidamento esclusivo: cos’è
In base a quanto stabilito dalla legge, in presenza di motivazioni molto gravi per le quali uno dei due genitori non dovesse risultare idoneo al ruolo che dovrebbe svolgere, è possibile richiedere al giudice l’affidamento esclusivo al padre o alla madre.
A sensi dell’articolo 337 del Codice Civile il giudice “valuta prioritariamente la possibilità che i figli minori restino affidati a entrambi i genitori oppure stabilisce a quali di essi i figli sono affidati“, ma qualsiasi provvedimento nei confronti della prole viene preso “con esclusivo riferimento all’interesse morale e materiale di essa“.
La sola motivazione alla base della decisione presa dal giudice in relazione all’affidamento di un minore è il suo interesse:
- il genitore al quale viene affidato deve essere in grado di garantirgli un adeguato sviluppo psico-fisico e di permettergli di vivere in un ambiente sano, nel quale vengano soddisfatte tutte le sue necessità, materiali e affettive;
- l’affidamento esclusivo può essere applicato anche nel caso dei figli di genitori non sposati.
Presupposti
L’affidamento esclusivo di un figlio minore, che può avvenire anche in modo consensuale tra le parti coinvolte, potrebbe essere una soluzione qualora:
- l’affidamento condiviso risultasse negativo per il figlio;
- si dimostrasse l’incapacità oggettiva di uno dei genitori di essere in grado di dedicarsi al figlio;
- uno dei due genitori mostrasse totale disinteresse nei confronti del figlio;
- il minore non si rapportasse con uno dei genitori: in questo caso il figlio può spiegare quali sono le sue motivazioni nella volontà di stare con uno dei suoi genitori;
- uno dei due genitori fosse dedito al gioco d’azzardo o avesse contratto un grosso debito;
- madre o padre violento nei confronti dei figli, o nei confronti dell’altro coniuge.
L’affidamento esclusivo può essere richiesto anche:
- per mancato mantenimento;
- nel caso in cui uno dei coniugi facesse uso di sostanze stupefacenti o fosse riconosciuto come incapace di intendere e di volere;
- nel caso di carattere aggressivo o di strumentalizzazione del figlio che viene messo contro l’altro genitore;
- nel caso di sparizione dalla vita del figlio o di assenza nel momento in cui è avvenuta la separazione, quando avrebbe potuto rivendicare il suo diritto all’affidamento condiviso.
Quando non viene concesso
Esistono, poi, una serie di casi nei quali l’affidamento esclusivo non viene concesso, ovvero:
- nel caso in cui uno dei coniugi abbia una relazione omosessuale, che però non pregiudica il rapporto con i figli;
- nel caso in cui si scelga di professare una religione diversa da quella cattolica;
- se uno dei due genitori è stato accusato, ma non ancora condannato e si trova pertanto in carcere;
- in caso di grande distanza tra la residenza dei due coniugi;
- quando uno dei due genitori si affida spesso ai nonni, per esempio per questioni lavorative;
- in caso di conflittualità tra i due genitori, dovuta al loro carattere.
Come ottenerlo
Per ottenere l’affidamento esclusivo di un figlio è necessario presentare l’apposita domanda a un giudice, in qualsiasi momento, anche nel caso in cui il giudice abbia già stabilito di procedere con l’affido condiviso dei figli.
La richiesta di affidamento esclusivo deve essere motivata; nel caso in cui uno dei due genitori facesse richiesta per motivi di ricatto o legati a una vendetta personale, il giudice potrà:
- ritenere la richiesta manifestamente infondata;
- scegliere di estromettere il genitore in questione dall’affidamento e affidare il minore a quello che non ha effettuato la richiesta;
- condannarlo al risarcimento del danno perché ha agito in mala fede o con colpa grave.
Il giudice accoglierà la domanda di affidamento esclusivo dopo un’attenta valutazione che avrà lo scopo di garantire unicamente l’interesse del minore. Nel caso in cui la richiesta di affidamento esclusivo venga inviata da entrambi i genitori, è sempre il giudice a stabilire a quale partner sarà affidato il minore.
A tal proposito, nelle motivazioni del giudice devono essere presentati per legge:
- sia i motivi per i quali un genitore è stato considerato idoneo all’affidamento;
- sia le ragioni per le quali l’altro genitore è stato designato come incapace di potersi occupare del figlio: si parla in questo caso di “motivazione in negativo”.
Quali sono le conseguenze
Il genitore al quale sarà affidato il figlio in modo esclusivo:
- dovrà occuparsi di ogni responsabilità legata al minore;
- non dovrà opporsi al diritto di visita dell’altro genitore, che dovrà essere esercitato nei tempi e nei modi stabiliti dal giudice, oltre che alla sua partecipazione nelle decisioni più importanti riguardanti il figlio.
A proposito dell’ultimo punto, il giudice può anche scegliere di limitare o azzerare il diritto di visita del genitore non affidatario, nel caso in cui si fosse di fronte a una delle situazioni seguenti:
- il genitore sia tossicodipendente o soffra di alcolismo;
- il genitore sia violento;
- in presenza di patologie invalidanti, si può disporre che gli incontri con il figlio avvengano in presenza di altri familiari.
In generale, il giudice ha il diritto di ridurre il tempo che il genitore non affidatario può trascorrere con il figlio, stabilire il luogo nel quale si debbano svolgere gli incontri fra i due, fare in modo che tali incontri si verifichino solo in presenza di terzi, che avranno il ruolo di sorveglianti (come per esempio di fronte a un assistente sociale).
Il ruolo di genitore affidatario e non affidatario
Nonostante le interpretazioni errate diffuse sulla questione, l’affido esclusivo non comporta la fine della responsabilità genitoriale per il genitore al quale non è stato affidato il minore, ma solo una sua limitazione:
- il genitore non affidatario dovrà continuare a vigilare sulle decisioni relative all’educazione o alla salute del figlio;
- avrà anche il diritto di potersi rivolgere al Giudice nel caso in cui ritenesse che le decisioni prese dal genitore affidatario siano contrarie all’interesse del minore.
Il minore deve continuare a ricevere cura, educazione e istruzione da tutti e due i genitori: le decisioni di maggiore interesse per la vita del figlio devono pertanto essere prese di comune accordo da entrambi i coniugi, anche nel caso di affidamento esclusivo.
I due devono quindi mettersi d’accordo e confrontare le loro idee su tutto ciò che riguarda la scuola, le cure mediche, lo sport e così via, ovvero su ciò che ha a che fare con la crescita e l’educazione del minore. Per le decisioni che riguardano la vita di ogni giorno, il genitore affidatario potrà invece scegliere in maniera del tutto autonoma, sempre favorendo l’interesse del figlio.
Affidamento esclusivo – Domande frequenti
L’affidamento esclusivo consiste nell’affidare un figlio minore a uno solo dei due genitori in caso di separazione o divorzio: ecco come funziona.
Per definizione, il termine patria potestà indica il compito da parte del padre di occuparsi della cura, dell’educazione e dell’istruzione di un figlio minore, al fine di curarne gli interessi. Clicca per conoscere in cosa consista l’affidamento esclusivo.
L’affidamento esclusivo può essere stabilito unicamente dalla decisione di un giudice che avrà il compito di analizzare le motivazioni alla base della richiesta di uno o di entrambi i genitori.